Il Manifesto 13 gennaio 2008, Filippo Gentiloni, 13 gennaio 2008
Qualche cifra, da non sottovalutare. Il Manifesto 13 gennaio 2008. Quando si tratta di religioni le cifre non contano molto: non misurano il valore delle adesioni e dei consensi
Qualche cifra, da non sottovalutare. Il Manifesto 13 gennaio 2008. Quando si tratta di religioni le cifre non contano molto: non misurano il valore delle adesioni e dei consensi. Comunque non vanno sottovalutate, anche perché consentono qualche riflessione e anche qualche demitizzazione. Impediscono, forse, qualche esaltazione più o meno interessata, qualche eccessivo abbraccio fra religione e società civile, come spesso avviene dalle nostre parti. Qualche esempio, fra i più significativi, in un quadro generale certamente complesso e carico di contraddizioni. Calano, per fare un primo esempio, i battesimi dei bambini: un calo di circa il 12% in dieci anni (dal 89% dei nati nel 1994, al 77% nel 2004). Costante anche la diminuzione delle prime comunioni e delle cresime (dal 9,93 per mille cattolici all’8,43 dieci anni dopo). Analoghi i dati del calo delle cresime. Ancora più vistoso il calo dei matrimoni concordatari: nel 1981 se ne celebrarono l’82% circa del totale, ma nel 2004 soltanto il 69% circa. Corrispondentemente sale la percentuale dei matrimoni civili (dal 17% del 1991 al 31% del 2004). Anche se mancano dati precisi, è ovvio che sale notevolmente il numero delle unioni libere. D’altro canto le autorità cattoliche possono vantare alcune cifre a loro favore, come quelle degli studenti che scelgono di frequentare l’insegnamento di religione cattolica a scuola: cifre sempre molto alte, anche se in relativo calo con il crescere dell’età. Alto anche il numero degli studenti iscritti nelle università cattoliche, mentre è in diminuzione il dato degli iscritti nelle scuole medie private cattoliche. A favore del mondo cattolico anche il dato dell’8 per mille, che non è sceso mai al di sotto dell’80% del valore totale. Interessante anche osservare il numero dei cittadini italiani che professano religioni diverse dalla cattolica (dati forniti dalla Caritas): 20.000 gli ortodossi (in grande aumento); 363.000 i protestanti (in grande aumento i pentecostali); 29.000 gli ebrei; 400.000 i Testimoni di Geova; 10.000 i musulmani (in grande aumento); 15.000 gli induisti; 93.000 i buddisti; 100.000 vari movimenti del potenziale umano. Fra gli stranieri con regolare permesso di soggiorno sono in aumento gli ortodossi e coloro che si dichiarano non credenti; in diminuzione i cattolici e i protestanti. Può essere utile un confronto con alcuni dati francesi (Le Monde des religions di gennaio). In Francia soltanto il 51% si definisce cattolico (era l’80% venti anni fa) e soltanto una metà ritiene «certa o probabile» l’esistenza di Dio. Meno di un credente su dieci pratica regolarmente. Problemi che le autorità cattoliche non possono ignorare, anche se continuano a vantare le folle in piazza San Pietro e i politici «genuflessi», soprattutto in Italia. Filippo Gentiloni