varie, 25 gennaio 2008
BARBATO
BARBATO Tommaso Marigliano (Napoli) 1 maggio 1952. Politico. Senatore. Dell’Udeur. Quello che il 24 gennaio 2008 (caduta del Prodi II) aggredì il collega di partito Nuccio Cusumano che aveva deciso di votare la fiducia al governo • «[...] Il voltafaccia di Nuccio Cusumano per l’Udeur è come il bacio di Giuda, come i tre canti del gallo. Oppure, dice Mastella, ”è come se mio figlio Pellegrino andasse con Rifondazione”. ”Gli avevo telefonato mercoledì sera, quando mi hanno avvertito che stava cambiando idea e non mi ha risposto. Allora ho capito”. Invece poi si sono sentiti e, raccontano, ”è venuto giù il Vesuvio”, cioè Mastella l’ha linciato. ”Un traditore”, e già come insulto in un’aula parlamentare basterebbe. Per gli uomini d’onore è un marchio d’infamia. Nell’Italia politica di oggi, senza limiti e decoro, Cusumano diventa ”un pezzo di merda”. Lo urla il collega Tommaso Barbato che si precipita sentendo quel discorso al microfono, che Cusumano conclude col sì alla fiducia: ”Scelgo il campo più difficile della coerenza per il bene del Paese. In solitudine senza prigionie politiche”. Non ci vede più, Barbato. Corre verso l’aula gridando l’epiteto e lo ripete a pieni polmoni. Ma non solo. Sputa verso la seconda fila di banchi, ma non è un professionista del genere, la parabola è troppo corta e la senatrice Pellegatta, del Pdci, in prima fila è costretta a proteggersi con i fogli del giornale. ”Frocio, traditore, pezzo di merda, checca, cornuto, venduto, pagliaccio”. Le testimonianze sono quasi univoche. C’è chi racconta che abbia detto ”t’ammazzo”, chi dice che abbia mimato con le dita una pistola che spara. Gesto che in Campania è patrimonio dei guappi che imitano lo stile camorrista. [...] Barbato è ironia della sorte membro del consiglio di disciplina del gruppo Misto. Perde tutte le staffe e l’aplom da uomo maturo, l’abito blu e i capelli bianchi non s’intonano con l’eloquio. Cusumano piange, ansima spaventatissimo e sviene. traditore anche per i banchi della destra, da dove ci si unisce agli epiteti di Barbato. Strano(An) gli dà della checca squallida. La tensione e la sceneggiata scaricano tutta l’adrenalina, lo svuotano. Arriva la barella che lo porta via. In tv Barbato mente: ”Non l’ho sputato. Quello sviene tutti i giorni”. Il centro sinistra denuncia la barbarica aggressione e difende il diritto di dissentire, la libertà di voto. Grillini parla di ”barbara omofobia” […]» (C. Rz., ”Corriere della Sera” 25/1/2008) • « Più che un partito, ieri l’Udeur sembrava un episodio dei Soprano. Col senatore Barbato che aggrediva il collega Cusumano con l’energia e la grazia di un collaboratore di Tony. Con i senatori in piedi intorno al leader come nella foto che su Cult Network precede gli spot. [...]» (Maria Laura Rodotà, ”Corriere della Sera” 25/1/2008).