Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  gennaio 08 Martedì calendario

Lo scopo dei no-discarica: dare i loro rifiuti agli altri. Libero 8 gennaio 2008. Napoli. PICCHETTI Una donna in prima fila fronteggia le forze dell’ordine durante una delle numerose manifestazioni contro la riapertura della discarica di Pianura a Napoli

Lo scopo dei no-discarica: dare i loro rifiuti agli altri. Libero 8 gennaio 2008. Napoli. PICCHETTI Una donna in prima fila fronteggia le forze dell’ordine durante una delle numerose manifestazioni contro la riapertura della discarica di Pianura a Napoli. I dimostranti rifiutano tutte le soluzioni avanzate dalle autorità e protestano ad oltranza Ansa ? Prima hanno detto no al termovalorizzatore di Acerra. Poi si sono opposti alla discarica di Pianura. Però nelle strade di Napoli ci sono oltre quattromila tonnellate di spazzatura che crescono al ritmo di 180 quintali al giorno. Un tempo nelle cartoline c’era il golfo con gli aghi del pino marittimo davanti al Vesuvio, ora ci sono i topi che ballano sui sacchetti. Di fronte all’emergenza la risposta dei napoletani è stata la protesta. Per risolverla qualcuno dovrà pure turarsi il naso, questi rifiuti dovranno finire in qualche posto. L’ul tima soluzione era stata individuata in contrada Pisani a Pianura, un quartiere a nord-ovest di Napoli. «Un sacrificio di un anno poi, una volta pronto il termovalorizzatore di Acerra, la discarica sarà chiusa». Anche questa volta la risposta è stata no. «Pianura ha già pagato il suo prezzo per quarantatré anni. Quando undici anni fa Bassolino l’ha chiusa ci ha promesso impianti sportivi e un campo da golf. Ora non può dire "scusate, ci siamo sbagliati qui torna una discarica"», Salvatore Varriale è consigliere comunale di Forza Italia ma soprattutto è nato e cresciuto in questo quartiere dove mancano ancora fogne e marciapiedi. «Aprire la discarica a Pianura non è una soluzione, le spiego perché. Tra qualche mese sarà satura e bisognerà trovare un altro posto e poi dentro intendono buttarci i rifiuti senza alcuna differenziazione che inquineranno terreni già devastati». Che cosa volete? «La normalità. Un ciclo integrato di rifiuti. La raccolta differenziata, per esempio. E poi impianti di compostaggio che "puli scano" la spazzatura, termovalorizzatori che creino energia e discariche dove buttare solo rifiuti innocui, che non danneggiano il terreno e non puzzano». Perché non cominciate a farla a casa la differenziata? «Se anche dividiamo la plastica dal vetro, poi finisce in un unico contenitore». «SERVE UN PIANO» Fabio Tirelli, presidente della Municipalità IX Soccavo-Pianura di Rifondazione Comunista la pensa allo stesso modo. Anche lui vive qui: «Il problema non si risolve riempiendo Pianura, devono fare un piano completo per lo smaltimento dei rifiuti». Le stesse richieste arrivano da Acerra, da quelli che per anni si sono battuti contro l’inceneritore. «Non sono state le nostre proteste a ritardare il progetto. Se i lavori sono fermi è perché la magistratura sta indagando su alcune irregolarità nell’ap palto». Virginia Petrellese è agguerritissima, fa parte del Comitato "Donne 29 agosto", da anni in prima linea. Che cosa volete? «Bassolino è partito dalla fine. Ha cominciato a fare l’inceneritore senza preoccuparsi della raccolta differenziata. E gli impianti di compostaggio non funzionano: sono ingolfati dalle ecoballe che dovrebbero essere bruciate ad Acerra ma i lavori non sono finiti e poi le nostre sono solo balle. Altro che ecologiche: sono stati stoccati rifiuti secchi e umidi. Il termovalorizzatore non è pronto per l’inca pacità dei politici». «SISTEMA MALATO» Il forzista Paolo Russo, presidente dalla precedente commissione d’in chiesta sui rifiuti, concorda: la colpa è solo dei politici. «Nessun comitato è mai riuscito a fermare un progetto. I ritardi e gli sprechi sono dovuti a una gestione affaristica. Avevamo avvisato Bassolino. Bastava leggere le carte per capire che si stava precipitando verso la catasfrofe. Il Commissariato si è trasformato in un carrozzone che è servito a mantenere il consenso». Russo spiega che Bassolino è partito dal basso, dal contratto a 2316 lavoratori socialmente utili per la differenziata poi, salendo nella scala sociale, ha offerto consulenze alla borghesia illuminata, agli intellettuali. Un sistema che ha permesso anche le infiltrazioni della camorra (il subcommissario Claudio De Biasio è stato arrestato per concorso in associazione mafiosa) perché durante le emergenze la criminalità riesce a recuperare dal territorio aree da destinare a discariche e le offre ai Comuni a prezzi esorbitanti. Le amministrazioni accettano, non hanno alternativa. O per interesse. Non ci sono prove di tangenti, ma il giro di denaro è talmente elevato da farlo almeno sospettare. «Servirebbe creare aree autosufficienti in ogni provincia - spiega Russo - dove si esaurisca l’intero ciclo di rifiuti. Invece, con la sua gestione clientelare Bassolino ha accontentato tutti senza risolvere il problema». Uno scempio annunciato dalla relazione della Commissione. Ora è tutto sotto i nostri occhi. LU. ES.