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 2008  gennaio 11 Venerdì calendario

Questo Pd si merita Ferrara. Europa 11 gennaio 2008. Propongo un esperimento etico- psicologico. Fate finta, qualunque sia la vostra età, di essere nati dopo la metà degli anni Settanta

Questo Pd si merita Ferrara. Europa 11 gennaio 2008. Propongo un esperimento etico- psicologico. Fate finta, qualunque sia la vostra età, di essere nati dopo la metà degli anni Settanta. Immaginate di esservi affacciati alla vita pubblica, alla lettura dei giornali, di aver preso parte alle (sporadiche) manifestazioni, precisamente con l’avvento della seconda Repubblica, con il primo governo Berlusconi. In quei pochi anni che separano i primi anni Novanta ad oggi, siete stati partecipi dei cambiamenti più spettacolari dell’ultima metà del secolo: politicamente, non tanto il crollo del muro, quanto la messa fuori gioco di tutto un lessico, che non vi è mai appartenuto, che ruotava intorno al marxismo-comunismo e al socialismo reale. Lessico che ormai appare roba di antiquariato (nobile, per carità). Economicamente, la fine delle protezioni, a discapito di tutte le possibili resistenze, nobili e meno nobili. Per voi non c’era un’azienda pronta, decine di concorsi pubblici accessibili, il grande contenitore della scuola pubblica. Il lavoro è frammentato, solitario, da inventare con fatica e ingegno. Non ci sono parole d’ordine comuni, fini collettivi, sforzi fatti a mani unite. L’unica vera rivoluzione che avete davvero vissuto è quella tecnologica, nella quale vi siete tuffati con entusiasmo, per i mondi sconosciuti che vi apriva, per la sua gratuità, perché distribuiva soddisfazioni non a chi ha un cognome pesante, ma a chi unisce curiosità e un po’ di sforzo. Ma la rete è postideologica, anzi a-ideologica. Nella sua ricchezza di stimoli, resta un mezzo, non indica fini, non suggerisce percorsi di vita e di senso. Avete ricevuto un’educazione cattolica, come quasi tutti in quegli anni, più o meno borghese, più o meno rigida. L’avete superata con disinvoltura o sofferenza; ma, comunque, essa è ormai alle spalle: al di là della povertà dei modi in cui talvolta vengono diffuse, quelle pur suggestive parole – vita eterna, resurrezione della carne, peccato, conversione, osservanza dei precetti morali e familiari della Chiesa – non risuonano più dentro di voi. Senza che voi possiate farci nulla. Il cambiamento dei costumi, a partire da quelli sessuali, non ha alcuna valenza ideologica-ideale, non richiama echi sessantottini o battaglie politiche. Per voi, è solamente un fatto, che comunque non fornisce alcuna traccia su come costruire la vostra biografia privata. Biografia che resta – anche quella, proprio come il lavoro – un’opera d’arte da inventare, ritoccare, distruggere e ricreare, con conseguente fatica e lavoro. Ma anche con grandi gratificazioni ed emozioni.  un individuo, quello descritto, meschinamente dedito al privato e al consumo? Forse sì, lo scetticismo che traspare dai suoi occhi rivela un nichilismo soft, lo smarrimento di chi è sperduto in un mondo più disincantato, e desolato, di quello di coloro che lo hanno preceduto; un pianeta fatto di cocci di idealità, di resti etico-politici. A guardarlo bene, però, si noterà nel suo sguardo un desiderio, una spinta a prendere quei pezzi sparsi per comporre un nuovo sfondo, pure modesto. E insieme una richiesta a chi fa politica (e a chi fa informazione), a dargli una mano nella raccolta, e soprattutto nella composizione: senza trasformarsi, certo, in paternalistica erogatrice di senso.  dunque un partito post-ideologico, senza un disegno etico-politico chiaro, indeciso su chi rappresentare e come farlo, insicuro sulle battaglie da condurre, quello cui il nostro uomo, o la nostra donna, anelano? E un mondo dell’informazione in teoria sempre politicamente schierato, in concreto generalista, fatto di pout-pourri valoriali, collezione di flash più o meno vivaci, dove c’è dentro di tutto (e dunque nulla)? Probabilmente no. Per questo è possibile, in una sfera pubblica come la nostra, che una provocazione culturale che metta in ballo una qualunque questione etica (vera o falsa, insensata o meno, non importa), lanciata con fuochi pirotecnici e abilità strategica, raccolga consensi ovunque. Non solo tra chi sta dalla parte del provocatore, ma anche tra coloro i quali – invece che firmare appelli e gridare "giù le mani dalla legge 194", o, peggio, accettare di rispondere, pure negativamente, alla provocazione, come ha fatto incomprensibilmente il leader del Pd – avrebbero dovuto bellamente ignorarla. Perché impegnati a far politica e, soprattutto, cultura, altrove. ELISABETTA AMBROSI