varie, 11 gennaio 2008
Tags : Piero Fumagalli
Fumagalli Piero
• Inzago (Milano) 1949 (~). Imprenditore • «L’Arcadia del 2008 è a est di Milano, a Bellinzago Lombardo, e il suo Metastasio è Piero Fumagalli. Siamo nel più nuovo e avanzato cinema multisala d’Italia, all’ultimo piano del centro commerciale La Corte Lombarda che sorge come un castrum imperiale in questa pianura di nebbie e neon ritmata da outlet della scarpa, centri arredobagno, sex shop e chiese semivuote. Il nuovo Arcadia si raggiunge in macchina. Parcheggi sul tetto e sei lì. [...] ultimo eroe degli esercenti indipendenti, l’unico capace di anticipare le majors americane sul piano della qualità. [...] Dieci sale da sogno ha realizzato il Fumagalli, quattro grandi e sei più piccole, sulla bellezza di 9 mila metri quadri. Si può anche gustare un film in 3D con gli occhiali speciali [...] All’Arcadia la pellicola non si sa più cos’è. tutto governato dal computer, server Dolby e proiezione Dlp Cinema della Texas Instruments. Lui [...] testa rapata [...] è da trent’anni che gioca d’anticipo, da quando con Vittorio Storaro e Bernardo Bertolucci fu il primo in Italia a proiettare in 70 millimetri. Lui che fece amicizia con i coniugi Kubrick, da cui ha comprato le copie dei film da tenersi in casa. ”Sono stato il primo a importare il sistema audio Dolby, nel 1978, in aereo da Londra, come bagaglio appresso”, ricorda. [...] I giganti Uci e Warner, più la Medusa di Berlusconi, controllano di fatto il mercato. Le majors presidiano Vimercate, Treviglio, Pioltello, Sesto San Giovanni, Bicocca (l’Uci Bicocca ha 18 sale). Con i suoi due Arcadia il Fumagalli, tra Melzo (lo schermo più grande d’Europa, 30 metri per 16) e Bellinzago, offre 15 sale e 4.500 posti. ”Hanno cercato di comprarmi”, dice, ”ma non ci sono riusciti. Il mio sogno sarebbe Milano: ma 9 mila metri chi me li dà? A Milano non mi fanno neanche avvicinare”. Per il nuovo Arcadia ha investito ”il doppio di una multisala Warner”, assicura, ma ”niente cifre”. [...] Le sale hanno le pareti modellate come la fotocamera, la dimensione delle poltrone e lo spazio per le gambe sono di una generosità da emiri. Una sala piccola, da 160 posti, conta ben 23 altoparlanti. Il sonoro fa quasi impressione, a tratti sembra di precipitare dentro al film. [...]» (Enrico Arosio, ”L’espresso” 17/1/2008).