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 2008  gennaio 12 Sabato calendario

Veltroni fa ritrattare il Papa. ItaliaOggi 12 gennaio 2008. Nero di rabbia. Così è apparso Walter Veltroni dopo l’udienza nella quale il papa ha smontato il suo modello Roma

Veltroni fa ritrattare il Papa. ItaliaOggi 12 gennaio 2008. Nero di rabbia. Così è apparso Walter Veltroni dopo l’udienza nella quale il papa ha smontato il suo modello Roma. Una rottura diplomatica in piena regola e senza mezzi termini tra Campidoglio e Cupolone. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, nel pomeriggio successivo l’udienza, il sindaco di Roma avrebbe dovuto partecipare, assieme al governatore Piero Marrazzo, e al presidente della Provincia, Enrico Gasbarra, a una trasmissione su One-O-Five Live, il canale in diretta della Radio Vaticana. Ebbene, Veltroni avrebbe detto a padre Federico Lombardi, portavoce della sala stampa vaticana, che non avrebbe partecipato se non fosse arrivata la smentita della Santa sede sulle interpretazioni delle parole del pontefice. Una mossa che ha messo in fibrillazione la macchina comunicativa del Vaticano. Padre Lombardi ha contattato il segretario di stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone. Nel colloquio i due hanno parlato delle perplessità del sindaco sul discorso del Papa, scritto dalla curia romana ma ispirato dal cardale Camillo Ruini che lo aveva rivisto e corretto. Con Bertone parla direttamente anche il sindaco di Roma e una telefonata è giunta anche dal direttore della Caritas romana a padre Lombardi. I tentativi di ricucitura diplomatica tra Vaticano e Campidoglio sono frenetici con Bertone che al pontefice suggerisce di trovare una soluzione per evitare lacerazioni nei rapporti con la città di Roma di cui Ratzinger è vescovo. Si trova la soluzione, la nota diffusa ieri dal Vaticano nella quale si elogia lo sforzo dell’amministazione sulla sicurezza, ma lascia nero su bianco gli aspetti negativi sottolineati nel discorso di giovedì. Nota che comunque non sarebbe piaciuta a monsignor Ruini che in un’udienza non prevista dice al Papa che non sarebbe opportuno fare marcia indietro. Restano le parole usate da Papa Benedetto XVI nei confronti di Walter Veltroni che rappresentano di fatto il primo scontro politico tra il Vaticano e il sindaco di Roma. Basta scorrere i contenuti dei precedenti discorsi alle amministrazioni cittadine per notare l’evoluzione dei rapporti tra Cupolone e Campidoglio, tra il "volemose bene" di Giovanni Paolo II e il "gravissimo degrado" denunciato da Ratzinger. Nel 2002 il pontefice polacco parlò sì di sanità, ma in un discorso più generale sulla "necessità di tutelare le fasce deboli della popolazione". Nulla di paragonabile allo scontro attuale in atto tra il Gemelli, l’ospedale del Papa, e la Regione Lazio per crediti vantati pari a più di 510 milioni di euro. Nel 2004 Wojtyla fece un ancora più generico appello a "lottare compatti contro il terrorismo", nulla che colpisse in prima persona il primo cittadino romano. Nel 2005, il pontefice già visibilmente provato e affaticato espresse "vivo compiacimento per l’approvazione dello statuto della Regione Lazio". Il fatto che allora la giunta regionale fosse guidata da Francesco Storace indusse appena Veltroni ad affrettarsi a dire che "il Campidoglio era al lavoro per risolvere i problemi di Roma". Nel 2006, prima anno di pontificato di Ratzinger, si intravede la nuova linea vaticana. L’attacco allora era allo scenario nazionale più che a colui che ne sarebbe diventato uno dei protagonisti due anni dopo. Con Veltroni, infatti, Benedetto XVI non parlò di problemi cittadini, ma attaccò la pillola abortiva dicendo che "la Ru486 è contro la vita" e che "i Pacs oscurano il valore della famiglia". Il cambio di toni fu ancora più evidente nel 2007 quando a Veltroni il pontefice disse che "i progetti per attribuire impropri riconoscimenti giuridici a forme di unione diverse dal matrimonio sono pericolosi e destabilizzano la famiglia fondata sul matrimonio". Infine giovedì 10 gennaio scorso. L’attacco al degrado della città, l’ammonizione agli enti locali a non assecondare attacchi contro la famiglia tradizionale, e la stilettata sulle condizioni di sicurezza. Emilio Gioventù