L’espresso 17 gennaio 2008, Michele Serra, 17 gennaio 2008
Le riforme di Gnork. L’espresso 17 gennaio 2008. li dibattito sulla riforma elettorale è a buon punto
Le riforme di Gnork. L’espresso 17 gennaio 2008. li dibattito sulla riforma elettorale è a buon punto. Dopo lunghe trattative, sono stati selezionati venticinque sistemi di voto, a ciascuno dei quali verrà abbinato un fantino. Su tutto il resto l’iter è ancor da stabilire. Ma vediamo, tra i sistemi in lizza, quali sono i più interessanti. Alsaziano una soluzione di compromesso tra il sistema francese e quello tedesco. Come si ricorderà, Veltroni era favorevole al francese, D’Alema al tedesco. Dopo febbrili trattative tra i rispettivi staff. Veltroni, come segno di buona volontà, si era convertito al tedesco, ma nel frattempo D’Alema, per gli stessi motivi, era passato al francese. Si è dunque deciso. per superare l’impasse, di proporre un mix tra i due sistemi: presidenzialismo e doppio turno alla francese, ma con l’istituzione dei Länder e orologi a cucù in tutti i seggi elettorali. Il professor Sartori si è detto contrario. Colbaccum Sostenuto da Diliberto, si ispira allo spirito originario dei soviet: i candidati proposti dal partito vengono eletti per acclamazione. tra i lieti canti delle brigate operaie che si recano festanti alla fabbrica. e le risate di gioia delle mietitrici che si sono appena rese conto di avere centrato anche quest’anno l’obiettivo dei piano quinquennale. Non piace al professor Sartori. Yemenita I maschi si recano a votare con un pugnale intarsiato infilato nella fusciacca, mentre le femmine. chiuse in casa, intonano nenie e allattano i bambini. Il sistema è stato proposto dail’ambasciatore dello Yemen, ma non ha molte possibilità di essere adottato perché non è apprezzato dal professor Sartori. Spagnolo Il sistema spagnolo è visto con favore da molti, ma secondo alcuni ha il difetto di prevedere preliminari troppo impegnativi: una lunga guerra civile con milioni di morti, fucilazioni di poeti, accorrere convulso di combattenti da mezzo mondo, bombardamento di Guernica e successiva stesura di quadri di grandi dimensioni, una lunga dittatura. infine un processo di riconciliazione nazionale. Come mettere d’accordo la galassia dei partiti italiani su una soluzione così complessa? Anche Sartori è contrario. Sanremese Cerca di accontentare tanto i partiti grandi, che concorrono nella sezione Big, quando quelli piccoli, che si presentano tra le Nuove Proposte, il nuovo premier viene incoronato con il televoto dopo la mezzanotte dei sabato al teatro Ariston. Svantaggi: dopo una settimana nessuno ricorda più il nome dei vincitore e si rischia un pericoloso vuoto politico. Vantaggi: la vendita dei diritti televisivi permette di non gravare sul bilancio dello Stato, Perplessità dei professor Sartori. Salico il sistema salico, risalente a Carlo Magno, prevede l’incoronazione dell’imperatore per volontà divina. visto con molto favore da Berlusconi, che dopo defatiganti trattative con gli altri partiti si è detto costretto ad abbandonare il tavolo. «Abbiamo perfino proposto la rinuncia al manto di ermellino, ma non è servito a niente, Quando la volontà di trattare è zero, non resta che prenderne atto». Ha pesato anche il no di Sartori. Gnorkico il sistema in voga sul pianeta di Gnork, scelto da Berlusconi in seconda istanza. Prevede la nomina di un Imperatore per diritto divino, Ai critici, tra i quali il professor Sartori, che lo considerano troppo simile al sistema salico, Berlusconi ha replicato che di fronte al rifiuto di trattare non solo non si sarebbe arreso, ma avrebbe rilanciato con una terza proposta. Teocratico Il sistema teocratico, terza opzione di Berlusconi, prevede la nomina di un Imperatore a vita. «Per prevenire la stucchevole obiezione che anche questa mia terza proposta è identica alle altre», spiega Berlusconi, «ho però fatto introdurre dai miei costituzionalisti la variante Amon-Ra: l’imperatore, questa volta, non è eletto per diritto divino per il semplice fatto che egli stesso incarna la divinità. Dunque si autonomina, Negativo il giudizio di Vanni Sartori. MICHELE SERRA