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 2008  gennaio 05 Sabato calendario

Sinistre lezioni di umanità. il manifesto, sabato 5 gennaio C’è un atteggiamento intimidito di fronte all’offensiva contro la 194 lanciata dalla campagna per una ”moratoria” contro l’aborto del Foglio

Sinistre lezioni di umanità. il manifesto, sabato 5 gennaio C’è un atteggiamento intimidito di fronte all’offensiva contro la 194 lanciata dalla campagna per una ”moratoria” contro l’aborto del Foglio. L’iniziativa cade in un vuoto politico-culturale che non trova più i ”sacri principi” dello stato laico, che naviga nel vuoto post-ideologico, sovrastato dai diktat vaticani. Da un papa che si arroga l’esclusiva dell’etica: al di là della Chiesa, dice Ratzinger, non c’è umanità. E’ questo che inquieta e non tanto la reazione del presidente della Cei. Il cardinal Bagnasco ieri sul Corriere della Sera definisce la ”moratoria” un fatto ”lodevole” perché ”rappresenta un forte richiamo all’attenzione degli stati circa la tutela della vita umana, così come è accaduto per la moratoria sulla pena di morte”. Avremmo preferito lasciar cadere nel silenzio lo sciopero della fame di Ferrara e la sua campagna per far sospendere la libertà di scelta della donna, se non fosse che il sasso nello stagno sta allargando i suoi cerchi pericolosamente. Tanto che il neo-partito di centro sinistra è attraversato da brividi nel timore che la questione dell’aborto tocchi i suoi rapporti con la Chiesa e divida il Pd. Azzeramento della memoria. Le battaglie di civiltà, le conquiste acquisite, i pilastri di un pensiero di civiltà che trenta anni fa restituì alle donne la dignità di decidere se avere o no un figlio, e le sottrasse al carcere e alla morte dell’aborto clandestino, affondano nella dimenticanza. Adesso il ”nuovo umanesimo” sembra rivolgersi unicamente al Vaticano. L’essere umano e la sua vita tornano prerogativa dell’al di là e dei suoi rappresentanti. La moratoria, scrive Giuliano Ferrara, è ”una scelta non una persecuzione penale”. Vuol dire che la sua è solo una crociata dell’anima, un invito a risparmiare gli innocenti, i bambini e il loro diritto a nascere. Ma l’opera di superba superiorità morale che il direttore del Foglio sbandiera è fiancheggiatrice del suo immoralissimo sostegno alla guerra, alla sua complicità con i teocon che in nome dei ”valori occidentali” hanno giustificato massacri e torture. Non a caso, l’iniziativa di Ferrara parte all’indomani della vittoria dell’Onu, che, contro il parere degli Stati Uniti di Bush, ha licenziato virtualmente il boia. La vittoria contro la pena di morte, giustamente, è stata presa come un duro colpo dai sostenitori della violenza e dai detrattori della diplomazia. La guerra, scriveva Ferrara, è qualcosa di ”esemplare e efficace” di cui dovremmo tenere conto. ”Il sistema nemico deve essere annientato, e i suoi simboli criminali devono essere spezzati, quando si persegue la vittoria, unico figlio legittimo della guerra”. E su Saddam, il paladino della vita umana, il pietoso anti-abortista, diceva alla vigilia della sua esecuzione: ”Il corpo del vinto che pende dalla forca è, sarebbe, e purtroppo non sarà (Ferrara dubitava della condanna) il certificato di sconfitta destinato ai regimi di morte che dal Medio Oriente cercano di incendiare il mondo e vanno spenti nelle loro fiamme”. Che adesso la lezione di umanità venga da lì, che il cardinal Bagnasco e i politici cristiani si accodino alla retorica dell’innocenza bambina, del feto da salvare dall’egoismo di madri snaturate, è troppo. I bambini siamo noi a volerli salvare, sono morti a migliaia, sgambettanti nelle strade di Baghdad, per colpa di chi si nasconde dietro la croce dei ”valori occidentali”. Non gli sarà permesso capovolgere le cose, liquidare la ”piccola moratoria” (la pena di morte) e mettersi a capo della ”grande moratoria” che assegna lo status di essere umano a chi non ce l’ha, in nome di un delirio propagandistico che arruola le anime a venire. Mariuccia Ciotta