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 2008  gennaio 05 Sabato calendario

Dal sito internet Totus Tuus leggo e riporto: «Tre persone sono state uccise; 13 chiese bruciate; 2 case parrocchiali distrutte; decine di feriti, molti dei quali in gravissime condizioni; un orfanotrofio cristiano vandalizzato; treni bloccati per ore; auto della polizia bruciate: è il bilancio provvisorio di un attacco a tutto campo dell’organizzazione fondamentalista Vishva Hindu Parishad (Vhp) cominciato alla vigilia di Natale ed è continuato per tutto il giorno di ieri (29 dicembre, ndr)

Dal sito internet Totus Tuus leggo e riporto: «Tre persone sono state uccise; 13 chiese bruciate; 2 case parrocchiali distrutte; decine di feriti, molti dei quali in gravissime condizioni; un orfanotrofio cristiano vandalizzato; treni bloccati per ore; auto della polizia bruciate: è il bilancio provvisorio di un attacco a tutto campo dell’organizzazione fondamentalista Vishva Hindu Parishad (Vhp) cominciato alla vigilia di Natale ed è continuato per tutto il giorno di ieri (29 dicembre, ndr). La polizia ha decretato il coprifuoco in molti villaggi, ma non riesce ancora a controllare tutta la situazione. La scintilla della deflagrazione è cominciata a Bramunigam di Phulbani (Orissa) il 24 dicembre, quando Swami Lakhananda Sarswati, un leader locale del Vhp, 80enne, insieme alle sue guardie del corpo, ha visitato una zona cristiana, dove i fedeli avevano issato delle tende per la celebrazione del Natale, distrutte in precedenza da 300 membri del Vhp. Nel distretto di Phulbani si è scatenato l’inferno. Molti membri del Vhp, con armi da fuoco, hanno attaccato 13 chiese, proibito ai cristiani di celebrare il Natale e sparato su alcuni fedeli». possibile avere notizie su questo fenomeno? Giuseppe Casarini giuseppe.casarini@tin.it Caro Casarini, Non esistono soltanto il fondamentalismo dell’Islam, quello dell’ebraismo ortodosso e quello dei cristiani evangelici, soprattutto americani. Esiste anche un fondamentalismo indù. Come gli altri, appartiene a quella ondata di intransigenza religiosa che si è manifestata in buona parte del mondo negli ultimi vent’anni e che è diventata linfa vitale di un nuovo, intransigente nazionalismo confessionale. un fondamentalismo militante, aggressivo, tanto più violento quanto più persuaso che la fede giustifichi i suoi atti. Il fondamentalismo indù ha un braccio politico e civile rappresentato dal partito Bharatiya Janata (Partito popolare indiano) fondato nel 1980, che ha governato l’India dal 1998 sino al 2004, quando il Partito del Congresso, guidato da Sonia Gandhi, ha riconquistato il potere. Ma dietro il Bjp vi sono partiti minori e centinaia di associazioni militanti, particolarmente attive nelle zone più arretrate e rurali del sub continente. Gli indù rappresentano circa l’80% del Paese, ma esiste una forte comunità musulmana (12%), una consistente comunità sikh e un numero di cristiani che varia a seconda delle fonti: 2% secondo il «World Almanac and Book of Facts» del New York Times, 6,2% secondo i rapporti sulla liberta religiosa nel mondo, editi dall’associazione «Aiuto alla Chiesa che soffre». I cattolici battezzati, secondo questa associazione, sarebbero 16 milioni e 770.000. A New Delhi vi è oggi un governo laico, guidato da persone che hanno una concezione secolare della politica e, spesso, una educazione occidentale, soprattutto britannica e americana. Ma negli Stati in cui può influire sul potere e sulle istituzioni, il fondamentalismo indù promuove la diffusione di testi scolastici in cui si esaltano i valori «di una grande civiltà, la cui gloria si diffuse dal Sri Lanka a Giava e al Giappone, dal Tibet e dalla Mongolia sino alla Cina e alla Siberia» (sono parole tratte da un sito del Bjp). In questo «paninduismo » vi sarebbe anche un piccolo spazio per Gesù Cristo. In un testo scolastico diffuso in alcune scuole si legge che Gesù avrebbe visitato l’Himalaya e avrebbe tratto grande ispirazione dalla sua frequentazione di santoni e asceti indù. In alcuni casi le associazioni induiste sono riuscite a fare approvare leggi che vietano l’apostolato delle Chiese cristiane e frappongono ostacoli al funzionamento delle scuole missionarie. Qualche missionario è stato processato e condannato per «conversioni forzate». Altri sono stati mo-lestati e aggrediti. E le pubbliche autorità esercitano pressioni sugli indiani convertiti per convincerli a tornare all’antica fede. questo, caro Casarini, il clima in cui hanno avuto luogo gli atti di violenza descritti nella sua lettera. Ma l’India rimane, nonostante questi episodi, una grande democrazia dove il governo centrale fa del suo meglio per controllare le spinte estremiste degli Stati in cui sono esplose in questi anni numerose manifestazioni di fanatismo religioso.