La Stampa 24 gennaio 2008, Lucia Annunziata, 24 gennaio 2008
In politica fanno meglio i grassi o i magri? La Stampa 24 gennaio 2008. Amo la politica, quella sana; come sono certo che la amano tutti gli italiani di buona volontà
In politica fanno meglio i grassi o i magri? La Stampa 24 gennaio 2008. Amo la politica, quella sana; come sono certo che la amano tutti gli italiani di buona volontà. Per politica sana intendo quella che sa guardare all’interesse di tutti, quella che in questo momento vorrebbe vedere realizzate tre cose: la riforma elettorale per ridurre il numero dei partiti, la riforma costituzionale per ridurre i costi della politica, la riforma dei servizi pubblici (in particolare sanità, scuola e pensioni d’invalidità) per ridurre gli sprechi. Da quello che rilevo dai giornali e dalle tv, sembra che le terapie necessarie a curare le malattie ormai croniche del Paese siano condivise da tutte le forze politiche; l’unico dubbio è su chi debba essere il medico. Non ci è riuscito il governo Berlusconi e mi pare che anche l’attuale governo Prodi abbia poche chances di successo. Credo che alla fin fine abbia ragione Casini a insistere per un governo di transizione di larghe intese, tecnico o istituzionale, che abbia come unico obiettivo i 3 punti sopracitati. Solo dopo si potrà tornare al bipolarismo tanto auspicato. In caso di elezioni anticipate, però, vorrei suggerire agli elettori italiani un indicatore un po’ particolare circa la scelta dei candidati a cui dare il voto in caso di dubbi su chi scegliere: date il voto ai candidati magri, sono migliori di quelli grassi. Per me la magrezza è indice di disponibilità, impegno e attenzione verso il prossimo. Il buon politico me lo immagino come un gran lavoratore e come tale ha poco tempo per stare a tavola e quando ci sta non si abbuffa (segno di avidità). Per fare un esempio concreto io vedo alle due estremità della mia scala immaginaria i seguenti due politici: Piero Fassino all’estremità positiva e Salvatore Cuffaro all’estremità negativa. Sarà un’idea strampalata che mi sono fatto a forza di guardare i dibattiti in tv, ma comincio a crederci. ANGELO FERRONI NICHELINO Gentile lettore, ha inviato la sua divertente lettera alla persona sbagliata, essendo io, per peso, molto più vicina a Cuffaro che a Fassino! Sarà per questo, ma sul corpo penso esattamente l’opposto di lei: trovo i magri leggermente minacciosi, come se fossero sempre dominati da furie interne, tensioni che non capisco, e una fame che non può essere mai soddisfatta. Trovo i grassi allegri, gattoni, sornioni e un interessante mix di insicurezza - perché chi mangia, è vero, è spesso vittima di ansia - e di sicurezza: dopotutto ci vuole molta fiducia in se stessi per non dover seguire il modello del bello e magro. Trovo inoltre i grassi spesso sofferenti, e dunque molto umani. Dopo questo elogio dei grassi - di cui chiedo scusa, ma mi ci ha trascinato dentro il suo entusiasmo per gli snelli - credo siamo pronti a dirci che alla fine in politica conta solo quello che si fa. Lucia Annunziata