Il Sole 24 Ore 30/12/2007, pag.27 Alberto Nosari, 30 dicembre 2007
Saras porta l’utile 2007 oltre i 300 milioni. Il Sole 24 Ore 30 dicembre 2007. «Lo scenario di riferimento continua a presentare elementi strutturali che sosterranno ancora per anni il margine di raffinazione, anche se nel breve termine continueranno a manifestarsi quelle oscillazioni tipiche del nostro mercato»
Saras porta l’utile 2007 oltre i 300 milioni. Il Sole 24 Ore 30 dicembre 2007. «Lo scenario di riferimento continua a presentare elementi strutturali che sosterranno ancora per anni il margine di raffinazione, anche se nel breve termine continueranno a manifestarsi quelle oscillazioni tipiche del nostro mercato». E questo in quanto, puntualizza Corrado Costanzo, Cfo di Saras, «la domanda resterà elevata mentre l’offerta dovrebbe confermarsi sostanzialmente stabile pur considerando gli investimenti di potenziamento in atto nella maggior parte delle raffinerie oggi attive». Scenario a seguito del quale, aggiunge il direttore generale Dario Scaffardi, «l’offerta fatica a soddisfare una domanda crescente perchè ci sono forti barriere all’ingresso. Costruire nuove raffinerie è oggi infatti estremamente oneroso poichè in cinque anni il costo di costruzione di nuovi impianti è aumentato di oltre il 200 per cento, in occidente è virtualmente impossibile costruire nuove raffinerie e sono comunque necessari forti investimenti sugli impianti esistenti al fine di mantenere il passo con le normative ambientali sempre più severe». Nel contempo, conclude Scaffardi, «anche in quei paesi come il Medio Oriente e l’Oriente, dove l’iter autorizzativo è più celere, i costi sono esplosi e i tempi di realizzazioni si sono ampliati a causa della scarsità delle risorse d’ingegneria». E sono proprio queste tre condizioni, precisa Costanzo, «a frenare lo sviluppo dell’offerta in un mercato in cui gli impianti viaggiano oramai in prossimità del pieno utilizzo». E sono proprio queste condizioni che, conclude il Cfo, «ci garantiranno anche nel medio termine margini di raffinazione elevati, dopo che nel secondo semestre del 2007 sono stati sotto tensione per motivi contingenti e spesso legati a motivazioni speculative». Uno scenario che però potrebbe riservare sorprese nel medio in quanto alcune variabili dovrebbero essere ricondotte alla compatibilità. E tutto ciò si accompagna alle normali iniziative messe in atto dal gruppo per migliorar l’efficienza degli impianti, a cui saranno dedicati quasi 300 milioni di investimenti nel quadriennio 2006-2009, e tenere sotto controllo i costi. Iniziative grazie le quali l’azienda controllata dalla famiglia Moratti è riuscita a mantenere livelli di redditività da primato accompagnati da una generazione di cassa eccellente anche in presenza della flessione dei margini di raffinazione riscontrata nel terzo trimestre del 2007 dopo un primo semestre d’eccezione con margini prossimi al 10 per cento. Condizioni grazie le quali l’indebitamento dovrebbe sostanzialmente azzerarsi, riponendo in primo piano la necessità di ottimizzare la struttura patrimoniale. Uno scenario ben conosciuto dagli azionisti, che infatti ribadiscono la precisa volontà di sviluppare il business come priorità assoluta. «Noi, puntualizza Angelo Moratti, vicepresidente e nipote del fondatore della Saras, crediamo molto nel settore della raffinazione e quindi continueremo a investire sul potenziamento degli impianti esistenti oltrechè nella ricerca di opportunità di acquisizioni». E questo proprio perchè, aggiunge il figlio del presidente Gianmarco Moratti e nipote dell’amministratore delegato Massimo, «abbiamo una capacità di spesa sino a due miliardi senza intaccare la solidità strutturale e le compatibilità economiche». Una cifra che potrebbe anche aumentare in quanto i soci hanno sempre dichiarato di essere pronti a considerare aumenti sul capitale qualora si presentasse un’opzione strategica per il futuro dell’azienda, salvaguardandone però il controllo. E ciò conferma quanto gli azionisti credano nel business, indipendentemente dalle traversie che il titolo ha vissuto da quando è entrato in Borsa (vedere servizi in pagina). Scelta ben sintetizzata anche nel piano di investimenti da 600 milioni, di cui la metà già realizzati e il resto in calendario entro il 2009. Risorse destinate per 120 milioni ai temi della sicurezza e dell’ambiente e gli altri al potenziamento degli impianti della raffineria sarda, che già oggi è considerata al secondo posto fra i sette grandi centri di raffinazione europei. Potenziamento finalizzato ad aumentare la capacità di "lavorare" greggi meno puri, e quindi più redditizi, oppure per aumentare la produzione di prodotti a maggior valore quali benzina, gasolio e affini. Un investimento che presenterà un ritorno superiore del 20% in termini di IRR e che permetterà di migliorare i margini di raffinazione fra 1,5 e 2,5 dollari a barile apportando nel complesso fra i 200 e i 300 milioni di dollari all’anno di ebitda, di cui oltre 100 milioni già conseguiti. Il tutto grazie a un’aumento dell’efficienza stimabile nel 25% a regime. Saras sta inoltre realizzando l’impianto di biofuel in Spagna nei pressi dei depositi di Cartagena che sarà complementare all’attività di commercializzazione all’ingrosso realizzata nel paese. Il progetto prevede un investimento di quasi 40 milioni e l’impianto entrerà in produzione entro l’estate del 2008 con una capacità di 200mila tonnellate annue di biodisel. Novità anche sul fronte della generazione poichè il gruppo sta lavorando su alcuni progetti nelle fonti rinnovabili (eolico e solare) nel Sud Italia e all’estero. E ciò si affiancherà alle potenzialità dell’impianto di cogenerazione realizzato all’interno della raffineria per poter utilizzare in forma estremamente redditizia alcuni "scarti di lavorazione" e oggi controllato al 100 per cento. Un impianto da 550 MW che ha già dato grandi soddisfazioni in quanto genera circa 220 milioni di ebitda all’anno, quasi il 40% dell’ebitda consolidato 2007. Iniziative i cui effetti si dispiegheranno appieno nei prossimi anni, ma già presenti nei conti in esame, che verranno esposti al netto degli effetti connessi alle oscillazioni del prezzo del petrolio e cioè valutando le scorte ai prezzi storici (lifo). Il 2007 dovrebbe così presentare un’ebitda in crescita del 13% a circa 640 milioni e quindi sostanzialmente in linea con il progresso del 15% realizzato nei primi ove mesi. Risultati dai quali emerge l’ottimo stato di salute di un gruppo che nel 2007 ha potuto beneficiare di un margine di raffinazione che ha raggiunto il picco di oltre 10 dollari a barile a maggio e prossimo a 10 per tutto il primo semestre. Un margine sceso nel terzo trimestre anche se in ragione d’anno dovrebbe mantenersi a circa 7 dollari a barile rispetto ai 6,2 del 2006 e ai 7,1 dollari del 2005. Ma c’è pure altro poichè il Saras può contare pure sull’apporto degli impianti di generazione della controllata Sarlux, che generano un margine di circa quattro dollari a barile portando oltre gli 11 dollari il margine del sito produttivo che lavora 15 milioni di tonnellate di grezzo all’anno. Ancora più significativa la crescita a livello di ebit, atteso a circa 480 milioni con un progresso vicino al 19% anche perchè gli ammortamenti dovrebbero restare sostanzialmente stabili e leggermente crescenti dal prossimo anno. E se non subentreranno eventi eccezionali il conto economico dovrebbe chiudersi con un utile di oltre 300 milioni rispetto ai 242 del 2006. Ribadiamo che tutti i dati sono "adjasted" e cioè espressi calcolando le scorte di grezzo a valori storici per depurare i conti dagli effetti delle variazioni dei prezzi del petrolio. La generazione di cassa dovrebbe di conseguenza superare i 550 milioni e ciò permetterà di azzerare i 285 milioni di debiti del 2006 pur scontando i 142 milioni di dividendi distribuiti ai soci e dopo aver assorbito 150 milioni di investimenti. E lo scenario per il 2008 si conferma positivo in quanto la domanda globale di petrolio dovrebbe crescere del 2,5% sulla base delle più recenti stime e quindi il margine di raffinazione non dovrebbe scostarsi molto dalla media prossima a 7 dollari conseguita nell’ultimo triennio. Alberto Nosari