La Stampa 12 gennaio 2008, Maria Chiara Bonazzi, 12 gennaio 2008
Si sposano e scoprono di essere gemelli. La Stampa 12 gennaio 2008. Erano stati separati alla nascita, subito adottati da famiglie diverse, e non sapevano di essere gemelli
Si sposano e scoprono di essere gemelli. La Stampa 12 gennaio 2008. Erano stati separati alla nascita, subito adottati da famiglie diverse, e non sapevano di essere gemelli. Lo hanno scoperto, con orrore, dopo che sono diventati marito e moglie. Adesso l’Alta Corte di Londra ha concesso loro l’annullamento del matrimonio con un’udienza speciale al termine della quale un Lord ha ammonito che la legge deve rafforzare il diritto di conoscere l’identità dei propri genitori biologici. un affondo alle riforme attualmente in discussione alla Camera dei Pari, che secondo alcuni critici metterebbero in pericolo questo diritto. Ben lungi dall’assomigliare ai mitici gemelli wagneriani Siegmund e Sieglinde, che, separati da piccoli, si riconoscono da adulti e si amano consapevolmente fino a generare un figlio, questi fratello e sorella inglesi, la cui identità è stata tenuta riservata, si sono ritrovati loro malgrado sprofondati in un incubo da tragedia greca. Nessuno dei due, tanto per cominciare, sapeva di avere un gemello o una gemella. Dunque nessuno dei due si è mai messo in cerca dell’altra metà mancante. Quando si sono incontrati, innamorati e sposati erano perfettamente ignari della loro condizione. Il professore e Lord Alton, che ha saputo del loro caso da un giudice dell’Alta Corte e non ha voluto identificarli, ha soltanto detto che i gemelli avevano provato «un’attrazione inevitabile» l’uno per l’altra. «Il giudice ha dovuto tener conto delle conseguenze del loro matrimonio e di tutti i problemi legati alla loro separazione», ha detto. Il risultato è che il matrimonio, dal punto di vista legale, è come se non fosse mai avvenuto. Ma l’unione, e il successivo trauma, sono esistiti, eccome. Ecco perché, ha detto lo stesso Lord Alton al quotidiano londinese Evening Standard, «il diritto dei figli di conoscere l’identità dei loro genitori biologici è un diritto umano. Ci saranno altri casi come questo se ai figli viene negato l’accesso alla verità. I bisogni dei figli devono venire prima di tutto». Intervistato dalla Bbc, ha poi aggiunto: «Se si comincia a cercare di nascondere l’identità di qualcuno, prima o poi la verità verrà fuori. Se non si sa di essere biologicamente imparentati con qualcuno, si può sviluppare un’attrazione e tragedie come questa possono succedere». Non è la prima volta che fratelli e sorelle biologici separati da piccoli provano attrazione l’uno per l’altra senza sapere di essere figli degli stessi genitori, spiega Pam Hodgkins, dirigente dell’associazione Adults Affected by Adoption: «Abbiamo una fortissima avversione conscia all’incesto, ma quando due persone non sanno di essere parenti possono essere naturalmente attratte dalla reciproca somiglianza. E non c’è somiglianza più grande di quella tra fratelli». Una storia traumatica come questa è comunque estremamente rara, osserva Mo Reilly, responsabile dell’associazione britannica per l’adozione e l’affidamento: «Trenta o quarant’anni fa sarebbe stato più probabile che due gemelli crescessero senza sapere nulla l’uno dell’altra», ma oggi i figli adottati hanno una maggiore consapevolezza della propria famiglia d’origine. «Questo triste caso è comunque la riprova del perché la nuova tendenza alla trasparenza sull’adozione sia così importante». La legge britannica prevede l’annullamento del matrimonio nel caso in cui i coniugi siano parenti stretti, sotto il limite d’età dei 16 anni o nell’eventualità di bigamia. Le statistiche dicono che nel 2005 ci sono stati 251 annullamenti nel Regno Unito, ma non ne specificano le cause. La storia dei gemelli sposati viene fuori in un momento delicato, proprio mentre i Lord si preparano a votare martedì su una serie di controverse riforme di bioetica. Ma secondo il dottor Allan Pacey, andrologo e segretario della British Fertility Society, il rischio che i bambini concepiti dagli stessi donatori di ovuli o sperma finiscano a loro insaputa con l’unirsi e generare figli rimane minimo: « molto più basso rispetto al rischio di sposare il tuo fratellastro o sorellastra in un caseggiato popolare urbano», nei quartieri problematici britannici in cui la percentuale di figli generati da un altro uomo che non sia il marito o compagno arriva al 20%. Maria Chiara Bonazzi