La Repubblica 11 gennaio 2008, Giampiero Martinotti, 11 gennaio 2008
La battaglia di Le Monde. La Repubblica 11 gennaio 2008. La tensione è palpabile quando si penetra nel grande vascello di boulevard Auguste-Blanqui che ospita la redazione di Le Monde
La battaglia di Le Monde. La Repubblica 11 gennaio 2008. La tensione è palpabile quando si penetra nel grande vascello di boulevard Auguste-Blanqui che ospita la redazione di Le Monde. Gli spettri di Arnaud Lagardère, del finanziere Vincent Bolloré e del gruppo spagnolo Prisa, editore di El Paìs agitano i sonni di giornalisti e impiegati, riempiono d´angoscia il direttore, Eric Fottorino, che teme l´arrivo di un amministratore giudiziario: «Una soluzione impensabile - ha scritto in un breve editoriale con cui ha allertato i lettori - Sarebbe devastante in termini di immagine. Devastante anche per un´impresa che vivrebbe questa intrusione come un trauma ingiustificato». Un´avventura che si concluderebbe, inevitabilmente, con la fine di un´epoca: i giornalisti e gli impiegati perderebbero il controllo della società. «Sì, il morale è basso, la base è inquieta», dice una giornalista che guarda con un certo distacco alle vicende interne. Lunedì, quando ha riunito tutto il personale per i tradizionali auguri di inizio anno, Fottorino è stato ascoltato in silenzio. Hanno bevuto le sue parole, trasalito di fronte ai pericoli che minacciano l´indipendenza della testata e alla fine lo hanno sostenuto: «Hanno applaudito tutti: giornalisti, quadri, impiegati. Per uno o due minuti, senza interruzioni». Quel giorno, il direttore è diventato davvero l´anima e l´interprete di tutto il giornale. Ieri, durante un´assemblea informativa, l´atmosfera era la stessa, «sia pur senza gli applausi». E´ un fatto che sottolineano tutti, i dirigenti saliti ai vertici della testata negli ultimi mesi come i redattori ordinari: questa volta la redazione è unita, a parte un piccolo drappello di fedeli alla gestione di Jean-Marie Colombani. In passato, i giornalisti si erano divisi in fazioni, si erano fatti la guerra. Questa volta no, la redazione ha deciso di schierarsi dietro il suo direttore anche se, come precisa qualcuno, «Fottorino non entusiasma nessuno». Ma è rimasto l´unico a poter difendere il simbolo dell´indipendenza che contraddistingue i giornalisti di Le Monde: il controllo del gruppo. Eppure, la crisi è difficile, profonda. Dopo aver provocato il "licenziamento" di Colombani, il presidente della società dei redattori, Jean-Michel Dumay, ha spinto alle dimissioni anche il direttorio che lo aveva sostituito. Ne ha contestato la gestione, la separazione della filiale Internet e soprattutto l´idea di un´inevitabile ricapitalizzazione, che avrebbe tolto la maggioranza al personale. Lagardère e Prisa, come ha detto un portavoce dell´azienda spagnola, sono pronti a varcare il Rubicone: «Se le discussioni vanno in porto, Lagardère potrebbe assicurare un ruolo operativo, mentre Prisa garantirebbe l´indipendenza editoriale del giornale». Un´ipotesi respinta dalla redazione, che proprio per questo si è stretta attorno al suo direttore: «Sono l´ultimo scudo - dice Fottorino tra una riunione e l´altra - La redazione sente l´imminenza di un grave pericolo, la fine di un giornale che non sarebbe più dei giornalisti, ma sotto il giogo di azionisti esterni». Fottorino sa di non poter scherzare con le cifre: «La crisi economico-finanziaria ci impone di ritrovare una redditività ben superiore all´attuale. Ma non abbiamo il coltello sotto la gola, misure serie di economia e un piano di rilancio credibile possono consentirci di evitare una ricapitalizzazione. Abbiamo quattro settori in cui possiamo lavorare: il quotidiano, i periodici, i siti interattivi e i prodotti derivati, come libri e cd». Uno dei suoi più stretti collaboratori aggiunge: «Gli azionisti esterni devono capire che non lottiamo contro qualcuno, ma solo per mantenere e rispettare l´identità della testata». Lunedì prossimo, i soci ascolteranno i progetti di Fottorino. Ieri sera, malgrado le difficoltà, in boulevard Auguste-Blanqui sembrava spuntare una speranza, c´era un po´ più di fiducia rispetto ai giorni scorsi: anche questa volta, l´indipendenza di Le Monde potrebbe essere salvata. GIAMPIERO MARTINOTTI