Giornali Vari, 14 gennaio 2008
Anno V - Duecentoduesima settimanaDal 7 al 14 gennaio 2008Commissario Prodi ha pensato di affrontare l’emergenza rifiuti napoletana nominando l’ennesimo commissario governativo e chiedendo alle altre Regioni italiane di farsi carico, un minimo, della spazzatura
Anno V - Duecentoduesima settimana
Dal 7 al 14 gennaio 2008
Commissario Prodi ha pensato di affrontare l’emergenza rifiuti napoletana nominando l’ennesimo commissario governativo e chiedendo alle altre Regioni italiane di farsi carico, un minimo, della spazzatura. Il nuovo commissario è Gianni De Gennaro, l’uomo che è stato capo della nostra polizia fino allo scorso giugno e che nel 2001, già da capo della polizia, rimase malamente invischiato nella faccenda del G8 genovese. Il governo gli ha dato quattro mesi di tempo e gli ha messo a disposizione l’esercito. Gli avrebbe anche conferito pieni poteri, e scriviamo ”avrebbe” perché uno dei punti essenziali di questi pieni poteri sarebbe quello di riaprire le discariche chiuse, a suo piacimento e che la popolazione locale voglia o no. Su questo punto la maggioranza si è subito spaccata: l’ala sinistra - già mugugnante in genere sulla questione dei ”pieni poteri” - ha detto che no, questo di portare la spazzatura napoletana ovunque vorrà non gli sarà affatto consentito. Così il decreto di nomina è stato scritto in modo volutamente ambiguo, cioè può, come in mille altre occasioni analoghe, essere letto in un modo o nell’altro. De Gennaro, intanto, che di rifiuti non si è mai occupato, ha fatto sapere che gli ci vorrà un mesetto per capire, dato che il contenuto tecnico del problema è notevole. I quattro mesi, quindi, sono già diventati tre.
Regioni Quanto alle Regioni che dovrebbero aiutare Napoli e la Campania, c’è stato un ”no” diffuso oppure un ”sì” talmente tirato per i capelli da risultare equivalente a un ”no”. L’unico ad aver accettato subito l’immondizia è stato Soru, il governatore della Sardegna: il giorno dopo l’appello di Prodi, la Italroro Three ha attraversato il Tirreno con 500 tonnellate di spazzatura a bordo, e nei giorni successivi altre mille tonnellate sono state accolte nella discarica di Macchiareddu. Ma intanto gli indipendentisti sardi (movimento Independentzia Repubrica de Sardigna) hanno tentato di impedire l’attracco delle navi, l’isola è stata turbata dalle manifestazioni di protesta, e parecchi chili di spazzatura sono stati depositati, per dispetto, davanti alla porta di casa del governatore. Il rifiuto generale alla collaborazione (o alla solidarietà) da parte delle Regioni italiane ha suscitato l’ira del presidente del Consiglio, il quale ha detto che questi rifiuti andranno presi per amore o per forza e che almeno centomila tonnellate devono essere smaltite per questa via, s’è risentita l’espressione ”ad ogni costo”, eccetera. Alla fine un sì pieno è arrivato solo da Piemonte ed Emilia. Lazio Toscana e Puglia hanno dichiarato una disponibilità alla quale non si sa se si deve credere. Tutte le altre hanno detto un ”no” deciso, soprattutto la Calabria e l’Umbria, il cui governatore - la signora Rita Lorenzetti - ha spiegato: «Abbiamo già fatto questo favore a Napoli una volta. E Napoli ci deve ancora saldare un milione e novecentomila euro di arretrati. Più gli interessi legali». Manifestazioni contro l’immondizia campana si segnalano un po’ ovunque.
Tonnellate D’altra parte non si capisce questo coinvolgimento delle Regioni italiane. Sulle strade di Napoli e provincia giacciono cinque milioni di tonnellate. I napoletani producono ogni giorno 1.700 tonnellate di rifiuti. Dunque, le famose centomila tonnellate che Prodi vuole rifilare alle Regioni sarebbero una goccia nel mare: già il mese di ”tempo per capire” che s’è preso De Gennaro ne farebbe accumulare la metà. Ma è probabile che il capo del governo abbia soprattutto voluto far vedere che si muove: per sgombrare il terreno alla fine si dovranno pagare i tedeschi della Remondis che già smaltiscono una tonnellate di immondizia campana al giorno. Noi li paghiamo perché si portino via i rifiuti, loro ci guadagnano ancora perché li trasformano in energia che rivendono.
Vesuvio Francesco Forte ha proposto di buttare l’immondizia nel Vesuvio, senza pensarci troppo. A cinquemila ecoballe al giorno (208 l’ora), il problema sarebbe risolto in poco meno di tre anni.
Elezioni americane Hillary Clinton ha sorprendentemente recuperato su Obama nel New Hampshire, non ha problemi in Michigan dove Obama non corre ed è in testa nei sondaggi per la tappa del Nevada (19 gennaio). Tra i repubblicani per ora primeggia McCain - già eroe del Vietnam -, ma dal Nevada in poi comincerà a correre anche Giuliani. Appuntamenti decisivi: la Florida il 29 e soprattutto il super-martedì del 5 febbraio, con 22 stati coinvolti.
Berlusconi Il giorno prima di venir via da Antigua, dove ha passato Capodanno, Berlusconi ha mandato questa cartolina a Veltroni: «Faccio i migliori auguri a Veltroni. Quando l’ho incontrato gli ho detto: sono il tuo Messia perché posso liberarti dall’abbraccio mortale con la sinistra estrema». Domenica scorsa poi, 13 gennaio, Berlusconi ha ribadito che l’accordo con il Partito democratico è assolutamente necessario, ma che lui farà saltare il tavolo se il governo non ritirerà la proposta Gentiloni che, risistemando il settore radiotelevisivo, toglierà a Canale 5, Rete 4 e Italia 1 un terzo della pubblicità. Berlusconi: «Una legge criminale». Ora, tre giorni prima, Prodi, in un vertice di 38 persone a cui erano presenti sia i ministri che i capipartito, aveva messo tra le priorità delle prossime settimane proprio la legge sulle tv, inducendo Veltroni a borbottare risentito: «In questo modo mi si impedisce ogni intesa sulla legge elettorale». La situazione sembra quindi questa: l’accordo sulla legge elettorale, imperniato sulla cosiddetta ”bozza Bianco” che sta in Parlamento e che sembrava più o meno a portata di mano, risulta a questo punto assai problematico. D’altra parte D’Alema vuole il sistema tedesco, Veltroni vuole il sistema francese e Prodi non vuole nessun accordo tra i democratici e Forza Italia. Il centro-destra intanto si sta ricompattando (si prevede un incontro a breve tra Berlusconi e Fini, mentre la guerra tra Forza Italia e Casini pare finita) e la Corte costituzionale dirà questa settimana se il referendum sulla riforma elettorale si potrà fare o no. Si prevede che darà il via libera, e sia pure con una maggioranza di appena due voti (cioè 8 a 6).
Veltroni Veltroni ha intanto passato un brutto guaio col Papa. andato a trovarlo con gli altri rappresentanti del Comune per fargli gli auguri in quanto vescovo di Roma (cerimonia che si svolge ogni anno) e s’è sentito rivolgere queste parole: «Un evento tragico come l’uccisione a Tor di Quinto di Giovanna Reggiani ha posto bruscamente la cittadinanza di fronte al problema non solo della sicurezza ma anche del gravissimo degrado di alcune aree di Roma». Apriti cielo! Il sindaco, che aveva suo tempo respinto ogni ”speculazione” sulla morte della povera Reggiani (benché il Corriere della Sera avesse documentato che la Capitale è deturpata da ben 66 baraccopoli), non ha saputo che rispondere e per tutta la giornata di venerdì i suoi uomini-comunicazione hanno tempestato sulla Curia per farla in qualche modo tornare indietro. Ne è uscito alla fine un comunicato in cui la sala stampa della Santa sede si meraviglia delle reazioni strumentali suscitate dalle parole del pontefice, dichiara che Benedetto XVI non intendeva «sottovalutare l’azione sociale che i responsabili della città di Roma e della Regione stanno compiendo con apprezzabile impegno», ecc. Mentre alcuni si chiedevano chi scrive i discorsi al papa - non nuovo a gaffes di questo tipo -, altri facevano notare che la Regione Lazio deve ancora saldare al cattolico Policlinico Gemelli arretrati per 510 milioni di euro. Il papa fa recupero crediti?