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 2008  gennaio 13 Domenica calendario

L’Italia pronta all’auto low-cost. Il Sole 24 ore 13 gennaio 2008. Il mercato c’è. Se un gigante asiatico muovesse in forze sull’Italia con l’arma dell’auto low-cost, entrerebbe come un coltello nel burro

L’Italia pronta all’auto low-cost. Il Sole 24 ore 13 gennaio 2008. Il mercato c’è. Se un gigante asiatico muovesse in forze sull’Italia con l’arma dell’auto low-cost, entrerebbe come un coltello nel burro. Secondo un’elaborazione compiuta per «Il Sole-24 Ore» da Gpf, istituto di ricerca e di consulenza specializzato anche in scenari sull’automotive, 185mila famiglie sarebbero disponibili ad acquistare nei prossimi 12 mesi un’auto da 2.500 euro. E altre 361 mila, trovando il prodotto giusto, potrebbero tranquillamente staccare un assegno dal valore compreso fra 2.500 e 8.500 euro. In tutto, dunque, 546 mila italiani sarebbero interessati a entrare in un salone uscendone con il portafoglio relativamente intaccato: è il 18,9% dei 2,8 milioni di italiani che, nella stima di Gpf, hanno intenzione di acquistare un’auto nel prossimo anno. «Si sta profilando uno scenario complesso e dalle tendenze in apparenza contraddittorie – spiega la sociologa dei consumi Monica Fabris, presidente di Gpf ”. L’auto si rafforza come prodotto emotivo e dalla forte caratura simbolica nella maggioranza degli italiani. Ma, allo stesso tempo, si irrobustisce la minoranza che, invece, guarda con crescente interesse all’auto no-frills, cioè senza fronzoli». C’è chi considera, strenuamente, l’auto come mezzo e non come fine. E basta. A costoro va aggiunto chi, in un periodo segnato dall’impoverimento del ceto medio, conosce sempre più la dura esigenza del risparmio. Senza contare quanti, invece, aderiscono alla tendenza low-cost. E, in questo caso, il valore aggiunto è proprio nell’aprire la portiera e nel sedersi alla guida di automobili essenziali fino al midollo. Macchine di nuova concezione che, peraltro, andrebbero veicolate con strumenti commerciali di ultima generazione, per esempio il marketing virale. Adesso, in un modo o nell’altro, anche in Occidente tutti devono fare i conti con la Nano, la macchina lanciata da Tata in India a un prezzo pari a 1.700 euro che rappresenta di certo la punta estrema della tendenza a fabbricare auto a basso prezzo, in mercati resi omogenei dalla globalizzazione e, insieme, notevolmente segmentati ancora dalle singole realtà nazionali. Una propensione che ha coinvolto pure case produttrici europee come Renault. «Che peraltro - nota Gian Primo Quagliano, direttore del centro studi Promotor - è l’unico brand del Vecchio Continente ad avere innalzato, con la Dacia Logan, la bandiera del low cost. E, peraltro, per come finora il mercato è stato strutturato, in Italia questa strategia non ha funzionato». Basta guardare i numeri relativi alla Logan: della Dacia Logan 1.4, la terza auto meno cara in vendita nel nostro Paese (prezzo di listino 8.141 euro), l’anno scorso ne sono state vendute 14. L’intera gamma, formata da 22 modelli (il prezzo massimo è di 13.801 euro), alla fine ha venduta 4.908 esemplari. L’automobile più economica sul mercato italiano, secondo il centro studi Promotor, è la Fiat 600 1.1, che costa 7.601 euro: nel 2007 ne sono state vendute 28.933. La seconda meno cara, invece, è la Chevrolet Matiz M 200 Smile, da 8.051 euro, che ha avuto 598 acquirenti. «Al di là delle prospettive future - nota Quagliano - finora da noi ha prevalso la tendenza all’arricchimento dell’auto: su una gamma articolata, sistematicamente il successo maggiore è dei modelli accessoriati; inoltre, in qualche modo la funzione della low-cost è stata per adesso garantita dall’usato. Buone macchine, a prezzi bassi». In un mercato tanto complesso, il trend che si profila per il futuro sembra quindi essere quella della estremizzazione. Per la maggioranza, l’auto è sempre un prodotto dal notevole significato immateriale. Secondo l’analisi di Gpf, nel 1991 per il 45% degli italiani l’auto doveva esprimere la loro personalità; oggi per il 58 per cento. Diciassette anni fa, per il 47% degli italiani era essenziale che l’auto facesse fare loro bella figura; adesso sono il 58,4 per cento. Per il 29% l’auto ha il compito di fare battere il cuore; ora la quota è salita al 40 per cento. Per il 46%, nel 1991, per l’acquisto dell’auto era valido il detto "chi più spende, meno spende"; sono il 58 per cento. «Questo - commenta Fabris - dimostra come ci sia una maggioranza radicalmente avversa al low-cost. Ma, allo stesso tempo, in uno scenario che spinge verso la polarizzazione, esiste uno zoccolo duro di acquirenti potenzialmente interessati a una macchina a basso prezzo». Oltre mezzo milione di famiglie, dunque. E nemmeno entro il 2020. Quest’anno. Non poca cosa. «Un nuovo tipo di consumatori - conclude Fabris - che, al di là delle mere intenzioni, si farebbe in fretta convincere a comprare un’auto simile se, oltre al tema obbligato della sicurezza e dell’affidabilità, in essa fosse garantita un minimo di estetica, che per l’italiano medio resta fondamentale». Paolo Bricco