Il Sole 24 Ore 29/12/2007, pag.23 Leonardo Martinelli, 29 dicembre 2007
Repetto, passione di Carla e Cécilia. Il Sole 24 Ore 29 dicembre 2007. Cécilia Sarkozy è una delle clienti della maison Repetto
Repetto, passione di Carla e Cécilia. Il Sole 24 Ore 29 dicembre 2007. Cécilia Sarkozy è una delle clienti della maison Repetto. Quando viveva ancora con il marito, si diceva che era per necessità: grazie alle ballerine poteva ridurre la differenza di altezza con Nicolas. In realtà l’eleganza senza tempo di queste scarpe faceva pendant con il personaggio. E nell’autunno scorso, quando sono stati celebrati i sessant’anni dalla nascita dell’impresa, artisti, stilisti e star di ogni tipo sono stati chiamati a inventare la loro ballerina Repetto. Fra di loro, pure Carla Bruni. «Possiamo dire che davvero tutta la famiglia contribuisce al nostro successo», scherza Jean-Marc Gaucher, amministratore delegato dell’impresa a partire del 1999. A dire il vero non c’è sempre stato da ridere. Facciamo un passo indietro. Nel 1947 Rose Repetto creò un paio di calzature per la danza classica, destinate al figlio Roland Petit, grande ballerino e coreografo, allora alle prime armi. Rubò ai produttori di guanti il segreto di fabbricazione delle sue ballerine. Che presto divennero un mito per le étoile di tutto il mondo. Le ballerine fecero il grande salto verso il mondo della moda grazie a un paio di Repetto rosse indossate da Brigitte Bardot nel film Et Dieu… créa la femme, anno 1956. Da allora diventarono un mito per intellettuali e artisti, perfino per alcuni uomini, come Serge Gainsbourg (adepto del modello Zizi). Rose morì nel 1984. E lì cominciarono i dolori. La società passò di mano in mano fra investitori disinteressati, mentre alla boutique al 22 di rue de la Paix ormai si presentavano solo bambine di vecchie famiglie borghesi, appassionate di danza classica, e anziane alla ricerca di scarpe comode. Quando Gaucher, già alla guida di Reebook France, riprese Repetto, la maison era ormai sull’orlo della bancarotta. E ci rimase per tre anni, necessari al manager per ristrutturare l’azienda. «Pensai che, se le ballerine Repetto fossero ritornate di moda in Giappone e negli Stati Uniti, questo avrebbe influenzato positivamente anche il mercato francese», ricorda Gaucher. Che nel 2002 contattò lo stilista nipponico Issey Miyake. Dette vita a una collezione di ballerine riviste a modo suo. Poi venne la collaborazione con Yohij Yamamoto e con i creatori di altri Paesi, mentre si formava anche all’interno della maison un gruppo di stilisti, che ormai a ogni stagione inventa nuove ballerine: argentate, dorate, zebrate, perfino di pitone. Repetto, d’altra parte, ha beneficiato del ritorno a Parigi di un look "bohème rive gauche". Nel 2005 la società, in piena ripresa, aveva ricavi per 14 milioni di dollari, a fine 2007 si sfioreranno i 30. Dallo stabilimento della maison (ancora quello tradizionale, nel Périgord), escono 2.500 paia di ballerine al giorno: erano appena 150 quando Gaucher prese le redini di Repetto. La produzione resta orgogliosamente made in France. Come intatto rimane il legame con il mondo del balletto: «Realizziamo ancora quasi la metà del giro d’affari con le calzature per la danza – spiega l’amministratore delegato ”. Fabbrichiamo le Ferrari del balletto e tali devono restare, perché quest’immagine aiuta tutte le nostre ballerine. La danza è sinonimo di grazia, eleganza, rigore». Gaucher ha perfino avviato una collaborazione con l’università di Compiègne per migliorare le scarpe destinate ai ballerini classici: «Siamo riusciti a ridurre il rumore che le calzature fanno sulla scena del 61% grazie a una serie di sperimentazioni». Leonardo Martinelli