Panorama 10/01/2008, ANNA JANNELLO, 10 gennaio 2008
Arriva l’auto da 1.700 euro. Panorama 10 gennaio 2007. Un lungo viaggio di 3 giorni, da Puna a New Delhi, avvolta in teli robusti che non facciano trapelare nulla delle sue forme
Arriva l’auto da 1.700 euro. Panorama 10 gennaio 2007. Un lungo viaggio di 3 giorni, da Puna a New Delhi, avvolta in teli robusti che non facciano trapelare nulla delle sue forme. Per poi essere guardata a vista, 24 ore al giorno, da agenti fidati fino al D-day, il 10 gennaio, quando l’oggetto di tante attenzioni, l’auto più attesa dell’anno, verrà svelato. Nel grande stand, 5.200 metri quadrati, di Tata Motors e Fiat India al 9°Auto Expo, importante fiera automobilistica biennale della capitale indiana, si conoscerà il nome di quella che finora è stata chiamata «1 lakh car», l’auto da 100 mila rupie. Ratan Tata, 69 anni, presidente dell’impero Tata (98 società attive in 85 paesi, 290 mila dipendenti, un fatturato di 28,8 miliardi di dollari, pari al 3,2 per cento del pil indiano), l’ha sempre chiamata «people’s car», l’auto del popolo. Un progetto che ha coltivato da anni: «L’idea della piccola auto familiare mi è venuta guardando una scena comune nel le nostre città e campagne: un padre in moto, un bambino sul serbatoio, la moglie dietro con in braccio un altro bimbo. Perché non dare loro un mezzo di trasporto più sicuro?» si è chiesto l’erede della più antica dinastia industriale indiana. Così è partita la sfida a produrre una quattro ruote al prezzo di 100 mila rupie (1.730 euro), di poco superiore a quello delle moto più accessoriate. Il risultato della ricerca che ha tenuto impegnati i progettisti della Tata Motors e gli «esterni» della Idea, l’azienda di design torinese che ha collaborato per la carrozzeria, è un’utilitaria con un motore da 600 cc, 35 cavalli di potenza, trazione posteriore, in cui potranno prendere posto 4-5 persone. Rivolta unicamente al mercato indiano, inizialmente è prevista solo con motore a benzina: «Non è un risciò adattato a quattro ruote, ma un’auto elegante» ha dichiarato Ravi Kant, amministratore delegato della Tata Motors (7,2 miliardi di dollari di fatturato), che l’ha definita «fabulous». I primi esemplari inizieranno a circolare nell’estate 2008, la capacità produttiva è di 250 mila unità l’anno. Verranno costruite a Singur, 35 chilometri da Kolkata (Calcutta): l’area all’inizio del 2007 è stata teatro di scontri con i contadini espropriati dei loro campi dal governo (comunista) del West Bengala per far posto al nuovo impianto. L’auto da sogno ha come mercato potenziale i 58 milioni di indiani (su 1,1 miliardi) con un reddito annuo superiore ai 4 mila euro. Con solo tre auto ogni 1.000 abitanti il mercato automobilistico è in rapidissima crescita: gli 1,2 milioni di vetture vendute nel 2007 diventeranno 3 milioni nel 2015, anno in cui è previsto che il 34 per cento del settore low cost mondiale verrà costruito in India. Per contendere alla Tata un mercato così promettente altre aziende, come Hyundai e Toyota, aumentano la produzione e progettano vetture economiche, mentre la Bajaj, massimo produttore indiano di due e tre ruote, ha stretto un’alleanza con la Renault Nissan per costruire entro il 2010 un’auto da 2 mila euro. Battute polemiche sono invece arrivate da Osama Suzuki, presidente della Maruti Suzuki (detiene il 54 per cento del mercato auto grazie alla Maruti 800, 3.400 euro), che si è dichiarato scettico sulla sicurezza e preoccupato per le emissioni inquinanti della «1 lakh car». A rendere meno luminoso il sogno della Topolino indiana contribuiscono le contraddizioni del subcontinente: cronica mancanza di autostrade, traffico caotico e inquinamento delle grandi città. ANNA JANNELLO