Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  gennaio 12 Sabato calendario

Carte di credito, nuovo spettro a Wall Street

Carte di credito, nuovo spettro a Wall Street. La Repubblica 12 gennaio 2008. NEW YORK - Con un atto di fede coraggioso (o addirittura temerario, secondo alcuni analisti di Wall Street), il chief executive della Bank of America Kenneth Lewis ha scommesso ieri su una imminente ripresa economica negli Stati Uniti, rilevando per 4 miliardi di dollari, e salvandola così da un probabile fallimento, la Countrywide financial, l´azienda-simbolo della crisi subprime. «Sono ben consapevole dei problemi del settore immobiliare, ma questa è una occasione irripetibile», ha spiegato Lewis, il cui istituto, che è già al secondo posto nelle graduatorie bancarie, diventerà il protagonista indiscusso nel mercato dei mutui. La mossa della Bank of America non è stata sufficiente per restituire ottimismo ai mercati azionari, che sono sembrati più spaventati da una crisi del sistema delle carte di credito visto l´allarme di American Express che ha denunciato la crescita delle insolvenze della clientela. Il titolo è caduto così come quelli di Tiffany e McDonald, gruppi colpiti dalla riduzione delle vendite. Dopo le flessioni di Tokyo, Parigi e Londra, e l´andamento pressoché stazionario di Milano e Francoforte, Wall Street ha chiuso perdendo l´1,9%. L´oro invece continua il suo volo: ha superato i 900 dollari l´oncia, dopo aver guadagnato circa il 30% nel 2007. Quando l´estate scorsa è cominciata a scricchiolare l´impalcatura di mutui e crediti, si è subito capito che la Countrywide sarebbe finita male. Creata nel 1969 da Angelo Mozilo, figlio di un macellaio del South Bronx emigrato dall´Italia, la società californiana era diventata il maggior centro americano di erogazione di mutui. All´inizio del 2007 Mozilo gestiva mutui per un totale di 406 miliardi di dollari, poi è diventato il parafulmine della crisi. Le azioni sono crollate. E sommerso da perdite e cause giudiziarie, sembrava sull´orlo del fallimento. «Vendere è stata la decisione giusta», dice Mozilo, che secondo il Los Angeles Times incasserà una buonuscita di 115 milioni di dollari, destinata a provocare le proteste delle vittime dei pignoramenti. Meno chiare, invece, sono le prospettive della Bank of America, che pagherà con titoli propri le azioni della Countrywide, valutandole 7,16 dollari ognuna, con uno sconto del 7,6 per cento rispetto ai prezzi di mercato. Di sicuro, senza un intervento del genere, Lewis rischiava di perdere 2 miliardi di dollari investiti nell´agosto scorso nella società di Mozilo. E dovrà ora accollarsi il costo della ristrutturazione (1,2 miliardi di dollari) e gli oneri della ricapitalizzazione (2 miliardi). In prospettiva - ma si parla del 2011 - questi sforzi saranno ricompensati con risparmi sui costi e un ruolo-chiave nei mutui. A complicare la scommessa del chief executive sono soprattutto le condizioni dell´economia americana, che balla con la recessione. E mentre l´American Express denuncia ritardi sempre più cronici nel pagamento delle carte di credito, Citigroup e Merrill Lynch - rispettivamente primo gruppo bancario e prima società di Wall Street - si apprestano ad annunciare altre maxi-perdite per 15 miliardi di dollari legate alla crisi subprime. Ed entrambi puntano ora all´ingresso di capitali freschi forniti da fondi sovrani: si parla di 10 miliardi di dollari per Citigroup e 4 per Merrill Lynch. ARTURO ZAMPAGLIONE