Mario Calabresi, www.repubblica.it 16/1/2008, 16 gennaio 2008
aulenti
NEW YORK - Dopo due argenti è arrivato l’oro per Mitt Romney, che questa notte ha vinto le primarie del Michigan, lo Stato in cui è nato, ha studiato e dove è sepolto suo padre che qui fu tre volte governatore. Un’affermazione che lo rilancia nella corsa alla Casa Bianca dopo i secondi posti in Iowa e New Hampshire. Nessun presidente degli Stati Uniti è nato in Michigan, ora Mitt Romney sogna di riscrivere la storia e per farlo ha dovuto battere il senatore dell’Arizona John McCain con un distacco di nove punti (39 a 30), che smentisce nuovamente i sondaggi che li indicavano alla pari. McCain appariva lanciatissimo dopo aver vinto le primarie del New Hampshire e non si aspettava questo stop, ma non si è lasciato prendere dallo sconforto e da ex prigioniero di guerra in Vietnam, torturato per cinque anni a Saigon, ha commentato: "Sono piuttosto bravo nelle situazioni difficili". Romney, uomo d’affari miliardario - ha speso oltre due milioni di dollari in spot televisivi solo in Michigan - già organizzatore delle olimpiadi invernali di Salt Lake City ed ex governatore del Massachussetts, con una famiglia modello e cinque figli, ha però l’handicap di un’appartenenza religiosa minoritaria, essendo un mormone. Ma i cristiani conservatori del Michigan sembrano non essersi preoccupati troppo. "Questa sera - ha commentato Romney - segna l’inizio di un ritorno, è la vittoria dell’ottimismo sul pessimismo di Washington". La verità è che gli elettori di Detroit, la capitale mondiale dell’auto oggi in grave crisi, gli hanno creduto quando ha promesso di riportare quei posti di lavoro che hanno lasciato l’America per il Messico, il Brasile la Cina o l’India. Vuole rivitalizzare l’industria come fece suo padre, amministratore delegato dell’American Motors negli anni Cinquanta. La partita tra i repubblicani ora è completamente aperta, tre diversi candidati hanno vinto le prime tappe della corsa: il pastore battista Mike Huckabee in Iowa, John McCain in New Hampshire e ieri Romney. A loro va ancora aggiunto l’ex sindaco della New York dell’11 settembre Rudy Giuliani che continua a dirsi sicuro di vincere in Florida a fine gennaio, anche se intanto affonda miseramente: questa notte è arrivato ultimo con un misero 3 per cento. McCain invece punta sulla South Carolina dove si voterà sabato, e dove nel 2000 venne duramente sconfitto da George W. Bush, per posizionarsi in testa prima del 5 febbraio quando andranno alle urne contemporaneamente 22 Stati. I candidati democratici non hanno partecipato al voto in Michigan perché il partito ha punito lo Stato, che ha voluto anticipare le primarie, azzerando il numero dei delegati che parteciperanno alla convention di fine agosto. Barack Obama e John Edwards hanno ritirato i loro nomi dalle schede, mentre Hillary Clinton lo ha lasciato, tanto che gli elettori potevano solo scegliere tra lei e la scheda bianca. Ha vinto Hillary per 60 a 30 in un’elezione inutile, ma è da segnalare che l’elettorato nero è quello che si è rifiutato di votarla. (16 gennaio 2008)