Affari e Finanza 21 gennaio 2008, A. Bon., 21 gennaio 2008
I rendimenti degli italiani sempre più bassi di quelli esteri. Affari e finanza 21 gennaio 2008. Ma davvero i fondi italiani hanno rendimenti per il risparmiatore più bassi di quelli offerti da quelli esteri? Così sembra, semplicemente osservando i dati aggregati
I rendimenti degli italiani sempre più bassi di quelli esteri. Affari e finanza 21 gennaio 2008. Ma davvero i fondi italiani hanno rendimenti per il risparmiatore più bassi di quelli offerti da quelli esteri? Così sembra, semplicemente osservando i dati aggregati. Ma non bisogna dimenticare che, date le diverse tassazioni in essere, un vero confronto è per la verità molto più difficile di quanto non appaia a prima vista. Infatti i rendimenti esibiti dai fondi italiani scontano già l’imposta, pari al 12,5 per cento del guadagno. Quelli degli strumenti esteri sono invece al lordo della tassazione: in sostanza, soltanto quando il risparmiatore venderà il suo patrimonio o parte del suo patrimonio pagherà l’imposta del 12,5 per cento. Fino a quel momento il fondo per lui avrà reso quello che riportano i giornali. Invece il rendimento di un fondo italiano riportato sui giornali è già al netto dell’imposta. Fare un confronto realistico è anche complicato per altre ragioni. Perché ogni fondo ha il suo benchmark, e due fondi, anche se ufficialmente rientrano nella stessa categoria Assogestioni, in realtà possono investire in categorie di titoli diversi e avere differenti strategie. Tuttavia Morningstar, nella simulazione originale per Affari & Finanza di cui qui riportiamo i risultati, ha preso in esame una serie di fondi omogenei per categoria (internazionali, europei e americani), italiani e stranieri (compresi i roundtrip), ne ha corretto le asimmetrie fiscali, e ne ha messo a confronto i rendimenti. In tutti e tre i casi, i prodotti italiani sia nell’ultimo anno che negli ultimi tre e cinque anni precedenti risultano avere complessivamente ma anche sistematicamente un rendimento più basso degli omologhi strumenti esteri. Ad esempio, per quanto riguarda i fondi azionari Europa, il rendimento 2007 è stato soltanto dell’1,06 per cento, contro l’1,62 degli esteri. Ancora più marcata la differenza a tre anni (9,85 per cento contro il 12,89) e a cinque anni (9,65 contro il 13,81). Per i fondi azionari internazionali lo scarto nell’ultimo anno è ancora più consistente: meno 2,79 per cento gli italiani contro il meno 0,66 degli stranieri (che hanno fatto meglio anche del benchmark, in ciò dimostrando una gestione ”attiva’ che sembra mancare alla maggior parte dei fondi italiani). A tre e cinque anni le differenze a favore degli esteri permangono ma si fanno meno vistose. Analoghe differenze si registrano anche sul fronte dei fondi azionai Usa nelle tre scadenze di uno, tre e cinque anni. Dunque alla fine il quadro che emerge da questa ricerca è abbastanza univoco: i fondi italiani, per qualche misteriosa ragione, rendono meno degli omologhi strumenti stranieri, compresi quelli costituiti da società di gestione italiane all’estero (in genere Lussemburgo e Irlanda). A. Bon.