Giuliana Scimé, Corriere della Sera 6/1/2008, 6 gennaio 2008
di GIULIANA SCIM Le signore della fotografia italiana sono davvero pochissime, soltanto negli ultimi anni stanno dimostrando grinta e capacità
di GIULIANA SCIM Le signore della fotografia italiana sono davvero pochissime, soltanto negli ultimi anni stanno dimostrando grinta e capacità. Una signora, schiva e riservata, riemerge finalmente da un lungo silenzio voluto: Carla Cerati (Bergamo 1926) con una mostra antologica di 400 fotografie. Il patrimonio, conservato da decenni al Centro studi e archivio della comunicazione dell’università di Parma, finalmente «prende luce». La Cerati racconta che senso ha avuto per lei la fotografia: «Bill Brandt diceva di aver superato una grave nevrosi grazie all’uso della macchina fotografica. Per me, invece, ha significato la conquista della libertà e anche la possibilità di trovare risposte a domande semplici e fondamentali: chi sono e come vivono gli altri? ». Nei primi anni 60, inizia ad esplorare la città, Milano, e scopre un universo che è sotto gli occhi di tutti e che deve essere analizzato e compreso. Sono gli esordi di una vagabonda curiosa che la porteranno ad indagare dei microcosmi della società, spesso componendo narrazioni per immagini del tutto sorprendenti, e contraddittorie. Nel 1968, in piena contestazione culturale, la Cerati è sensibile nei confronti di una realtà nascosta, e per molti vergognosa, quella dei matti in manicomio. Nasce Morire di classe, invitata assieme a Gianni Berengo Gardin proprio da Franco Basaglia. Di segno opposto, invece, ma non meno intenso per lo studio della società, è Mondo cocktail, realizzato a partire dallo stesso anno. l’unica indagine di costume su quel mondo così atipico e così milanese dei rituali alle inaugurazioni di negozi di lusso e mostre in gallerie private. La Cerati cattura tutti i protagonisti del jet set e della cultura, e non senza malizia. E poi nudi femminili con la serie Forma di donna, che non lusinga certo la bellezza da calendario. E tanti paesaggi nelle Langhe e in Liguria ed architetture rigorose a studiare, questa volta, altre forme che sono parte del nostro vivere. E ritratti, colti di sorpresa, di passanti, lavoratori, personaggi della cultura e contestatori durante le manifestazioni. Ed infine, negli anni Ottanta, Carla Cerati scopre il colore, rinventandolo fedele ai temi prediletti: paesaggi e architetture e giocando con bizzarre composizioni nella serie Capricci. Un percorso che ha toccato tante tappe e raggiunto mete invidiabili. CARLA CERATI Parma, Scuderie della Pilotta, sino al 31 gennaio. Tel. 0521/235825 Carla Cerati: «Mondo cocktail»