Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  gennaio 21 Lunedì calendario

Rifiuti, via alle nuove discariche. La Stampa 21 gennaio 2008. Il «D-Day» di Gianni De Gennaro, supercommissario chiamato alla guerra contro la «supermonnezza» in Campania, è fissato per oggi

Rifiuti, via alle nuove discariche. La Stampa 21 gennaio 2008. Il «D-Day» di Gianni De Gennaro, supercommissario chiamato alla guerra contro la «supermonnezza» in Campania, è fissato per oggi. Al comandante in capo inviato da Prodi per mettere fine a un’emergenza che dura da 14 anni resta pochissimo tempo: 110 giorni prima della scadenza del mandato fissata nell’ordinanza del Presidente del consiglio. Il piano, De Gennaro e i suoi collaboratori lo spiegheranno oggi al Governatore Bassolino, al sindaco Iervolino, ai presidenti delle Province e ai prefetti della regione. La prima fase, naturalmente, consisterà nella raccolta rapida dei rifiuti, a cui sta già collaborando l’esercito. Dove buttarli? Ecco la prima novità: una lista di dieci «siti di trasferenza provvisoria», cioè di discariche dove mettere nell’immediato la spazzatura. Nel frattempo si dovrebbe procedere all’apertura di altre nove aree di stoccaggio per tempi più lunghi. Nell’elenco non c’è Pianura, teatro delle battaglie notturne fra polizia e abitanti del quartiere. Il sito, infatti, dovrebbe essere sequestrato a giorni dalla magistratura che indaga sulle possibili correlazioni fra l’aumento di malattie gravi nel quartiere e l’attività quarantennale della discarica, in cui sarebbero stati sepolti anche rifiuti tossici provenienti dal nord. Il provvedimento della magistratura dovrebbe però risparmiare un invaso accanto al cratere maggiore: lì, secondo il piano di De Gennaro, finirebbero le ecoballe prodotte dagli impianti Cdr (combustibile da rifiuti) una volta che saranno messi a norma. Il piano non sarà affatto indolore per i sindaci e le popolazioni dei Comuni che questa volta, volenti o nolenti, dovranno accettare le discariche. I dieci «siti di trasferenza temporanea» (ma non è escluso che ne verranno trovati altri) saranno aperti a Napoli che ha ancora 7 mila tonnellate di rifiuti in strada, ad Acerra dove a metà dell’anno prossimo entrerà in funzione anche un inceneritore, a Pomigliano d’Arco, a Caserta, a Giugliano e a Ercolano. Poi toccherà alle quattro aree già individuate nell’ordinanza di Prodi: quelle di Savignano Irpino in provincia di Avellino, Terzigno nel Napoletano, Serre nel Salernitano e Sant’Arcangelo Trimonte, vicino a Benevento. Contemporaneamente dovrebbero entrare in funzione altre cinque vecchie discariche chiuse e riaperte un’infinità di volte durante questi 14 anni di emergenza. Nell’elenco sarebbe inserita anche quella di Parapoti, in provincia di Salerno: per farla chiudere nel 2004 i comitati di lotta bloccarono per giorni i binari della ferrovia tagliando in due l’Italia. L’apertura delle discariche, in prospettiva, dovrebbe consentire di nuovo il funzionamento degli impianti Cdr e il ritorno ad una normalità sia pure precaria sul fronte dell’emergenza rifiuti. Ma molto dipenderà dalla reazione degli abitanti che si stanno già mobilitando. Ieri De Gennaro ha incontrato nella prefettura del capoluogo i questori delle cinque province campane. Anche il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe è sceso in campo: «E’ giunto il momento in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e collaborare, anche la Chiesa». L’unica certezza è che l’emergenza rifiuti in Campania rimane gravissima. L’altra notte, a Napoli, i vigili del fuoco hanno spento oltre sessanta roghi. La raccolta procede con il contagocce, così come l’invio della «monnezza» nelle altre regioni. Antonio Pace, presidente dell’Ascom di Napoli, minaccia la serrata di tutti i negozi. Le associazioni dei consumatori annunciano che «già 42 mila cittadini hanno aderito a una class action per i danni subiti a causa dell’emergenza in Campania», e che «ci sono già 40 sentenze di condanna del Comune di Napoli per le inadempienze» Fulvio Milone