Alessandra Arachi, Corriere della Sera 24/1/2008, pagina 15., 24 gennaio 2008
Per Barbara Alberti le gite scolastiche erano «il luogo dell’amore. Delle ammucchiate sotto i cappotti nei contesissimi posti alla fine del pullman»
Per Barbara Alberti le gite scolastiche erano «il luogo dell’amore. Delle ammucchiate sotto i cappotti nei contesissimi posti alla fine del pullman». La pensa così anche Gianluca Nicoletti, che proprio sulle ultime file dell’autobus sentì «per la prima volta la consistenza della coscia di una donna. Era la terza media». Gaia De Laurentiis invece ricorda la prima gita come «una paralisi»: «Alla parola gita associo soltanto lui: il professore di Scienze. Era la prima media e ci portarono alla Solfatara, a Napoli. Ma io ero sospesa nel vuoto. Non riuscivo a parlare, ma nemmeno a mangiare il gelato che proprio lui ci aveva comprato». Il regista Mimmo Calopresti alle gite non si divertiva per niente: «Ero troppo pigro. E per questo a me tutto quello che rompeva la routine dava fastidio. Nemmeno le ragazzine erano decisive per farmi smuovere dal torpore. Facevo di tutto per evitarle, quelle gite: preferivo di gran lunga rimanere a casa quei due-tre giorni a guardarmi la televisione». Neinte amore in gita per Carlo Lucarelli: «In queste gite, sempre di un giorno, partivamo con la nostra classe, soltanto tra di noi. E che ci potevamo fare con ragazze che conoscevamo da anni, sempre le stesse? Quali emozioni?».