La Repubblica 09/01/2008, VINCENZO BORGOMEO, 9 gennaio 2008
Troppi incidenti, assicurazioni care microcar, passione nel mirino. La Repubblica 9 gennaio 2008. ROMA - Microcar sotto accusa: hanno il doppio degli incidenti rispetto alle auto, sono costose da assicurare contro il furto e molti sindaci le vorrebbero fuori dai centri storici
Troppi incidenti, assicurazioni care microcar, passione nel mirino. La Repubblica 9 gennaio 2008. ROMA - Microcar sotto accusa: hanno il doppio degli incidenti rispetto alle auto, sono costose da assicurare contro il furto e molti sindaci le vorrebbero fuori dai centri storici. In più c´è già un progetto di legge che punta a innalzare l´età minima per poterle guidare (da 14 a 16 o addirittura a 18 anni). «C´è molta confusione sulle vetturette - spiega Stefano Casalini, uno dei maggiori produttori europei di questi veicoli e presidente del Gruppo Quadricicli di Confindustria Ancma, l´associazione nazionale ciclo e motociclo - e tutto nasce dal fatto che si continuano a paragonarli alle auto. Ma le microcar sono ciclomotori, solo molto più sicuri: io li definisco "scooter con il casco integrale", che in questo caso non protegge solo la testa ma tutto il corpo». Queste vetturette effettivamente non hanno la scocca portante ma un semplice telaio in tubi ricoperto di pannelli in plastica, proprio come gli scooter. Così vanno prodotti interamente a mano, come le due ruote, ed è impossibile quindi fare economie di scala: da un certo punto di vista produrne 10 o 1000 costa uguale. Per questo i prezzi delle microcar sono alti (da 10mila euro un su per i modelli più venduti). Inoltre hanno limiti di peso severissimi (al massimo 350 o 400 kg) e altrettanto severi limiti di velocità e potenza (45 Km/h e 5,4 Cv per i quadricicli leggeri e 20,4 Cv per i quadricicli). Eppure fa impressione trovare sul mercato una Hyundai Atos a 7.000 euro e una microcar a 14 mila. Così come fa gridare al pericolo constatare che in Italia - dati Aci-Istat - l´1,5% delle microcar circolanti nel 2006 ha subito un incidente contro solo lo 0,8% delle auto. Stesso discorso per i centri storici a traffico limitato di alcune città, ormai "zone di caccia" esclusiva delle vetturette. Le microcar sono insomma vittime del loro aspetto perché visto il loro design, l´uso che se ne fa e - particolare non trascurabile - le quattro ruote, tutti le paragonano alle normali automobili. Ma che rapporto c´è davvero con le normali automobili? Secondo Massimo Nordio, amministratore delegato della filiale italiana del più grande costruttore di auto del mondo, la Toyota, «in queste microcar c´è qualcosa di geniale: in una città caotica come Roma una macchinina così compatta è la soluzione ideale. Soprattutto perché rende possibile entrare in centro e parcheggiare dove nessuna auto ci riuscirebbe. Le microcar sono un´idea viaggiante, un´esemplificazione perfetta del concetto di dimensioni ridotte al minimo. Al punto che una volta, per far capire in modo immediato ai colleghi giapponesi perché in città stritolate dal traffico sono importantissime le macchine microscopiche, mi sono presentato a cena guidando una microcar: ha funzionato più di mille discorsi…». Ci sono però anche altri aspetti, di cui nessuno parla, che fanno la fortuna delle microcar: con queste "auto" si sfugge alla patente a punti e, soprattutto, c´è la possibilità di guidarle anche quando il permesso di guida è stato revocato. Non a caso chi le usa nel 59 per cento dei casi è un ultra 50enne (solo il 5% ha un´età compresa tra i 16 e i 25 anni) e nel 48% dei casi è un pensionato: altro che macchinine da teen ager… VINCENZO BORGOMEO