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 2008  gennaio 05 Sabato calendario

DAL NOSTRO INVIATO

NAIROBI – Al Qaeda ha colpito ancora. E stavolta per raggiungere i suoi obiettivi all’organizzazione islamica sono bastate le minacce.
«Attaccheremo la Parigi- Dakar», hanno annunciato sui loro siti Internet i terroristi. E la Parigi-Dakar, che era già ai nastri di partenza a Lisbona e sarebbe dovuta cominciare stamattina, per la prima volta dal 1979, anno in cui è nata, è stata cancellata.
La decisione è stata sofferta, perché 570 equipaggi, di automobili, camion e motociclette, provenienti da 50 Paesi, che si erano preparati per un anno ed erano pronti a partire per darsi battaglia sui 9.273 chilometri della gara, sono rimasti delusi e a bocca asciutta.
Il rally avrebbe attraversato cinque Paesi: Portogallo, Spagna, Marocco, Mauritania, Senegal. Gli attacchi di Al Qaeda sarebbero stati preparati per colpire in Mauritania.
L’Asm (Amaury Sport Organisation), associazione organizzatrice della Parigi-Dakar, in un comunicato, ha spiegato di aver ricevuto dal governo francese (che ha invocato la ragion di Stato) la raccomandazione di sospendere tutto.
Nella zona del Maghreb, tra Mauritania, Mali, Niger e Senegal, è attiva una cellula terroristica legata ad Al Qaeda, nota come «Al Qaeda nel Maghreb », che prima era conosciuta come Gruppo Salafista per la predicazione e il combattimento, Gspc.
Secondo l’agenzia France Presse, che cita fonti dei servizi segreti francesi, Parigi avrebbe in mano registrazioni telefoniche su preparativi d’attacco contro i francesi proprio nelle zone che dovevano essere attraversate dalla gara.
Il 24 dicembre nei pressi del villaggio di Aleg, in Mauritania, una famiglia di francesi in vacanza, è stata massacrata mentre si era fermata a bivaccare ai bordi di una pista. I morti sono stati quattro e solo il padre, ferito gravemente e creduto morto, si è salvato.
La cancellazione del rally avrà conseguenze economiche disastrose per i Paesi dov’era previsto il suo passaggio. L’iscrizione alla gara costa 12 mila euro a testa e ogni equipaggio è composto da una decina di persone tra piloti, meccanici e aiutanti di vario genere.
Il ministro dello Sport francese, Bernard Laporte, elogiando gli organizzatori per la decisione, ha sottolineato che «la sicurezza deve essere tenuta al primo posto».
Di diverso avviso le autorità mauritane. Forse perché preoccupate dalle perdite economiche che la cancellazione comporta, hanno criticato la decisione. Un portavoce del presidente della Mauritania, Sidi Mohamed Ould Sheikh Abdallahi, ha commentato: «In fondo i casi di omicidio sono isolati. Il nostro Paese rimane sicuro, aperto e ospitale».
La Mauritania ha anche messo in dubbio che il massacro del 24 dicembre sia stato organizzato da Al Qaeda: «Non è mai stato rivendicato », ha dichiarato.
«Quello del terrorismo è solo un pretesto», ha concluso.
Qualche anno fa per motivi di sicurezza furono cancellate le tappe in Mali e in Niger.
La gara è una delle più difficili e pericolose al mondo: in 29 anni di vita sono morti 25 piloti e 30 spettatori.
Massimo A. Alberizzi