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 2008  gennaio 07 Lunedì calendario

"Grazie alla fiction imparare è un gioco". La Repubblica 7 gennaio 2008. ROMA. «Una fiction pensata per insegnare una lingua straniera, dove la storia si sviluppa secondo i ritmi televisivi, le situazioni non sono preconfezionate ma reali e i dialoghi sono realizzati secondo una complessità linguistica crescente»

"Grazie alla fiction imparare è un gioco". La Repubblica 7 gennaio 2008. ROMA. «Una fiction pensata per insegnare una lingua straniera, dove la storia si sviluppa secondo i ritmi televisivi, le situazioni non sono preconfezionate ma reali e i dialoghi sono realizzati secondo una complessità linguistica crescente». Mario Orsini, responsabile per Rai Educational del progetto "Divertinglese" (che ha come obiettivo di insegnare l´inglese attraverso l´audiovisivo) chiarisce cosa c´è dietro una fiction educativa come Extr. Come è nata questa idea? « nata da un progetto in collaborazione con Channel 4 e dall´idea di usare un genere come la fiction, che per sua natura attrae e intrattiene il pubblico, per fare passare un messaggio di tipo educativo come l´insegnamento della lingua inglese». Come si costruisce una fiction educativa? «I personaggi e la storia sono quelli delle classiche serie televisive, ma sono calati dentro un sillabo, un dominio linguistico di riferimento, e i dialoghi si evolvono secondo una complessità crescente. In pratica, dal primo al 15mo episodio della serie il linguaggio usato procede dal livello di una conoscenza di base della lingua fino al livello intermedio, nelle puntate successive cambia fino a un livello più avanzato. Gli episodi sono stati realizzati con il supporto di un consulente linguistico che, di volta in volta, ha fissato degli obiettivi di apprendimento. Ma il risultato è diverso dai dialoghi finti di un approccio tradizionale all´insegnamento dell´inglese, perché le situazioni non sono preconfezionate ma reali». E qual è l´effetto per chi guarda? «La storia si sviluppa secondo ritmi televisivi, l´effetto è naturale. Questo è il segreto di una fiction educativa, che l´apprendimento avviene divertendosi». Paola Coppola