varie, 15 gennaio 2008
FILORAMO Giovanni
FILORAMO Giovanni Monopoli (Bari) 18 maggio 1945. Storico • «[...] storico del cristianesimo, non appartiene alla categoria dei razionalisti che liquidano la fede con sufficienza sprezzante. E tiene a prendere le distanze dagli scienziati, come Richard Dawkins e Daniel Dennett, che confinano le religioni in “una fase arcaica nella storia dell’umanità”. Pensa al contrario che esse “rientrino nella storia stessa della ragione”. Ma le affinità con Benedetto XVI si fermano qui. Nel saggio La Chiesa e le sfide della modernità, Filoramo ripercorre con attenzione e rispetto il difficile travaglio della cultura cattolica nell’era del disincanto. Tuttavia esprime un giudizio assai critico sul modo in cui Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger hanno riproposto la dottrina sociale della Chiesa come ancora di salvezza per le disorientate democrazie occidentali. Uno Stato laico, osserva, deve tener conto delle fedi religiose, ma “non può accettare la loro pretesa di essere invocate come fondamento della decisione pubblica”. Per quanto il magistero ecclesiastico insista sulla rispondenza delle proprie indicazioni a una legge naturale scolpita per l’eternità, esse non sono certo rimaste immutate nelle varie epoche storiche (si pensi all’atteggiamento verso la libertà di coscienza). Ma soprattutto, rileva Filoramo, “rimandano a postulati religiosi che, per loro natura, sono sottratti al dibattito pubblico tipico della democrazia liberale”» (“Corriere della Sera” 15/1/2008).