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 2008  gennaio 06 Domenica calendario

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’DEL VATICANO
La Congregazione generale della Compagnia di Gesù che designerà il successore dell’olandese padre Peter Hans Kolvenbach (il primo autorizzato da Benedetto XVI a dimettersi dall’incarico, che sarebbe a vita) inizierà con una messa, domani alle 10 nella chiesa del Gesù sulla piazza omonima nel centro storico di Roma. Celebrerà il cardinale sloveno Franc Rodè prefetto della congregazione per gli istituti religiosi e secolari. Dopo il rito, la preghiera sulla tomba di Sant’Ignazio e poi l’accensione di una lampada, che resterà accesa per tutta la durata della Congregazione. Sono inglese, francese e tedesco le lingue ufficiali del «conclave» in cui per la prima volta nella loro storia i 218 delegati gesuiti con diritto di voto eleggeranno il loro nuovo preposito generale, popolarmente detto «papa nero», con voto elettronico, cioè attraverso una pulsantiera posta su ogni singolo banco. stato ammesso anche l’italiano, per facilitare i delegati dell’ex Europa dell’Est, che, tuttavia, non avrà traduzione simultanea. I lavori dureranno alcune settimane. I primi arrivi dai cinque continenti sono cominciati il primo gennaio e tutti i delegati dovevano trovarsi a Roma entro ieri. Alloggiano in parte nella curia generalizia della Compagnia di Gesù di Borgo Santo Spirito e nei locali adiacenti di via dei Penitenzieri, in altre istituzioni dei Gesuiti, come la pontificia università Gregoriana e in una pensione appositamente affittata per tale circostanza. Il nuovo «papa nero» potrebbe essere designato il 18 gennaio 2008, dopo quattro giorni di preghiera durante i quali i votanti dovranno consegnare i cellulari per impedire ogni comunicazione esterna.
Durante i 4 giorni cruciali, per essere eletto il «papa nero», avrà bisogno di una soglia minima di 110 voti. Il nome del prescelto sarà comunicato o per via telefonica o tramite sms a Benedetto XVI. Soltanto dopo quella comunicazione il suo nome potrà essere reso pubblico dalle fonti ufficiali della Compagnia di Gesù. Durante il ritiro, oltre a momenti di preghiera, intervallati da canti corali, saranno in azione due commissioni. La prima verificherà se vi è stato qualcuno tra gli aspiranti alla successione che abbia infranto il divieto assoluto di farsi propaganda presso altri confratelli. Una seconda commissione, invece, approfondirà lo stato di salute complessivo della Compagnia di Gesù al momento della scelta del nuovo preposito generale. A ciascun votante è concesso di assumere informazioni su chi è in cima ai loro pensieri col divieto ferreo di non far comprendere all’esterno su chi si stanno orientando, al fine di limitare al massimo il peso di correnti organizzate interne.
Secondo le norme in origine dettate da Sant’Ignazio di Loyola e aggiornate nel corso dei secoli, presidente di questa congregazione è il «papa nero» uscente, ovvero padre Kolvenbach. Una volta reso noto il nome del designato tutti gli altri 217 votanti lo avvicineranno e lo saluteranno brevemente. Successivamente il nuovo preposito generale pronuncerà il suo discorso programmatico e sceglierà i suoi più diretti collaboratori che, per aree geografiche, lo affiancheranno nel lavoro nella Curia Generalizia o nei suoi numerosi viaggi all’estero. Su chi la spunterà è difficile fare previsioni, così come non è dato di sapere quando si concluderà la Congregazione. Sicuramente tra i 218 delegati con diritto di voto ci sarà anche padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Ctv. Il superiore generale dei padri Gesuiti, per essere eletto a vita come il romano pontefice e non per un preciso numero di anni (regola comune negli altri Ordini), è soprannominato «il papa nero» dal colore dell’abito che indossa. «Avendo già noi il "papa nero", mai avremo anche un papa "bianco”», sospirano i Gesuiti, mai saliti al Soglio di Pietro con un loro confratello. «Il nuovo «papa nero» sarà lo specchio dell’avvenire della Chiesa: un profeta o un saggio, un innovatore o un moderatore, un contemplativo o un attivo, un uomo di punta o un uomo di unione. Ecologia e dialogo interreligioso saranno le sfide.