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 2008  gennaio 24 Giovedì calendario

TSONGA

TSONGA Jo-Wilfried Le Mans (Francia) 17 aprile 1985. Tennista. Finalista agli Australian Open 2008 • «[...] di papà congolese’ 1.80 per 90 chili, gran servizio e gioco offensivo [...] ”gemello” di Gael Monfils, da sempre coccolato da mamma federazione e allenato da sempre dall’ex pro Eric Winogradsky, è stato boicottato da mille infortuni (caviglia, polso, ginocchio, schiena e tutt’e due le spalle) ma già dal 2004 sapeva superare i primi (Moya a Pechino, Ancic a Parigi-Bercy), e batteva a 232 all’ora, appena un chilometro meno del record di Roddick. [...]» (Vincenzo Martucci, ”La Gazzetta dello Sport” 2/7/2007) • «[...] Il tennista che punge come un’ape e danza come una farfalla [...] ha vissuto una vita in copia carbone. Professione sosia, suo malgrado: succede che ci nasci, e c’è poco da chiedersi il perché. Lui è Muhammad Ali, spiccicato. Ali da giovane [...] ”Sono fiero di somigliare a un idolo tanto grande. Ma se continuo così, prima o poi qualcuno mi riconoscerà come Tsonga, il tennista”. [...]» (Daniele Azzolini, ”Il Messaggero” 15/1/2008) • «Dicono che Yannick Noah, palleggiandoci contro anni fa al Roland Garros, si lasciò scappare un soffio lungo fra le labbra. ”Questo tira davvero forte”. [...] sa dove è Kinsasha, ha letto la biografia di Martin Luther King e quando picchia fa male. Se sbaglia una volée è capace di buttarsi a terra, fingendo disperazione. Quando vince saltella come un pugile, le braccia in alto e i pollici rivolti in basso per dire che sì, il campione è lui. ”So usare l’energia del pubblico”, sorride. ”Mi piace fare un po’ di show”. [...] sostiene che l’agilità e il telaio da atleta gli vengono da papà Didier, ex nazionale congolese di pallamano. Il rispetto per il prossimo e la tranquillità interiore dal lato francese di mamma Evelyn. ”Il mio nemico invece si chiama Mister Hyde. Perché dentro di me ci sono due personalità, posso essere molto calmo e insieme aggressivo, e quando divento aggressivo parlo troppo”. Altro nemico, più pericoloso: gli infortuni [...] ha perso due stagioni. Schiena, spalle, addominali, ginocchio, caviglia. Un crack infinito. [...]» (Stefano Semeraro, ”La Stampa” 21/1/2008).