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 2008  gennaio 14 Lunedì calendario

Giudice in mutua, era in barca a vela Una lunga assenza dal lavoro, durata mesi, per una patologia alla schiena che non le permetteva di stare a lungo in piedi o seduta

Giudice in mutua, era in barca a vela Una lunga assenza dal lavoro, durata mesi, per una patologia alla schiena che non le permetteva di stare a lungo in piedi o seduta. Ma, evidentemente, a bordo di una barca a vela sì, visto che nell’ultimo periodo di congedo, aveva partecipato a un’importante gara, preparatoria di una più impegnativa regata transoceanica. Comportamento costato caro a una donna magistrato del Veneto. La disciplinare del Consiglio superiore della magistratura le inflitto una doppia sanzione: perdita di un anno di anzianità e trasferimento d’ufficio. Il rapporto sul caso arrivò al Csm dal presidente della Corte d’appello. Accusava la collega si essersi "assentata dall’ufficio a più riprese e per periodi molto lunghi per motivi di salute", ma sottolineava che tutto ciò non le aveva impedito di "svolgere un’attività fisica altamente impegnativa". Cecilia Carreri, giudice di professione, è sportiva di razza: alpinista e velista (ha un sito internet personale in cui raconta le sue imprese). Nel 2005, unica donna italiana, ha partecipato alla regata oceanica Transat Jacques Vabre conquistandosi anche il titolo di madrina di ”Vele in piazza”, manifestazione organizzata dall’assessorato allo sport di Vicenza. E proprio questa regata è stato il motivo del suo deferimento al Csm. Il giudice, infatti, nello stesso anno aveva goduto prima di 45 giorni, poi di sei mesi di aspettativa per ragioni di salute, dal 26 febbraio al 26 agosto. E tra luglio e agosto di quell’anno aveva partecipato alla Rolex Fastnet race, gara tra le imbarcazioni di altura che si disputa al largo delle coste della Gran Bretagna, preparatoria della transoceanica Transat Jacques Vabre. Dal 30 agosto al 28 ottobre, poi, Cecilia Carreri avea preso un ulteriore periodo di aspettativa per malattia, al termine del quale aveva partecipato in congedo ordinario alla famosa transoceanica. La sua presenza a quest’ultima regata aveva avuto una "vasta eco" sui giornali e persino sul quotidiano francese "Liberation". Provocando disagio e disappunto tra i colleghi e gli avvocati del suo distretto, tutti sorpresi dal fatto che il giudice-skipper avesse potuto partecipare a una "prova così fisicamente impegnativa" dopo 9 mesi di malattia. Come si è difesa l’accusata? Ha spiegato che attività sportive di una certa difficoltà e di livello elevato le erano state "caldamente prescritte" per la sua patologia e che in ogni caso le sue assenze non avevano determinato alcun disservizio. "Le fatiche sportive, sicuramente, non sono state oggetto di prescrizioni mediche" l’ha contraddetta il Csm, citando i suoi stessi certificati medici. I colleghi giudici, pertanto, non hanno alcun dubbio: "Nel partecipare alle regate veliche nei periodi di aspettativa concessi per motivi di salute ha violato i doveri di correttezza". Inoltre, rilevano che il grande risalto dato alla sua partecipazione alla regata "ha determinato un grave danno all’ immagine del magistrato e alla credibilità dell’istituzione giudiziaria". DANIELA DANIELE