Varie, 6 gennaio 2008
Vittorio G. di anni 42. Operatore turistico barese, sposato, due figli di 8 e 12 anni, disperato per via dei debiti e del mutuo che non riusciva più a pagare, da sei mesi non dormiva più a casa, accampandosi prima nella traballante agenzia di viaggi e poi dalla nonna paterna
Vittorio G. di anni 42. Operatore turistico barese, sposato, due figli di 8 e 12 anni, disperato per via dei debiti e del mutuo che non riusciva più a pagare, da sei mesi non dormiva più a casa, accampandosi prima nella traballante agenzia di viaggi e poi dalla nonna paterna. All’alba del 3 gennaio mandò un sms alla moglie che ormai credeva perduta («Una stella cometa mi porterà via. Oggi toglierò una vita alla Terra»), imbucò due lettere per la madre e per il fratello («Non sono stato in grado di darvi una vita dignitosa»), guidò fino alla chiesa del rione, si fermò, poggiò sul cruscotto dell’auto la patente, una foto del padre, il passaporto e si cosparse il corpo di benzina. Dipoi, sotto gli occhi di moglie, madre e fratello che allertati dal messaggio lo cercavano disperati, con due accendini si diede fuoco. Mattina presto di giovedì 3 gennaio sul sagrato della chiesa Sacra Famiglia di via Martin Lutero, a Bari.