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 2008  gennaio 12 Sabato calendario

Dentisti «cari» ma con terapie di eccellenza

Dentisti «cari» ma con terapie di eccellenza. Il Sole 24 ore 12 gennaio 2008. Studi individuali e refrattari ad associarsi. Norme regionali onerose e disomogenee. E poi: «non saremmo al vertice della qualità odontoiatrica, in base all’Oms, se ci fosse la convenzione generalizzata con il Ssn». Roberto Callioni, presidente dell’Andi, il sindacato dei dentisti, spiega così i costi elevati dell’odontoiatria nel nostro Paese. Che è secondo in Europa (dietro solo alla Gran Bretagna) – in base a un’anticipazione del quotidiano britannico Independent su dati diffusi da una ricerca dell’Istitute for Medical Technology Assessment dell’università di Rotterdam – per i costi delle cure dentistiche. Se un’otturazione, nel Regno Unito, costa, in media, l’equivalente di 156 euro, l’Italia segue con 135 euro. Poco dietro la Spagna (125 euro). In ogni caso, "doppiamo" la Germania (67 euro) e l’Olanda (64 euro), con costi addirittura tripli rispetto alla Danimarca (47 euro)e alla Francia (46 euro),non proprio le "cenerentole" d’Europa per Pil o costo del lavoro. Per Callioni il problema è molto articolato. Innanzitutto, sottolinea, «si paga una disciplina all’avanguardia nel nostro Paese, ad esempio nell’implantologia». Materiali, regole igieniche e livelli di microchirurgia che il Ssn non può sostenere a livello generalizzato. «Per questo, i dentisti hanno sempre rifiutato le convenzioni». Eppure la categoria da tempo discute su come trovare l’equilibrio tra mantenimento dei livelli di eccellenza e necessità di garantire l’accesso alle cure a quanti ne hanno bisogno. Gli stessi dentisti dell’Andi lamentano una lenta ma progressiva diminuzione del reddito medio e la quasi impossibilità, per i giovani abilitati, di avviare attività autonome. «Una ricetta ancora non c’è – ha detto Callioni – ma, ad esempio, da tempo chiediamo che sia portata dal 19 al 25% la detrazione fiscale per le cure odontoiatriche». Qualcosa si potrebbe però muovere sul lato dei costi fissi. «Esistono normative regionali onerose, che impongono allo studio parametri precisi: dallo spogliatoio obbligatorio per il personale agli spazi rifiuti, sino alle norme di sterilizzazione con autoclave funzionante». Costi fissi in parte ammortizzabili in studi associati. «Ma questo richiederebbe un cambio di mentalità – ammette Callioni – che ancora non c’è». Laura Cavestri