Lettera di Camillo Langone a me., 14 gennaio 2008
aulenti
Su mia richiesta (GdA), Langone m’ha mandato la biografia per il Catalogo: Camillo Langone è nato a Potenza e vive a Parma dopo avere abitato a Vicenza, Verona, Caserta, Viterbo, Pisa, Bologna, Reggio Emilia, Trani. Ha pubblicato alcuni libri, l’ultimo dei quali è "La vera religione insegnata alle ragazze" (Marsilio 2007): "Mai un argomento così scoraggiante è stato trattato in modo più divertente" (Giuseppe Scaraffia, Io donna, 3.11.2007). Scrive tutti i giorni sul "Foglio" e spesso sul "Giornale" e su "Panorama", occupandosi in particolar modo di letteratura, enogastronomia e religione. Sul "Foglio", oltre alla rubrica quotidiana, cura la pagina dei ristoranti e quella delle messe, la prima del genere mai apparsa in Italia. Un altro virgolettato, se ti serve: "Andrebbe fatto cardinale e, insieme a lui, pure il suo amato Mecenate, quel geniaccio di Giuliano Ferrara. Camillo Langone, secondo logica definito giornalista e scrittore, concretamente è molto di più, nel suo lavoro e con ogni probabilità nella sua stessa vita terrena: vale a dire è irrefrenabilmente narcisista, puntigliosamente ortodosso in tema di fede e scrittura (e Scritture), amabilmente travolto dal vortice di un erotismo sopraffino non senza indugi a libertinismi tra il boccaccesco ed il casereccio al punto da meritarsi nel corso del tempo l’epiteto di maestro della pornografia cattolica" (Peppe Rinaldi, Cronache del Mezzogiorno, 17.11.2007). Io (GdA) gli ho scritto: Mogli? Figli? Papà e mamma che facevano? Manca la tua passione per le donne. Il tuo cattolicesimo va definito con più chiarezza. Lui ha risposto: Amo il Mistero e anche un po’ il mistero, per cui niente mogli, figli, genitori. Longanesi non ha scritto per me il motto nazionale "Tengo famiglia". Non amo il familismo perché è sempre amorale oltre che l’anticamera della mafia. Comunque, se è questo che interessa, non sono un figlio d’arte né un figlio di papà: mia nonna era analfabeta, io non ho frequentato licei né università, ho sempre dovuto lavorare. Altro blasone: non sono iscritto all’ordine dei giornalisti, non ho mai fatto nemmeno la domanda. Io non so se ho davvero tutta questa passione per le donne, semplicemente ho sempre trovato, fin da piccolo, più naturale e interessante frequentare femminucce piuttosto che maschietti. Mai sopportato il calcio, la formula uno, gli amici del bar, il biliardo, il gioco delle carte, gli addii al celibato, insomma l’armamentario del cameratismo. Sono cattolico romano praticante e militante, da sempre, quindi non sono un ateo devoto né un convertito. Camillo Io (GdA) gli ho riscritto: Suppongo che ”lavorare” in questo momento significhi ”scrivere”. Ma prima? Lui ha risposto: Appunto non essendo ricco di famiglia né pauperista (sempre amato il lusso, sempre viaggiato in prima classe anche quando non avevo i soldi nemmeno per la seconda) sono arrivato al giornalismo tardi, quando ho intravisto la possibilità di guadagnare. Prima ho fatto tanti mestieri: barista, bagnino, deejay, organizzatore di discoteche, stocchista di abbigliamento, sondaggista politico, copywriter... Io (GdA) gli ho riscritto: Beh, ci sarebbe da interrogarti a lungo. Oltre tutto, m’hai dato il luogo di nascita, ma non la data. Devo corrompere quelli dell’anagrafe di Potenza? Lui ha risposto: La data? Tu mi vuoi male. Non lo sai che, come ha scritto Giuseppe Gioachino Belli, "la morte sta nascosta negli orologi"? Io (GdA) gli ho riscritto: Giuliano, quando per la prima volta gli ho nominato il Catalogo dei viventi, s’è grattato le palle.