Libero 05/01/2008, GIAN PIETRO FIORE, 5 gennaio 2008
Paradosso spazzini: per uno a Milano ce ne sono 25 a Napoli. Libero 5 gennaio 2008. NAPOLI. difficile spiegare come mai la Campania con i suoi ventimila (sì, ventimila!) netturbini sia la regione più sporca d’Italia
Paradosso spazzini: per uno a Milano ce ne sono 25 a Napoli. Libero 5 gennaio 2008. NAPOLI. difficile spiegare come mai la Campania con i suoi ventimila (sì, ventimila!) netturbini sia la regione più sporca d’Italia. Non sono affatto pochi ventimila netturbini. Basti pensare che in Lombardia, che rappresenta la prima regione del Paese nella produzione di rifiuti, sono molto di meno. Per l’esattezza ad ogni spazino lombardo ne corrispondono venticinque campani. A Napoli e provincia c’è un netturbino ogni trecento abitanti. Ciò dovrebbe far sì che le strade delle città campane luccicassero per la pulizia. Il risultato, invece, è sotto gli occhi di tutti. UN TRISTE RECORD QUANTO A SPRECHI Per questa ragione quello che stiamo raccontando rappresenta una sproporzione assurda, che fa registrare un record in fatto di spreco. Sì, perché i ventimila spazzini assunti a tempo indeterminato e alle dipendenze dei diciotto consorzi della Regione Campania vengono puntualmente pagati ogni mese. Guadagnano mediamente tra i 1.100 e i 1.200 euro. Più tredicesima e quattordicesima. Tralasciando lo straordinario e il notturno. Ma l’apice lo si raggiunge dando un’occhiata al numero degli addetti alla raccolta differenziata: sono ben 3.735. Questi da quando è in atto l’emer genza rifiuti - e quindi da sempre - non muovono praticamente un dito. C’è la necessità di utilizzare un calcolatore, perché le cifre sono da capogiro, e il costo dello spreco è servito: sessanta milioni di euro all’anno, che se moltiplicati per sette (ovvero il numero degli anni da quando sono stati assunti) fa la bellezza di 420 milioni di euro. Ovviamente tutti soldi buttati al vento, dal primo all’ultimo centesimo. Queste cifre astronomiche sono riferite, per chi non eccelle in matematica, al costo di coloro che dovrebbero e che non fanno la raccolta differenziata. A Milano, con la metà degli addetti alla raccolta differenziata rispetto a Napoli, si raggiunge ogni anno il quaranta per cento, mentre a Napoli a malapena il sette per cento. Si tratta di dipendenti che nella maggior parte dei casi non svolge il lavoro per il quale è pagato e soprattutto è stato assunto. L’importante però è recarsi presso il consorzio in cui si è alle dipendenze, attendere pazientemente le ore stabilite dal contratto e poi ritornare a casa, semplicemente stanchi per non aver fatto nulla tutta la giornata. Non è difficile individuare tra questa fortunata categoria di lavoratori una serie di persone addette a delle mansioni specifiche che, grazie a dei certificati medici restano comodamente a casa. E quindi è emerso che chi è stato assegnato alla raccolta del materiale di risulta dei cantieri, abbia scoperto improvvisamente di essere allergico alla polvere. O chi tra quelli che devono selezionare il cartone non può sollevare pesi per più di un chilo. I MEZZI SPECIALI RUBATI NON APPENA ARRIVATI Ma l’incredibile lo si è raggiunto quando un lavoratore ha fatto causa al commissariato di governo perché non andando a lavoro, a causa dell’emer genza rifiuti, e non sapendo come occupare il tempo libero si è messo a giocare e ha perso tutti i soldi dello stipendio a tressette. Poi ci si mette anche la "sfor tuna". Nell’Era commissariale di Bassolino, nel 2003, il Governatore pensò bene di acquistare ben cinquanta mezzi speciali per la raccolta differenziata. Come se poi il problema fosse la mancanza di mezzi. Neppure il tempo di farli giungere a Napoli ed in una sola notte furono tutti rubati. Un danno, anche quello, che costò ai contribuenti decine di milioni di euro. Ritornando invece all’eserci to dei netturbini e più nello specifico a quei stakanovisti addetti alla raccolta differenziata, ci si accorge, sempre calcolatrice alla mano, che le loro buste paghe costano 60,80 euro per ogni abitante. Una cifra esorbitante che i cittadini sono costretti a pagare per assicurare lo stipendio ad una massa di nullafacenti. TASSE ESORBITANTI E ASSUNZIONI INUTILI Ma le notizie sconvolgenti non finiscono qui. Ogni cittadino campano paga all’anno, per l’intero ciclo dei rifiuti, ben 134,79 euro di cui 96 euro solo per le attività di spezzamento, raccolta e trasporto. Queste tre voci, infatti, costano "solo" sei cento milioni di euro all’anno. Tutto ciò è desolante ed offende la dignità dei cittadini onesti, e ce ne sono tanti in Campania, che si vedono costretti a non poter uscire di casa per le montagne di rifiuti che arrivano al secondo piano, a convivere con un odore nauseabondo, a pagare il pizzo alla camorra, e da quattordici anni obbligati anche a mantenere tutti quei perdigiorno. Tutto ciò che abbiamo raccontato si può riassumere in una sola parola: assistenzialismo. Chi ha voluto tutte quelle inutili assunzioni? Beh, è semplice: chiedetelo ad Antonio Bassolino e a Rosa Russo Iervolino. GIAN PIETRO FIORE