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 2008  gennaio 16 Mercoledì calendario

Briatore è nel pallone. GQ gennaio 2008. La Trophy Room è rigorosamente no smoking, ma è facile immaginare la boiserie avvolta nelle volute dei sigari di azzimati soci che scambiano impressioni sul primo ministro Neville Chamberlain e, soprattutto, sui record di gol consecutivi di Tommy Cheetham, quando i Queens Park Rangers si stabilirono al Loftus Road Stadium, nel 1934

Briatore è nel pallone. GQ gennaio 2008. La Trophy Room è rigorosamente no smoking, ma è facile immaginare la boiserie avvolta nelle volute dei sigari di azzimati soci che scambiano impressioni sul primo ministro Neville Chamberlain e, soprattutto, sui record di gol consecutivi di Tommy Cheetham, quando i Queens Park Rangers si stabilirono al Loftus Road Stadium, nel 1934. La teca d’onore è occupata dalla Football League Cup, l’attuale Curling Cup, vinta 3-2 contro il West Bromwich Albion, nella prima finale giocata a Wembley. Foggia della coppa e caratteri arabescati delle incisioni ne tradiscono la data d’origine: 1967. Insomma, i cimeli farebbero sbavare i collezionisti, ma non sono recenti e neppure granché prestigiosi. Per esporre qualcosa di questa decade, bisogna aggrapparsi al premio vinto su Internet dal sito ufficiale. Insomma, l’avrete capito: se a Londra cercate Champions League, FA Cup e vittorie in Premier, l’indirizzo giusto non è nella zona di White City. Tant’è vero che, in attesa del match col Crystal Palace, l’elemento di maggior curiosità rimane Stuart "Psycho" Pearce, brutale ex nazionale (fallì il rigore decisivo nella semifinale con la Germania, a Euro 96) e attuale coach dell’Under 21, che addenta cosce di pollo con la stessa voracità con cui azzannava gli avversari. Che ci faccia qui è un mistero, che diventa ancora più fitto dopo aver visto la qualità dei giocatori in campo. Di convocabile, da sobri, non c’è proprio nessuno. E, visto che il bar offre vino di qualità inglese, risulta improbo capire come mai Flavio Briatore e Bernie Ecclestone si siano distratti dalla Fl per grattare le rogne di una squadra che è lì lì per naufragare pure in Championship, la serie B inglese. Ci facciamo aiutare proprio da colui che per tutti, dai tifosi agli steward, qui è semplicemente "FIavio". "Calcio e FI sono i due sport per eccellenza e noi abbiamo unito i mondi: competenze, marketing, sponsor, chi viene con noi risparmia". Esordisce mr. Billionaire. Non proprio una visione decoubertiana. "Non scherziamo! Senza passione, manca tutto. E, viste le condizioni dei QPR, la conseguenza è che mi incazzo parecchio. Abbiamo salvato la società un’ora prima della bancarotta e non abbiamo potuto fare la campagna acquisti. Ora siamo proiettati sul mercato di gennaio, ma se perdiamo contatti anche dalle ultime in classifica sono guai,,. Avete pagato i QPR 90 milioni di euro. Cifra con cui avreste acquistato una dignitosa squadra italiana di A. Perché prenderne una di B inglese? " un challenge. Qui sei sul mercato e giochi in una competizione pulita, dove le regole non hanno chiaroscuri. Una sfida con un unico metro di giudizio: il merito. Ecco perché qui ci sono investitori da tutto il mondo, mentre in Italia neanche uno". Novanta milioni, comunque, son mica bruscolini, per venti seviziatori di pallone. "Non è mai importante a quanto compri, ma importa a quanto vendi dopo cinque anni". Avete appena acquistato e già programmate di rivendere? A un discorso teorico. Poi, non va dimenticato che la cifra comprende anche lo stadio. Trovo scandaloso che in Italia abbiano permesso alle società di calcio di quotarsi in Borsa. Ci sono tante società ben gestite, una su tutte il Milan. Ma sono società il cui unico capitale sono undici persone che corrono dietro a una palla. Che consistenza finanziaria possono avere?". Una solidità tenuta insieme con gli spilli del decreto spalmadebiti. "Qui un’ora dopo la chiusura dei transfer, senza copertura finanziaria, c’è solo la bancarotta. Gli stipendi si pagano ogni settimana, e se dopo trenta giorni non li hai pagati tutti, ti tolgono 15 punti. Poi ti chiudono, senza possibili obiezioni. Per questo sono tutti onesti e solvibili". Come si può invertire la tendenza italiana? " impossibile. La casta degli eletti, che gestisce il calcio e ogni altro aspetto della società, dalla finanza alla politica, non ti permette nemmeno di partecipare. Figurati di vincere. Quindi, me ne sto alla larga. A me piace essere giudicato solo per i risultati". Leggendo la classifica, il giudizio rischia di non essere tenerissimo. "Quest’anno il target è salvarsi. il prossimo consolidarci e tra due conquistare la Premier League". Intanto, un problema i QPR l’hanno risolto: quello economico. "Su 19 mila posti di capienza totale, abbiamo una media di 16 mila spettatori: i biglietti costano molto più che in Italia, così facciamo il 50 per cento degli incassi del Milan campione d’Europa. La partita col Chelsea di FA Cup vale, da sola, un milione di sterline. Se arriviamo in Premier, ne prendiamo come minimo 60 di diritti televisivi, basta arrivare decimi e diventano 70. Poi, lo stadio è nostro: ci faremo concerti, lo renderemo davvero polifunzionale. Per questo abbiamo potuto riunire il gruppo d’azionisti migliore del mondo. Sono sei, tutti nella classifica di Forbes degli uomini più ricchi del pianeta". Come li avete convinti? "Qualche credibilità l’abbiamo. Bernie ha creato la FI, mentre io, nel mio piccolo, ho vinto sette mondiali. Sempre nel nome dell’efficienza. stato divertente anche soltanto raggiungerli: se passi dalla segreteria, va di lusso se ti ricevono sei mesi dopo. Ora siamo un club: ogni secondo lunedi del mese sappiamo che ci sono i QPR in agenda. Poi, naturalmente, non parleremo soltanto di calcio". Chi sono gli iscritti a questo club esclusivo? "Per il momento non posso renderlo noto. Ma lo farò presto". Mi dica almeno se c’è anche Antonio Giraudo, che si fa vedere spesso al Loftus Road. Magari è stato lui a suggerirle Gigi De Canio in panchina... "Sono amico di Antonio, ma non mi pare che sia su Forbes. Consigli? Anche se sono amico di Ecclestone, mica mi dà suggerimenti di automobilismo. Ascolto tutti, ma decido io". A proposito di Ecclestone, non c’è conflitto d’interesse in F1? "Bernie non fa le regole, quello è compito della Federazione. Non può avvantaggiarmi: lui si occupa soltanto dei diritti televisivi". Lei ha più volte manifestato insofferenza verso i "figli di". "Non è una questione in sé. Alessandro Benetton si è fatto spazio perché se lo merita. Marco De Benedetti alla Telecom ha fatto molto bene. Non sostengo che, se sei "figlio di", sei un pirla. Dico che in Italia il figlio del contadino non ha le stesse possibilità del figlio dell’industriale o del notaio. Prendiamo le grandi società statali: sono sempre gli stessi che le gestiscono. E lo fanno male. Risultato? Vengono rimossi, prendono bonus da capogiro e, invece di ritirarsi, vanno a far danni in altre società e prendono altri bonus. Ma è mai possibile? Dovrebbero beccarsi dei malus, altroché!". A proposito di conflitti d’interesse e parentele, lo diciamo che Nicholas Todt è il procuratore di Felipe Massa? "Io sono stato criminalizzato per i miei conflitti d’interesse (come agente di Fernando Alonso, ndr), ma, dico, se Massa va forte che c’entra Nicholas? L’importante è avere presente il focus". Me la spiega questa del focus? "Il mio è sempre stato la Renault, anche quando Fernando vinceva con noi, chiedendo, tra l’altro, la metà dei soldi della McLaren. Nonostante fosse un pilota mio, il mio focus primario è sempre stata la scuderia. Quando ero alla Benetton, mi son chiesto: perché comprare Senna o Prost quando chissà quanta altra gente brava esiste al mondo? E, quando l’ho trovata, a chi l’ho offerta? Al mio team, ovvio. Poi arriva il momento in cui non la puoi più trattenere, ma intanto hai vinto. I nostri mondiali con Schumacher sono stati estremamente meno cari di quelli della Ferrari. Perciò, se Nicholas fa bene il suo lavoro, non mi interessa niente che sia figlio di Jean". Da juventino all’estero, che idea si è fatto di Calciopoli? " lo specchio di quello che succede in Italia. Qual è il vero scandalo? Ognuno cercava di ottenere tutti i vantaggi che poteva, ma non c’è mai stato scambio di denaro. E la Juve ha pagato un prezzo decisamente troppo alto.Tutti avrebbero voluto fare quello che faceva Moggi: non ci riuscivano. Tutti lo cercavano e poi, dopo le intercettazioni, tutti pronti a saltare giù dal carro. Intendiamoci: Moggi era un male necessario per chi voleva vincere in Italia". Qual è la differenza più grande tra il calcio britannico e il nostro? "La cultura sportiva. Non vedrai mai un giocatore chiedere il cartellino giallo per l’avversario. E l’arbitro non è mai discusso, perché non si sente protagonista. In Italia sono tutti belli, atletici, telegenici. Qui hanno la pancetta e fischiano pochissimo, perché non smaniano per farsi notare. Non chiedo mai nemmeno chi è stato designato, perché è irrilevante. Allo stadio ci sono solo due stanze che contano: la cella per chi fa casino e la Player Room, dove dopo la partita i giocatori si incontrano con mogli e figli a bere e mangiare. Vuoi sentire un altro esempio?". Siamo qui apposta. "Giocavamo fuori casa contro il Charlton. Ero in ritardo; qui si transenna a 600 metri dallo stadio e si va a piedi. Tutti. Mi presento al primo poliziotto che trovo e quello mi dice che mi recupera una scorta. Arriva un agente a cavallo. Uno! E intorno soltanto sciarpe rosse. Ero terrorizzato. Be’, ho fatto quei 600 metri tra gli applausi dei tifosi del Charlton. Cultura". La importerà in Italia? "Neanche per idea! In Italia non ci torno più. In Inghilterra vivo, lavoro, ho casa. In Italia non ho niente, non mi lega niente". Soltanto un anno fa però a in 1/2 h, il programma di Lucia Annunziata, ha adombrato una possibile discesa in politica. E rilanciò: "I nostri rappresentanti sono scarsi". "In Italia è molto difficile capire chi lavora per il Paese. I politici hanno troppi clienti da servire e sono tutti clienti incazzati. Io non sono né di destra né di sinistra, dico soltanto che in Italia non si governa". Nel 2006 sentenziò che Romano Prodi non sarebbe durato. "Durare così è come non durare. Mi fa persino tenerezza: è Professore, sì, ma con gli scolari che gli scappano da tutte le parti, perché sanno che tanto non li boccia nessuno. Serve una legge elettorale che ridia ai cittadini il diritto di incidere sulla politica. Spero che un giorno ci siano due formazioni, in cui chi ha il 2 per cento non ricatti chi ha il 60 e, soprattutto, mi auguro che si comincino a fare le cose. Ecco, ci vorrebbe il Partito del Fare. Anzi, una bella dittatura illuminata". Per la cronaca: QPR - Crystal Palace 1-2, e ultimo posto in classifica, dopo 19 giornate. Nello spogliatoio, i giocatori perdenti hanno reso onore ai vincitori. Simone Stenti