varie, 7 gennaio 2008
BERTONE
BERTONE Lilli (Ermelinda Cortese) Alessandria 1935. Imprenditore. Vedova di Nuccio, geniale e creativo carrozziere inventore di modelli entrati nel mito come l’Alfa Romeo 2600 Sprint o le due Ferrari 250 GT, scomparso nel 1997. Madre di Barbara, cui nel gennaio 2008 revocò i poteri di direttore generale (lasciandole la carica di direttore finanziario) e dell’architetto Marie Jeanne, dopo che Il 6 dicembre 2007 il pubblico ministero Giancarlo Avenati Bassi chiese al tribunale fallimentare di Torino l’apertura della procedura di fallimento, si è scontrata con le figlie per il futuro dell’azienda • «[...] come sono lontani i freddi giorni del febbraio ”97 quando, alla vigilia del salone di Ginevra, Nuccio muore a 83 anni. Il suo funerale - con la bara che passa nelle officine tra due ali di operai commossi – è l’apoteosi del Bertone carrozziere. Non che i dubbi siano mancati neppure allora: i delegati più anziani raccontano di aver pensato: ”Con lui se ne va anche il nostro futuro”. Ma la crisi è stata più veloce del previsto con la famiglia che ha tentato, senza riuscirci, di far rivivere antichi fasti. [...] catapultata alla guida di una carrozzeria - che ancora dieci anni fa sfornava 70 mila auto all’anno – dalla morte dell’amatissimo Nuccio ha deciso di fare l’imprenditore proprio per amore. Poteva vendere allora e bene, poteva cercarsi un socio, poteva ”comprarsi” un grande manager. Poteva – e doveva secondo molti critici – fare mille cose. Ne ha fatta una: cercare di fare quello che avrebbe fatto Nuccio. Lo dice senza timore di apparire patetica. [...] donna, bella e adorata da Nuccio secondo tutti i testimoni, è un mistero. In certi ambienti torinesi più tradizionalisti non ha mai sfondato: giudicata troppo ”popolana”, troppo espansiva, troppo e basta. Troppo colorati i visoni rosa o turchini della Togno, troppo esibita la passione culinaria coltivata nella scuola di Romana Bosco. Troppe le conserve e le marmellate – tutte provenienti dal frutteto di 1500 metri quadrati sul terrazzo dell’attico – dispensate agli amici. [...] Alla morte di Nuccio c’è in azienda il suo uomo di sempre: Paolo Caccamo. Nel 2000 se ne va, pare per dissapori con Lilli, arriva un ex manager Fiat dell’era Cantarella, Bruno Cena, che fallisce l’obiettivo di mettere le mani sulla commessa della Alfa Romeo Gt. Nel 2003 è la volta del marito di Barbara, Michele Blandino, al quale sfuggono gli accordi con la Magma Stayer e con la Opel. Le cose incominciano ad andare maluccio, la crisi mondiale dell’auto e delle carrozzerie ci mette il suo, Lilli si rifiuta di prendere in considerazione la riduzione di personale. Si vivacchia con striminzite 2 mila Mini Gp della Bmw. E poi basta. Poi la vedova di Nuccio – che ha in testa un obiettivo vissuto come un totem: festeggiare il centenario del 2012 con il marchio Bertone in piedi – si butta in azienda, diventa presidente [...] salta pure una possibile intesa con la Fiat. Il resto è storia, o forse solo una triste cronaca, di oggi. Lilli, che in molti sostengono essere mal consigliata e in preda a suggestioni industriali non sempre limpide – combatte con la caparbietà consueta la sua battaglia in nome di Nuccio. sensibile, e molto, alle proposte e al fascino – e questo avrebbe contribuito a far saltare l’accordo con il manager Gianmario Rossignolo preferendogli Domenico Reviglio - di un giovane avvocato di provincia, Vito Gianfranco Truglia, che ipotizza attività con i motori ad aria compressa, proprio come il nuovo ipotetico acquirente. Che sia Nuccio redivivo – come qualcuno sostiene di averle sentito dire – appare però improbabile. [...]» (Marina Cassi, ”La Stampa” 7/1/2008).