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 2008  gennaio 09 Mercoledì calendario

Questo horror non è un film. Vanity Fair 9 gennaio 2008. E’ come il bandolo di una matassa: tiri un filo, percorri un sentiero, trovi un indizio e scopri un mondo che è come un giallo

Questo horror non è un film. Vanity Fair 9 gennaio 2008. E’ come il bandolo di una matassa: tiri un filo, percorri un sentiero, trovi un indizio e scopri un mondo che è come un giallo. Il bandolo che ci ha portato vicino alle sette sataniche si chiama D, come l’iniziale del suo nome. D è poco più che ventenne e non ha avuto un buon rapporto con la sua famiglia che, come molte, si è disfatta e ricomposta quando lui era piccolo. diventato aggressivo e ribelle, poi si è chiuso, ha guardato altrove e da adolescente ha trovato un’altra famiglia molto particolare, i satanisti. I genitori lo hanno visto diventare sempre più strano e cupo, faceva discorsi sconclusionati, ascoltava solo musica black metal, aveva cambiato il modo di vestire, pettinarsi e persino la gestualità, assumeva droghe, allucinogeni. Poi hanno trovato un’agenda di pelle nera con disegni e scritte inquietanti: una stella ribaltata con disegnato dentro un caprone, il numero 666 scritto più volte, croci rovesciate, un inno a Satana che dice "Uccidi, uccidi questa prigione, libera la bestia, cadano i servitori dell’Onnipotente, cadano e siano arsi vivi, poiché una è la parola di Dio, mille i sussurri di Satana. Questa è la legge, questa è la missione, uccidete i servitori della luce". C’era anche un nome in evidenza nell’agenda: Ungdom Svarte Sirkel. I genitori lo hanno digitato su Google e hanno scoperto che è una setta satanica norvegese. Ora D se ne è andato di casa, non studia e non lavora più, si sa molto poco di lui. La famiglia di D vive a Firenze. Strano, uno pensa, si è sempre detto che il centro della magia nera è a Torino, i delitti commessi dalle Bestie di Satana sono avvenuti nel Varesotto, che c’entra la Toscana? Sorpresa. Caterina Boschetti nel Libro nero delle sette in Italia (Newton Compton Editori) cita il numero verde Servizio Anti Sette Occulte, coordinato da don Aldo Bonaiuto, che per quanto riguarda le sette sataniche riceve il maggior numero di telefonate dalla Toscana, poi vengono l’Emilia-Romagna e l’Umbria. Un anno fa la Polizia ha istituito le Sas (squadre anti sette) che nel giugno scorso hanno pubblicato il rapporto sui primi sei mesi di attività sul territorio. Hanno rilevato in tutta Italia la presenza di 8 mila gruppi di satanisti con 600 mila affiliati, contro 1.200 altri gruppi abusanti (ossia, che usano le debolezze di persone fragili per sottometterle) frequentati però da due milioni e mezzo di persone. Significa che i gruppi satanici sono più numerosi ma più piccoli: "In media hanno 20 persone ognuno, quando sono tante si arriva a 50", dice Patrizia Santovecchi, fiorentina, 50 anni, presidente di Onap (Osservatorio nazionale abusi psicologici). Anche a Firenze esiste una Sas, ma alle nostre domande la questura risponde solo: "No comment. Stiamo lavorando". Però le voci corrono. E le voci – che, bisogna ricordarlo, sono parole e non fatti – tuttavia dicono che il centro italiano del satanismo si concentra in Toscana, verso la costa, attorno a Viareggio. Proprio a Viareggio troviamo lo Studio esoterico Bastet. il suo stesso proprietario Egiziano Tognocchi a dire: "Questo studio ora è il più importante in Italia". La vetrina a due passi dalla chiesa di Sant’Andrea, dove guarda caso c’è un prete esorcista, accanto un Centro benessere cui è collegato, l’insegna che recita un tranquillizzante "Antica erboristeria Arcadia", questo centro esoterico esiste da cinque anni e solo nell’ultimo ha avuto 1.863 clienti. "Ricevo moltissimi ordini on line. Le richieste di oggetti per riti satanici vengono soprattutto da Brescia, poi da Bergamo. Non mi risulta che la Versilia sia il centro del satanismo", dice Egiziano Tognocchi, che non fa mistero di vendere tutto ciò che riguarda la magia: quella rossa ("Che io pratico"); la Wicca; le polveri e le statuette che si usano nei riti della santeria brasiliana; filtri attiranti e amorosi; radici come la mandragola che mi mostra, un piccolo e rugoso tronco alto alcuni centimetri, con rami a forma di braccia, invecchiato dieci anni e che costa 2.200 euro; poi c’è tutto ciò che serve per sabba, riti e messe nere: libri, manuali, calici con figure di draghi, madonne insanguinate, pugnali sacrificali, abbigliamento rituale e, su ordinazione, pezzi molto particolari come pelle di capra non conciata e inchiostro dei patti fatto con sangue animale. Egiziano Tognocchi è un signore vestito di nero, esile, 51 anni, gran fumatore, un anello con incisa una stella che è "a doppia faccia, dipende da come si mette", dice ammiccando, gli occhi scuri che non ti perdono un attimo. La sua è una famiglia di maghe, guaritrici e nomi strani, come il suo e quello del fratello Lodisseo. Ritiene la magia una cosa seria che va praticata da competenti, e il satanismo un credo con cui è meglio non scherzare. "Chi studia davvero il satanismo si riunisce in gruppo. Gli adepti formano una setta che celebra riti in chiese, cimiteri o luoghi isolati, e chi vi entra deve superare delle prove, fra cui il pegno di sé attraverso l’atto sessuale. L’iniziazione consiste nel sacrificare un animale a quattro zampe, meglio un agnello, sull’altare, bagnare col sangue il nuovo adepto che poi deve farsi possedere carnalmente da tutti i componenti del gruppo, o possederli. Da quel momento riceve favori e appoggio, ma è anche tenuto a darli se glieli chiedono. Non si può dire di no". Nel negozio di Tognocchi si trovano volumi come I riti satanici, la Bibbia satanica e la Messa satanica. "Quella in pelle nera va a ruba", sottolinea. Sono pagine dove trovi scritte cosette come: "Beati i forti, per loro vi sarà il possesso della terra. Maledetti i deboli, per loro vi sarà l’eredità del giogo! L’angelo della stupidità è accampato nelle anime dei ”giusti”. L’eterna fiamma del potere, attraverso la gioia, abita nella carne del Satanista! Osservate bene il crocifisso; che cosa simboleggia? Un pallido incapace appeso a una croce". La Toscana non sarà, come dice Tognocchi, terra delle sette sataniche, però, se giri seguendo le indicazioni di chi studia il fenomeno, trovi un sacco di tracce. Nel Mugello ci sono cimiteri profanati, con lapidi spaccate e croci capovolte, e poi chiese sconsacrate con scritte e simboli luciferini; a Prato c’è una villa abbandonata le cui cantine sono piene di disegni inneggianti ai demoni; a Rupe Cava, sulle colline pisane, in una chiesa diroccata sono state svuotate tutte le tombe che stavano nel pavimento. Ed è bastato che il fotografo chiedesse a un conoscente se sapeva di qualche satanista, che due giorni dopo un giovane uomo lo ha chiamato, gli ha dato appuntamento in un cimitero al tramonto e si è lasciato ritrarre, ma solo con il volto coperto, ha detto due parole e non ha lasciato nessuna traccia di sé. Quando Patrizia Santovecchi vide per la prima volta un anno e mezzo fa la chiesa di Rupe Cava, le tombe sembravano profanate di fresco, i mucchi di mattoni e pietra erano ben accostati ai lati di ogni tomba, un osso di femore era abbandonato su un bordo, e in una grotta lì vicino c’era un cerchio di ceri, come a segnare un altare. Oggi le tombe sono state parzialmente riempite, ma resta la scritta "Satan" su un muro, croci celtiche sull’altare e persino su un cartello stradale che si incontra lungo la strada sterrata hanno disegnato una croce rovesciata. Secondo Egiziano Tognocchi, "nel satanismo ci sono migliaia di persone che ricorrono al fai da te. Bischeri che pensano di sapere tutto dopo aver letto due libri. Ma in questa materia bisogna conoscerle le cose: se si sbaglia a fare un rito o una chiamata si pagano conseguenze pesanti, si ha una vita disastrosa, si ottiene l’effetto contrario. Io non pratico la magia nera però la conosco, per difendermi. La magia è una, le pratiche e gli ingredienti sono gli stessi, cambia solo il tipo di invocazione. La magia rossa è quella sessuale e usa abiti rossi, la Wicca o verde si rifà a elementi naturali, la nera si rivolge a Satana. Il vero satanismo inneggia a Lucifero con sabba, riti e messe nere non necessariamente per fare del male, ma per ottenere qualcosa di buono per sé. La ragione vera di tutto ciò è avere potere: si cerca in Satana quello che non si è trovato altrove. Chi è disperato è disposto a tutto pur di star meglio". Si entra nelle sette sataniche solo per cooptazione diretta. Patrizia Santovecchi dice che uno dei luoghi di maggior reclutamento sono le scuole, e che l’età del primo contatto si è molto abbassata: "Fino a dieci anni fa venivano coinvolti sedici-diciottenni, cinque anni fa si è cominciato con ragazzi di 14 anni, e ora ci sono casi di dodicenni". A Patrizia le sette non piacciono: preferisce chiamarle culti abusanti. Ne conosce i sistemi un po’ per esperienza diretta ("Sono stata per 24 anni testimone di Geova e so che cos’è il lavaggio del cervello") e un po’ tramite le centinaia di casi seguiti dall’osservatorio. "Dieci anni fa ho cominciato a studiare per capire come avevano fatto a impossessarsi della mia volontà per tanto tempo". Ha un diploma in psicoterapia comparata, è laureanda in Scienze religiose, insegna tecniche di manipolazione mentale, ha scritto con Chiara Bini Soffrire di magia e, in uscita a febbraio, Satanisti (Editoriale Olimpia). "Tutti i culti abusanti seguono lo stesso schema di reclutamento, che può avere grande presa su persone fragili e insicure", dice Patrizia. "Prima ti si fa credere che hai bisogno di qualcosa, che con loro starai meglio, ma devi seguirli fedelmente, altrimenti ti perdi. Ti promettono benessere, ti suggeriscono come comportarti, vestirti e parlare, ti emarginano e puniscono se non sottostai alle regole del gruppo, così tu ti allontani da familiari e amici che ti mettono in guardia. In questo modo cambi identità e ne costruisci una funzionale alla setta". Casi ne avrebbe da raccontare, ma non vuole e non può perché è legata al segreto professionale, e poi con i satanisti non si scherza. "Molti hanno paura a denunciare e chi lo fa corre due rischi: non essere creduto e ricevere minacce. Infatti non esistono ufficialmente casi di fuorusciti: se entri in una setta resti vincolato per sempre". Lo dice anche Tognocchi: "Chi esce deve tenere tutto dentro di sé". Dal punto di vista penale si può fare poco perché il reato di plagio non esiste più e il satanismo non è fuori legge, tanto è vero che "a Bologna i Bambini di Satana si sono costituiti come S.r.l", dice Patrizia Santovecchi. "Servirebbe una legge sulla manipolazione mentale come ce l’hanno in Francia, Germania e Belgio. Bisognerebbe seguire le tracce sospette, monitorare i furti e gli atti di vandalismo nelle chiese e nei cimiteri, perché i satanisti usano oggetti e luoghi sacri per i loro riti, rubano ostie, paramenti, calici; bisognerebbe indagare sulle scomparse o i suicidi di persone legate a sette sataniche, e i casi sono tanti". A pensarci, la vicenda delle Bestie di Satana, che uccisero a Somma Lombardo nel 1998 due ragazzi del gruppo, andò proprio così: scomparvero i due fidanzati, di cui si conoscevano le simpatie per la setta, le indagini non portarono a nulla, i genitori non si diedero per vinti e continuarono a cercare finché, sei anni e un delitto dopo, si arrivò alla verità per puro caso. I compagni li avevano uccisi e sotterrati in un bosco perché volevano uscire dal gruppo. Il confine fra ridicolo e tragico è sempre sottile. C’è gente disposta a spendere migliaia di euro per imbandire riti satanici nella speranza di ottenere sesso e potere, e ci sono ragazzi convinti che il satanismo e tutto quello che comporta dia la felicità. Ci sono cose che, prima ancora che con una legge, andrebbero trattate col buon senso e col dubbio. Uscendo dal negozio di Egiziano Tognocchi, lui, gentile, mi dice: "Mi raccomando, ci faccia sapere quando esce l’articolo, così poi vedo bene come si chiama e posso trovare dove abita, che telefono ha…". D’istinto gli chiedo: " una minaccia?". E lui, ammiccando: "Ma noooo". Mariangela Mianiti