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 2008  gennaio 05 Sabato calendario

”Dietro la guerriglia gli spazzini della camorra”. La Stampa 5 Gennaio 2008. NAPOLI. Le lancette del tempo scorrono inesorabilmente anche in una città, Napoli, dove sembra che il tempo non passi mai

”Dietro la guerriglia gli spazzini della camorra”. La Stampa 5 Gennaio 2008. NAPOLI. Le lancette del tempo scorrono inesorabilmente anche in una città, Napoli, dove sembra che il tempo non passi mai. Anche quei manichini targati An, appesi ieri agli alberi di corso Umberto (che dovrebbero rappresentare il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino), sembrano riportare al tempo di Masaniello, prima osannato e poi ghigliottinato dal popolo in piazza del Carmine. Così come al tempo delle monetine contro Craxi all’uscita dell’Hotel Plaza a Napoli venivano messi alla berlina i responsabili delle «Mani sulla città», oggi è tutta la classe dirigente napoletana a rischiare. Il neo commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, il prefetto Umberto Cimmino, è preoccupato perché un magma incandescente sta consumando letteralmente la città, travolgendola in una spirale di ribellismo, di strumentalizzazioni politiche e criminali, di sfiducia verso i rappresentanti istituzionali. E si appella, da napoletano (è di Grumo Nevano), «a tutti i rappresentanti delle comunità locali»: «Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità nell’interesse superiore della collettività. Io mi impegno a liquidare entro novembre la struttura commissariale, restituendo i poteri alle province, ma chiedo comprensione, perché i rappresentanti delle comunità locali condividano decisioni sofferte e dolorose». Se è vero che il presente riporta al passato, su quei treni che nel Dopoguerra portavano gli «sciuscià», i «guaglioni» della Napoli disperata nelle colonie estive dell’Emilia Romagna, oggi partono tonnellate di rifiuti per la Germania. Non è solidarietà disinteressata, è merce di scambio: i tedeschi ci guadagnano soldi, noi salute se è vero che ci liberiamo di «monnezza» che non riusciamo a smaltire. Annuncia il prefetto Cimmino: «Nei prossimi giorni triplicheremo le partenze: da 14 a 40 convogli settimanali. Da 2500 a 7500 tonnellate di rifiuti a settimana». Una goccia, nel mare di spazzatura che produce Napoli (1400 tonnellate al giorno). E che adesso dovrebbero essere «imprigionate» nella discarica di Contrada Pisani. Giovedì notte sono entrati nella discarica presidiata ma buia, e con le tronchesi hanno tranciato di netto i tubi idraulici mettendo fuori uso le escavatrici che lavorano per preparare il terreno all’arrivo della «monnezza». Poi, sempre di notte hanno bruciato quattro autobus di linea e ancora dato vita a blocchi stradali dalle parti di Pianura. «E’ una scelta irreversibile e temporanea - ripete il commissario Cimmino - che il prefetto Pansa e il sottoscritto avremmo preferito non dover prendere. A novembre avevamo posto il problema alle comunità locali di individuare siti alternativi. Non sono arrivate indicazioni sufficienti a risolvere il problema. Adesso stiamo lavorando per individuare nuovi siti aggiuntivi». Palazzo San Giacomo, a ora di pranzo è assediato e occupato dai disoccupati di «Banchi Nuovi» e dalla «Rete rifiuti zero», area no global, che non vogliono discariche e termovalorizzatori e tifano per nuove assunzioni di disoccupati per la raccolta differenziata che non c’è. La difficoltà del presente è quella di «riconvertire» il Piano regionale dei rifiuti in corso d’opera. Assurdo, stupefacente che il vecchio piano non prevedesse nessuna discarica puntando tutto sui Cdr, gli impianti di trattamento dei rifiuti, e sui termovalorizzatori. Anche la raccolta differenziata - Napoli è in coda alla classifica con un vergognoso 7% - ha trovato ostacoli. Il risultato di tutto questo è stato la moltiplicazione di discariche abusive targate camorra. E in serata nuove proteste in quell’inferno di Pianura e dintorni, con blocchi stradali alla rotonda «don Giustino» e minacciose pattuglie di loschi figuri che imponevano la chiusura dei negozi ai commercianti. Altra benzina sul fuoco, e i piromani arrivano da un bacino indistinto degli ultrà «Teste Matte» e degli scissionisti dei «Niss» («Niente incontri solo scontri») e di settori di An e della sinistra radicale e antagonista. «Lei mi chiede se dietro a questo magma incandescente vi possa essere la camorra. Le rispondo così: a Contrada Pisani - riflette il prefetto Cimmino - sono attive due discariche abusive alimentate dagli spazzini della camorra. La presenza di una discarica legale oggettivamente blocca l’attività criminale». Se san Gennaro tornasse a far miracoli, la «monnezza» non sarebbe più un incubo. Il nuovo Piano regionale firmato Pansa-Cimmino, muoverà i primi passi tra un mese. Tra un anno il miracolo potrebbe compiersi: il termovalorizzatore di Acerra brucia 700.000 tonnellate di rifiuti trasformandoli in energia; la raccolta differenziata sottrae un altro 1.000.000 di tonnellate, il riciclo altre 100.000 tonnellate. Rimarrebbero 700.000 tonnellate di «monnezza»: la metà, trasformata in fertilizzanti, finirebbe a otturare le cave della Regione; l’altra metà andrebbe nelle cinque discariche provinciali. Ma san Gennaro farà il miracolo? GUIDO RUOTOLO