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 2008  gennaio 16 Mercoledì calendario

Criminalità le paure e le cifre. La Stampa 16 gennaio 2008. Luca Ricolfi (La Stampa, 12 gennaio) in polemica con l’on

Criminalità le paure e le cifre. La Stampa 16 gennaio 2008. Luca Ricolfi (La Stampa, 12 gennaio) in polemica con l’on. Violante, dice che l’aumento d’insicurezza dei cittadini è il riscontro oggettivo di un aumento dei reati. L’Ires, ente di ricerca della Regione Piemonte, pubblicherà a giugno nella Relazione sullo stato del Piemonte un’immagine diversa. Ecco perché. L’abigeato è 4 volte più frequente degli omicidi, il furto su auto in sosta 60 volte più delle violenze sessuali. Uno Stato deve difendere tanto la vita dei cittadini che le loro autoradio, ma più la prima della seconda e non può accontentarsi di sommare fra loro tutti i «fatti di reato». comprensibile che lo faccia un ministro, condensando in una battuta alla stampa 500 pagine di ricerche e un anno di lavoro, ma noi ricercatori abbiamo il tempo per «entrare» nei dati. Gli omicidi sono oggi un terzo rispetto all’annus horribilis 1991, ma pochi in assoluto e non incidono sulla media complessiva. Le rapine aumentano del 24% nello stesso periodo, ma sono 80 volte più degli omicidi e hanno quindi un peso statistico ben maggiore. Se fosse successo il contrario, omicidi triplicati e una flessione del 24% di rapine, ce la sentiremmo di dire: situazione migliorata? In caso contrario, pensiamoci prima di dire che è peggiorata. Scippi e furti d’auto in declino, furti in abitazione e su auto in sosta anche ma da poco; borseggi stabili, furti in negozio in aumento. Violenze sessuali sulle donne stabili, ma dovute per oltre un terzo al partner o a un familiare, dunque un problema di sicurezza molto particolare e non di sola pertinenza del ministero dell’Interno e delle politiche d’ordine tradizionali. Insomma, se non sommiamo furti di pecore e omicidi o rapine e sottrazioni di autoradio, l’andamento del crimine è difficile da giudicare, essendo in diminuzione per alcuni tipi di reato e in aumento per altri. Si obietterà che, per ragioni reali o per colpa dei media, ci sentiamo meno sicuri ed è un fatto. Nemmeno per sogno. Non confondiamo condanna morale della criminalità (concern about crime) con percezione del rischio (fear of crime). La prima dipende da opinioni politiche e visione del mondo di ognuno. La seconda è in calo da 10 anni e cresce di poco solo nel 2006. Inaspettatamente declina anche nel Sud. In controtendenza sale solo nel Nordest. Perché? Forse perché hanno torto tanto Violante quanto Ricolfi. Certo le tv (non la carta stampata) buttano benzina su un fuoco, acceso però da altri. Al tempo stesso, è dubbio che i cittadini conoscano fatti difficili da interpretare anche per i ricercatori. Forse, ma su questo stiamo raccogliendo dati, l’insicurezza a Nordest è legata allo sviluppo recente di quell’area, con il bene e il male che comporta: più persone in un mercato del lavoro precario e quindi fonte di incertezza, rapporti sociali che si adeguano al resto del Nord, secolarizzandosi e frantumandosi, secondo importante generatore d’insicurezza, luoghi e paesaggi che vengono stravolti così in fretta da causare quello «spaesamento», che induce timore e senso di solitudine nelle persone. Siamo soli e perciò abbiamo paura di fronte a un mondo senza regole. un fatto, ma se qualcuno ce lo ricorda, fa male di più. * dirigente responsabile di «Piemonte Economico-sociale» Ires Piemonte La lettera illustra in modo esemplare a quante distinzioni, specificazioni, considerazioni metodologiche si sia costretti ad aggrapparsi quando non ci si vuole arrendere alla cruda realtà dei dati. I quali sono piuttosto chiari e permettono di fare almeno quattro affermazioni: a) i delitti totali sono al massimo storico dal 1946; b) dopo il 2001 sono sempre aumentati (eccetto fra il 2003 e il 2004, su cui nulla si può dire perché è cambiato il metodo di rilevazione); c) nei primi 11 mesi dopo la promulgazione dell’indulto (ultimi dati ufficiali) vi è stata una sensibile accelerazione del ritmo annuo di crescita dei delitti, che è passato da +2,8% a +13,4%; d) i dati finora disponibili consentono di calcolare l’accelerazione separatamente per otto gruppi di delitti, ossia furti, estorsioni, omicidi volontari consumati, lesioni dolose, reati connessi agli stupefacenti, violenze sessuali, restanti delitti: sono tutti in aumento, e 7 su 8 sono in accelerazione. Quanto alla percezione del rischio, forse è meglio leggere più attentamente le fonti ufficiali disponibili. Secondo l’Istat la percezione del rischio, o paura del crimine (fear of crime), è aumentata sia nel 2005 (rispetto all’indagine precedente, che è del 2003), sia nel 2006, sia nel 2007. Il valore raggiunto nel 2007 è il più alto dal 2001. Secondo la maggior parte delle ricerche empiriche questo tipo di percezione, a differenza della generica preoccupazione per la criminalità (concern about crime), riflette anche le effettive esperienze di vittimizzazione subite dalle persone. Maurizio Maggi