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 2008  gennaio 14 Lunedì calendario

Sorpresa

Elenco Titoli Stampa questo articolo   LUNED, 14 GENNAIO 2008   Pagina 44 - Automotori   Sorpresa a Detroit: spuntano le city car   Verve, Beat e Smart contro i giganti. Aspettando la Fiat 500       Ma sugli stand resistono le solite auto oversize piene di cavalli Al via il salone americano. Scenari, anteprime e strategie. Vendite in calo e industria in crisi. Giapponesi pronti al sorpasso   Sorpresa a Detroit: spuntano le city car èpiù facile fare una auto da 2500 dollari o vendere una piccola auto in America? Fino a poco tempo fa le due cose sarebbero apparse ugualmente improbabili se non impossibili; la prima ipotesi per motivi tecnici, la seconda per evidenti tradizioni culturali. Invece, alla vigilia del Salone di Detroit e in contemporanea con quello di New Delhi, le notizie che rimbalzano dai due lati del pianeta sembrano sconvolgere queste convinzioni e aprire nuovi orizzonti. E´ ancora presto per dire che il mondo cambia assieme al clima, ma ci sono segni importanti di una rivoluzione in corso, e quella dell´atteggiamento americano nei confronti dell´auto è sorprendente perché si parla della potenza industriale che ha dato di più all´evoluzione dell´auto e che l´ha celebrata in nome del "bigger is better". Invece adesso si cambia, e pare proprio una prospettiva concreta che i costruttori hanno pianificato in tutti i dettagli, con il conforto di una previsione di vendite di quasi 3 milioni e mezzo di queste auto nel 2012. La Verve è la staffetta di quella che potrebbe essere definita "la Fiesta degli americani", una vettura sotto i 3.7 metri che sarà commercializzata il prossimo anno secondo una strategia globale accuratamente definita, come afferma lo stesso Richard Parry-Jones (responsabile prodotto Gruppo Ford): «Il segmento B sta diventando forte in Canada e anche negli USA è destinato a crescere; in questo settore, come in quello dei motori diesel, l´Europa è leader e può dare moltissimo, in America ci sono ottime competenze nella ricerca e sul piano industriale. In questo modo vecchio e nuovo continente avranno un rapporto sempre più stretto per concepire e produrre nuove vetture». Su questo principio è infatti nata la piattaforma globale sulla quale è stata realizzata la Mazda2, la futura Fiesta e la nuova "piccola americana" e con una strategia analoga il Gruppo GM ha messo in cantiere l´accoppiata Opel Agila-Suzuki Splash e annunciato la produzione della Chevrolet Beat. Per il momento il Gruppo Chrysler appare un po´ spiazzato, anche se i suoi concept a propulsione ibrida ed elettrica sono decisamente compatti e se già nel 2006 avevano presentato la Dodge Hornet. La scoperta delle piccole da parte dell´America è quindi una realtà molto più concreta delle solite proposte futuribili: il motivo è evidente nei costi dei carburanti, in costante ascesa, che costringono anche il mercato più ricco e sprecone a fare i conti con il portafoglio. In questa fase di svolta europei e giapponesi possono permettersi di stare a guardare perché le "piccole" giuste le hanno già, anche se un po´ costose per il mercato USA; c´è quindi la possibilità di approfittare del downsizing nei gusti degli americani facendo valere la nostra superiorità in fatto di design e tecnologia, come la Smart sta dimostrando. Quanto basta per considerare l´ipotesi ventilata da Marchionne di portare la 500 in America qualcosa di più di una battuta. C´è anche da dire che l´apertura alle auto compatte e "risparmiose" non comporta nessun ripensamento su quelle che sono le tradizioni nazionali e questo rende il panorama del Salone di Detroit un po´ schizofrenico, con le piccole fianco a fianco con le solite esagerazioni: SUV come il Ford Explorer da 340 Cv, pickup come il Dodge Ram 5700 da 380 Cv, e berline come la Cadillac CTS-V il cui 6200 sfodera ben 550 Cv. DANIELE P.M. PELLEGRINI