Libero 09/01/2008, di PAOLO EMILIO RUSSO, 9 gennaio 2008
Lady Anna e il granaio Sud Se o’re lascia, guai a sinistra. Libero 9 gennaio 2008. ROMA. Il Re di Napoli, il leader del Pd più a Sud, può vendere cara la pelle
Lady Anna e il granaio Sud Se o’re lascia, guai a sinistra. Libero 9 gennaio 2008. ROMA. Il Re di Napoli, il leader del Pd più a Sud, può vendere cara la pelle. La caduta di Antonio Bassolino, ora che è diventato simbolo imbarazzante del malgoverno ulivista e sta pensando alle dimissioni, potrebbe non essere senza conseguenze per l’Unione. Non solamente perché il governatore è il dirigente del Partito democratico più noto e potente del Sud Italia, è stato ministro del Lavoro e sindaco di Napoli, controlla migliaia di tessere e può contare su una squadra di uomini a Roma (tra questi un ministro, Luigi Nicolais). In queste ore convulse, mentre circola la voce di possibili dimissioni del governatore, i dirigenti del centrosinistra hanno individuato altre due ragioni. I DUE RISCHI PER IL PD DEL SUD La prima è che è stata proprio la Campania a regalare al fotofinish, nella lunga notte di scrutini nel 2006, la vittoria all’Unione. Quei due seggi di maggioranza su cui si regge il governo al Senato sono frutto del vantaggio del centrosinistra sul centrodestra che, dopo un black out anomalo, ha fatto scattare il cosiddetto "premio di maggioranza". Un vantaggio che ha consentito all’Unione di guadagnare quattro senatori in extremis e che resta in parte avvolto dal mistero. frutto, infatti, di un «inspiegabile» ritardo nella trasmissione dei risultati dai seggi della periferia partenopea alla Prefettura e della drastica diminuzione delle schede bianche. Il governatore, l’uomo forte dell’Unione in Campania, probabilmente conosce tutta la verità su quella notte dei misteri. La seconda ragione di preoccupazione per i dirigenti ulivisti è legata ai numeri della maggioranza che sorregge il governo. Se la famiglia Bassolino dovesse decidere di manifestare rancore nei confronti del Professore, infatti, quest’ultimo se la vedrebbe brutta. Perché la moglie di Bassolino, Anna Maria Carloni, è senatrice. E in una situazione di quasi parità come quella attuale, 158 a 157 (da quando Franco Turigliatto non vota la fiducia), un suo semplice mal di testa farebbe venir meno la maggioranza. LA VERIT SULLA LUNGA NOTTE Cominciamo dal risultato elettorale del 2006, quei risicati 24mila voti che si sono tramutati in una maggioranza alla Camera e in un quasi pareggio al Senato. Ruolo centrale nel risultato finale ce l’ha avuto proprio la Campania, Regione in bilico, coi suoi 4 senatori di "premio". «Su quell’esito restano due misteri che non sono stati chiariti nemmeno con il riconteggio delle schede», conferma l’azzurro Gregorio Fontana, capogruppo nella Giunta per le elezioni. «Il primo è il ritardo di un’ora, chiamiamolo black out, col quale i risultati elettorali sono stati trasferiti dai seggi, cioè l’unico contesto in cui sono eventualmente possibili brogli, alla Prefettura di Napoli. Il secondo è rappresentato dal crollo delle schede bianche rispetto alle elezioni precedenti», spiega. Dati alla mano le schede bianche al Senato in Campania sono state solo 52.093, contro le 216.901 del 2001, il 76% in meno. Numeri, questi, che hanno alimentato il sospetto che qualcuno avesse "votato" pure quelle. Storie vecchie, forse, ma Daniele Santanchè le riporta in auge in questi giorni di processo al governatore: «Quella della sinistra è una difesa d’uffi cio di Bassolino, segno evidente che dietro di lui c’è la questione dei voti contestati. Mi chiedo se Bassolino non ricatti il Pd», accusa la portavoce de La Destra. POLLICE VERSO AL SENATO L’altra ragione di rischio è rappresentata dagli uomini di fiducia che il governatore ha spedito a Roma, una vera e propria squadra. Siedono alla Camera il suo ex vicesindaco Riccardo Marone, il suo ex assessore Roberto Barbieri e Costantino Boffa, suo ex capo di Gabinetto, Maria Fortuna Incostante. Alla Camera, certo, i bassoliniani non possono fare la differenza, protestare contro il Professore mandandolo all’aria. Ma al Senato è tutta un’altra cosa. Perché lì siede, eletta tra le polemiche sul nepotismo, la moglie di Bassolino, Anna Maria Carloni. Ex sindacalista, poi attivista del gruppo di donne Emily, è nata in provincia di Macerata e, anche se residente a Bologna, è stata eletta proprio in Campania nel 2006. Certamente a voltare le spalle al suo Pd non ci ha mai pensato. Ma nessuno si aspettava critiche così veementi contro il marito. E coi numeri che ci sono una sua assenza, anche soltanto per stare vicino al marito sotto pressione, può voler dire crisi di governo. PAOLO EMILIO RUSSO