Quattroruote Gennaio 2008, 11 gennaio 2008
Cinque domande per il 2008. Quattroruote Gennaio 2008. 1. Benzina. Quali sono i marchi meno cari? Vale la pena sporcarsi le mani al self? 2
Cinque domande per il 2008. Quattroruote Gennaio 2008. 1. Benzina. Quali sono i marchi meno cari? Vale la pena sporcarsi le mani al self? 2. Euro 5. Quando si potranno comprare auto con questa omologazione? Conviene aspettarle? 3. Neopatentati. Quando e per chi entreranno in vigore le norme peso/potenza? 4. Incentivi. Che cosa succede con la rottamazione? Quali altri bonus ci sono? 5. Vendere. l’auto vero che su Internet si spuntano i prezzi migliori? vero che tra un marchio e l’altro di carburanti ci sono differenze di prezzo consistenti? vero che vendendo l’auto usata su Internet si possono spuntare prezzi migliori? vero che gli incentivi statali ci saranno anche nel 2008? vero che le Case automobilistiche stanno per mettere in vendita le prime vetture Euro 5? vero che i neopatentati non potranno guidare macchine di un certo tipo? Sono le domande che negli ultimi tempi ci siamo sentiti porre più spesso dai nostri lettori. Nelle pagine che seguono troverete tutte le risposte. Parliamoci chiaro, prevedere il futuro è impossibile e in alcuni casi non abbiamo potuto far altro che raccontare qualche bella storia oppure dare ai nostri lettori utili indicazioni e qualche buon consiglio. Un anno di novità Sta di fatto, comunque, che il 2008 sarà un anno di grandi cambiamenti: entro il 2 luglio, per esempio, arriveranno le nuove norme antinquinamento Euro 5 e, probabilmente, entro la fine dell’anno saranno in vendita le prime macchine «ecologiche». Il 1° febbraio entreranno in vigore i nuovi limiti di guida per i neopatentati. E poi - anche se al momento di andare in stampa la decisione non è ancora stata ratificata - dovrebbero essere prorogati gli incentivi alla rottamazione delle auto più vecchie e inquinanti. Restano, comunque, in vigore per tutto il 2008 gli incentivi all’acquisto di auto nuove omologate a gas e tornano il 1° gennaio (fino a esaurimento dei fondi) quelli alla trasformazione a Gpl o metano delle vetture a benzina già circolanti. Insomma, di carne al fuoco ce n’è parecchia. Quanto basta per tenere sotto mano le pagine che seguono, una specie di vademecum delle cose che bisogna sapere per affrontare con tranquillità i prossimi 12 mesi. BENZINA. Quello del costo dei carburanti sarà sicuramente uno dei temi più «caldi» del 2008. inevitabile, visto che il prezzo del barile di petrolio difficilmente scenderà più di tanto per diverse cause: prime tra tutte, la necessità di compensare la debolezza del dollaro e la forte domanda dei Paesi emergenti, come Cina e India. L’unica soluzione per i consumatori, quindi, è l’autodifesa: imparare a risparmiare da soli. SaPer SCeGLiere Intanto cerchiamo di capire chi applica i prezzi più alti e chi, invece, i più convenienti. semplice: basta fare la media, marca per marca, dei prezzi comunicati giornalmente dalle società petrolifere al ministero delle Attività produttive. I risultati sono sintetizzati nelle tabelle di questa pagina. Come si vede, i loghi di Shell, Api e Total sono quelli che ricorrono più spesso nelle «parti alte» della classifica. Sulla media annuale Shell è sempre la compagnia più cara, affiancata da Api e IP (dello stesso gruppo) per la benzina e il gasolio self-service. Al contrario, Tamoil pratica le tariffe più convenienti; qualcuno sostiene che è perché la società libica sta per uscire dal mercato italiano e, quindi, punta più sui volumi di vendita che sui profitti. Ma all’automobilista questo interessa poco, conta di più il risparmio sul pieno. Che può essere singificativo: per la benzina al self la differenza tra la più cara e la più conveniente è di 8 millesimi. Ma ancora più interessante è lo scarto medio tra le pompe self-service e quelle con servizio: la media si attesta in genere sui 20 millesimi, che significa circa un euro su un pieno di 50 litri. Ecco, quindi, le prime, semplici regole per risparmiare: scegliere la marca più conveniente e fare da sé al distributore. Con un’avvertenza: i prezzi comunicati al ministero sono solo «consigliati », quindi i gestori possono praticare quelli che vogliono. Per il rifornimento abituale vale la pena controllare più punti della propria zona e scegliere il migliore; nei pressi dei centri commerciali o di grossi impianti il «marketing territoriale» fa da calmiere anche sulle altre pompe. Insomma, guardarsi in giro costa poco e vale sempre la pena. Vendite in Perdita. A parte il caso-record di Collestrada (vedere riquadro a fianco), le pompe presso gli ipermercati sono spesso le più economiche: prevedete, però, di perdere un po’ di tempo perché sono le più affollate. Queste strutture riescono a praticare tariffe più competitive perché godono del sostegno economico degli altri esercizi del centro commerciale, interessati ad attirare i clienti, che poi faranno altri acquisti. In pratica possono vendere i carburanti senza guadagnarci o anche in perdita, perché gli utili derivano da altre categorie merceologiche. Difficile dire se vedremo nel 2008 più impianti del genere: la riforma del ministro Bersani, che voleva allentare i vincoli alla realizzazione di queste stazioni di servizio, si è arenata in Parlamento. i nUovi ProtaGoniSti Un’alternativa ai centri commerciali è data dalle cosiddette benzine «no logo», ovvero quelle che inalberano insegne diverse dai grandi marchi petroliferi. Ormai gli automobilisti hanno imparato a conoscerle e a fidarsi, approfittando dei prezzi convenienti che praticano. Una di queste società, la IES, ha registrato negli ultimi mesi una crescita consistente. «Abbiamo circa 200 punti vendita», spiega Pietro Vannucci, direttore commerciale della società controllata dal gruppo ungherese Mol), «ma nel 2008 arriveremo a 280 stazioni di servizio, che diventeranno 500 nell’arco di un quinquennio ». Lo sforzo economico non produrrà aumenti di prezzo: «La nostra crescita dimensionale non comporta un aumento proporzionale dei costi; manteniamo una struttura snella rispetto alle grandi società e scegliamo punti vendita che offrano vantaggi logistici per farne beneficiare il consumatore». Ultima avvertenza: in genere i carburanti sono più cari in autostrada, anche se spesso nei giorni festivi il prezzo si abbassa a seguito di offerte che riguardano, però, solo il rifornimento self-service. EURO 5. Tutti ne parlano, ma nessuno l’ha vista. Parliamo dell’Euro 5, la nuova normativa sulle emissioni inquinanti di cui si discute, ormai, da parecchi mesi (e che diventerà obbligatoria per tutte le nuove auto a partire dal gennaio 2011). Per ora solo di chiacchiere si tratta, visto che non è (ancora) possibile immatricolare auto che rispettino le nuove e più severe regole. Il 2008, però, sarà l’anno della svolta. Entro il 2 luglio, infatti, verranno emanate le nuove norme e le Case potranno partire con le prime omologazioni. Certo, non è detto che decidano di farlo subito, però è probabile che un colpo d’acceleratore lo dia chi si è già sbilanciato affermando che la tal macchina è «in linea con le norme Euro 5», la Fiat (con la «500») o la Volkswagen (con la «Tiguan»), per esempio. Ma che cosa succederà con l’arrivo delle prime Euro 5? Impossibile dirlo, anche perché non si possono prevedere le iniziative politiche e commerciali che verranno adottate. Se, però, si ripensa a ciò che è accaduto in occasione dei precedenti «salti» di classe ambientale, è ragionevole immaginare due possibili conseguenze: sui prezzi del nuovo e sui valori residui dell’usato. Per quanto riguarda i primi, il plus tecnologico di cui saranno dotati i motori (soprattutto quelli a gasolio) comporterà un maggiore costo industriale (di 3-400 euro per i motori a gasolio, la metà per i motori a benzina) che impatterà (in misura maggiore) anche sui prezzi di listino. Per quanto riguarda i valori residui, quelli delle macchine appartenenti alla classe precedente potranno subire un improvviso calo. Sarà bene tenerne conto in fase d’acquisto. Per il 2008, comunque, saranno ancora le Euro 4 a farla da padrone. NEOPATENTATI. Segnatevi questa data, o diciottenni che state per mettervi al volante: 1° febbraio 2008. Tutti i titolari di patente di categoria B conseguita a partire da quel giorno, infatti, dovranno sottostare a un obbligo in più, il divieto di guidare auto con rapporto potenza/tara superiore a 50 kW/tonnellata. Non bastavano i limiti di velocità ridotti (per tre anni divieto di superare i 100 km/h in autostrada e i 90 km/h nelle strade extraurbane principali); non bastava il raddoppio dei punti in caso di violazioni commesse entro i primi tre anni di patente. Ci voleva anche un nuovo divieto. Parliamoci chiaro, si tratta di una norma iniqua e per molti aspetti ridicola. Non è paradossale che dal 1° febbraio 2008 con il foglio rosa si possa guidare qualsiasi auto e con la patente no? Non è paradossale che, sempre dal 1° febbraio, si possano guidare macchine più potenti, più veloci e meno sicure di altre che non si potranno guidare? Non è paradossale che in molte famiglie italiane, che hanno la sfortuna di avere auto sopra i nuovi limiti, i neopatentati, di fatto, non potranno guidare per un anno? Nemmeno con un genitore al fianco, come quando facevano pratica con il foglio rosa? Insomma, prima di mettersi al volante sarà bene dare un’occhiata al «libretto». Nelle macchine immatricolate a partire dal 4 ottobre 2007 questa voce è espressamente riportata («rapporto potenza/tara = X,Y kW/t»); in quelle immatricolate prima del 4 ottobre bisogna armarsi di calcolatrice e dividere la potenza (espressa in kW) per la tara (espressa in tonnellate). E occhio a come vi comportate: per chi sgarra, infatti, c’è una multa di 148 euro e la patente viene sospesa da due a otto mesi. INCENTIVI. Se n’è parlato per mesi, a mezza voce, dicendo e non dicendo… All’inizio di dicembre, poi, nel giro di poche ore l’annuncio e il brusco dietrofront. «La rottamazione prosegue anche nel 2008». «Anzi no». Quindi un continuo tira e molla tra il ministero dell’Economia, favorevole, e i Verdi, contrari. Fino all’ipotesi, al momento di andare in stampa, d’inserire la proroga non più nella Finanziaria (non c’era più tempo per farlo), ma nel cosiddetto decreto di fine anno o nel cosiddetto decreto «milleproroghe» d’inizio 2008. Un balletto ridicolo se si pensa che, secondo analisti e operatori del settore, l’operazione varata un anno fa dal Governo non solo non è costata nulla alle casse dello Stato (anzi, il fisco ci avrebbe persino guadagnato), ma ha svecchiato il parco auto circolante togliendo di mezzo centinaia di migliaia di macchine inquinanti e poco sicure. Ne riparleremo nel prossimo numero. A prescindere dalla rottamazione, comunque, gli incentivi all’auto ci saranno anche nel 2008, anche se sotto altre forme. Nulla cambia, infatti, per quanto riguarda i contributi statali all’acquisto e alla trasformazione a gas. Nel caso di macchine nuove omologate a Gpl o metano il bonus è di 1500 euro, ma sale a 2000 se l’auto emette meno di 120 g/km di anidride carbonica (CO2). Si tratta di un contributo previsto per tutti gli acquisti, senza alcuna limitazione. Per quanto riguarda, invece, la trasformazione a gas, l’incentivo è di 650 euro per le auto trasformate entro tre anni dall’immatricolazione oppure di 350 euro nel caso di Euro 0 o Euro 1. Affrettatevi, però: per la trasformazione lo Stato ha stanziato solo 52 milioni di euro, la stessa cifra che nel 2007 si è esaurita a giugno… USATO. Si ricreda chi diceva che Internet non avrebbe funzionato nella vendita delle macchine. Nel 2006 oltre 200 mila italiani hanno concluso l’acquisto di auto o moto sulla rete. Il dato è clamoroso e riguarda soprattutto l’usato. E, d’altra parte, alzi la mano chi, dovendo dare in permuta la propria vettura usata, non è rimasto deluso dalle offerte dei concessionari. E alzi la mano chi, decidendo di vendere da sé, non è riuscito a spuntare cifre ben più alte. Certo, occorrono tempo e pazienza, ma il web aiuta, eccome. Prendi la storia (vera) di quella BMW «323 Ci» del giugno 1999, trattata «maniacalmente», come diceva l’annuncio. BMW Milano l’aveva valutata, in cambio di un’auto nuova, 4000 euro. Un’altra concessionaria BMW di Milano, 5600 euro. Un po’ poco per una macchina costata, appena otto anni fa, 80 milioni di lire, in perfette condizioni e piena di accessori... Così il venditore punta su un sito specializzato: foto di qualità, testo accurato e accattivante, copia della fattura d’acquisto e di tutti i tagliandi. Roba da professionisti. Anzi, meglio. E un prezzo di vendita di 9900 euro. Risultato? Inserzione vista in 15 giorni da circa 800 persone, una quindicina di contatti avviati. Con il compratore, della provincia di Roma, la trattativa si chiude a 10.000 euro con trapasso a carico del venditore (784 euro). L’acquirente è salito a Milano in treno, ha visto l’auto («Per sua stessa ammissione, non credeva che fosse così bella», sottolinea il venditore) e, dopo aver sbrigato le pratiche di rito, è tornato a casa con la macchina «nuova». La morale? Se il concessionario vi offre una cifra ridicola, be’, provateci. Solo, occhio alle truffe: fate le dovute verifiche prima di prendere qualsiasi accordo con sconosciuti.