La Repubblica 10 anni, Silvia Giacomoni, 17 gennaio 2008
Quali
Quali fattori hanno inciso in modo particolarmente. La Repubblica 10 anni. Quali fattori hanno inciso in modo particolarmente negativo sull’Università? «C’è stata un legge suicida: si è data agli studenti la libertà di scegliere quali esami dare. Gli insegnamenti più importanti sono stati abbandonati in massa. Tutti hanno scelto quelli più facili. Si è rimediato ripristinando l’obbligo di sostenere certi esami, mettendosi cioè fuori della legge. Ma è stato inevitabile. Anche l’Ordine degli Avvocati è intervenuto, dicendo che non sarebbe stato ammesso all’Albo chi non aveva fatto certi esami. Così qui la facoltà ha reintrodotto l’obbligo di dieci esami. Prima della liberalizzazione dei piani di studio gli insegnamenti obblígatori erano diciotto. Questa legge ha compiuto l’opera di quell’altra legge eversiva, quella che ha liberalizzato l’accesso all’Università: il livello degli studi si è decisamente abbassato. (7) Che senso ha, per lei, lavorare in questa Universìtá? «Bisogna lavorare per la sopravvivenza di una ístìtuzione che prima o poi dovrà rifiorire. All’Università vediamo una minoranza di giovani molto bravi: l’arbitrio politico non può distruggere le doti individuali. Per questi bravissimi, l’Universítà esiste ancora. Per glì altri non esiste affatto: è come se studìassero per corrispondenza». (dall’intervista di Sílvia Giacomoni al professor Renato Scognamiglio, la Repubblica, 6 ottobre 1977)