La Repubblica 06/01/2008, DAVID BROOKS, 6 gennaio 2008
Obama e Huckabee, due terremoti. La Repubblica 6 gennaio 2007. Ho vissuto notti elettorali che hanno squassato il Paese come un terremoto
Obama e Huckabee, due terremoti. La Repubblica 6 gennaio 2007. Ho vissuto notti elettorali che hanno squassato il Paese come un terremoto. Non mi era mai capitato di vivere una notte elettorale nella quale se ne verificassero due. Barack Obama ha vinto i caucus dello Iowa. Avreste un cuore di pietra se ciò non bastasse a commuovervi: un afroamericano vince una campagna strenuamente combattuta in uno Stato di importanza cruciale. Ha sconfitto due forti concorrenti, compresa la potente macchina Clinton. Lo ha fatto in un sistema che privilegia gli elettori delle campagne. Lo ha fatto portando al caucus i giovani elettori. è una fase davvero importante, uno di quei momenti in cui un movimento che sembra astratto e idealistico diventa realtà e assume una consistenza politica. Non sarà l’ Iowa a decidere le sorti della corsa alla presidenza, ma tutta la rimanente stagione delle primarie sarà illuminata dal bagliore di questo unico evento. Quale che sia la loro affiliazione politica, gli americani dovranno sentirsi soddisfatti per la vittoria di Obama, un evento che incarna giovinezza, possibilità, unità nella diversità, temi primordiali dell’ esperienza americana. Gli americani non vorranno che ciò che è iniziato si fermi da qualche parte. Quando un afroamericano procede come un rullo compressore verso la Casa Bianca, chi vuole essere quello che si alza in piedi e dice «No»? Obama ha conseguito qualcosa di davvero strabiliante. A prima vista i suoi discorsi sono sermoni astratti e laici che incitano al miglioramento personale, pieni di disquisizioni sulla natura della speranza e di dettagli del cambiamento. Parla di cancellare le vecchie categorie, come il rosso e il blu (e implicitamente il nero e il bianco) e di sostituirle con nuove, le più importanti delle quali sono nuovo e vecchio. Pare, a una prima occhiata, più deciso a cambiare la mentalità che a cambiare l’ ordinamento giuridico. Eppure, nel corso dei suoi discorsi e della sua campagna, ha persuaso molti abitanti dello Iowa che anche questo è fondato. Ha messo in piedi una grande organizzazione. Ha ottenuto una vittoria tangibile. Ha fatto sembrare banale Hillary Clinton, con tutto il suo approccio pragmatico e cervellotico alla politica. Ha fatto sembrare old fashion John Edwards, che strilla rabbioso che «l’ avidità delle corporation sta cancellando il futuro dei vostri figli». Con ogni probabilità la carriera politica di Edwards è finita. Obama sta cambiando l’ atmosfera e il tono del liberalismo americano, e forse anche la politica americana. Il mio messaggio per i Repubblicani è: non abbiate paura. Alcuni vi diranno che la vittoria di Mike Huckabee di giovedì notte in Iowa rappresenta un trionfo per le brigate dei mistici, una crociata per i creazionisti. Sbagliato. Huckabee ha vinto non per le sue belle prediche, ma perché ha insistito e battuto su realtà che gli altri Repubblicani sono stati lenti a individuare. Primo, gli evangelici sono cambiati. Huckabee è il primo evangelico ironico del panorama nazionale. è divertente, gigione (si pensi alla sua fissa per Chuck Norris), e non è assolutamente in guerra contro la cultura moderna. Secondo, Huckabee capisce meglio di Mitt Romney che in questo Paese soffriamo di una vera e propria crisi di autorità. La gente ha perso la fiducia nell’ abilità dei leader di affrontare i problemi. Mentre Romney incarna la leadership, Huckabee ha fatto tutto ciò che gli era possibile per starle addosso. Ha criticato Wall Street e K Street (strada di Washington piena di studi legali, think tank e gruppi di lobbisti che esercitano la loro influenza sul Paese, ndt). Cosa ancora più importante, ha percepito che i conservatori non credono che il loro movimento sia guidato bene. Ha dato addosso a Rush Limbaugh, al Club del libero mercato per lo sviluppo, e perfino al presidente Bush. La vecchia guardia gli ha scagliato contro tutto ciò che aveva, e adesso il loro scarso potere residuo è lì in bella mostra. Terzo, Huckabee capisce in che modo la middle-class viva le proprie ansie. I Democratici sono bravi a parlare di salari e di posti di lavoro, ma le vere famiglie della middle-class da un punto di vista economico hanno maggiormente da temere da un divorzio che da un’ intesa per il libero commercio. Le prospettive di un individuo nel corso della propria vita sono maggiormente a rischio quando corre l’ eventualità di trovarsi a tirar su i figli da solo, come genitore unico, che non dall’ outsourcing. Huckabee ha capito che il benessere economico è tutt’ uno con il benessere sociale e morale, e parla delle interrelazioni come nessun altro candidato sa fare. Da questo punto di vista, la vittoria di Huckabee non è un passo indietro. Certo, minaccia la coalizione reaganiana dei liberal e dei conservatori sociali, ma apre la strada a una nuova coalizione. Un conservatorismo che riconosca le famiglie stabili come la premessa indispensabile della crescita economica non è difficile da immaginare. E neppure un conservatorismo che ami il capitalismo ma diffidi dei capitalisti è difficile da immaginare. Adam Smith la pensava così. Un conservatorismo che presti attenzione a chi guadagna meno di 50.000 dollari l’ anno è l’ unico conservatorismo che vale la pena difendere. Huckabee proseguirà su questa strada mettendosi alla testa del nuovo conservatorismo? Lo dubito fortemente. Le ultime settimane hanno evidenziato alcuni suoi gravi punti deboli in qualità di candidato alla presidenza. Le sue conoscenze di politica estera sono minime. Il suo dilettantismo non decollerà in una campagna a livello nazionale. Adesso la corsa si sposta nel New Hampshire. Romney è gravemente ferito. Romney rappresenta ciò che resta del "repubblicanesimo 1.0". Huckabee e McCain rappresentano le iterazioni semi-formate del "repubblicanesimo 2.0". Secondo me i Repubblicani ora si accoderanno a McCain per fermare Mike. Huckabee probabilmente non avrà la nomination del suo partito, ma da giovedì notte in Iowa un evangelico ha dato inizio alla Riforma Repubblicana. DAVID BROOKS