Il Sole 24 Ore 16/12/2007, pag.11 Roberto Capezzuoli, 16 dicembre 2007
Dreyfus, l’impero nato da un chicco di grano. Il Sole 24 Ore 16 dicembre 2007. Amor che muove il mondo e l’altre stelle
Dreyfus, l’impero nato da un chicco di grano. Il Sole 24 Ore 16 dicembre 2007. Amor che muove il mondo e l’altre stelle. La molla, per il giovane Léopold Dreyfus, è stata questa. E grazie ad essa il ragazzo si dimostrò eccezionalmente precoce negli affari. Nel 1851 non lo sapeva, ma questa caratteristica avrebbe immortalato il nome di suo padre, Louis, quello che lui, appena diciottenne, doveva usare nelle compravendite di frumento e di altre derrate agricole. Storia di ordinaria burocrazia, senza alcun riflesso negativo nella carriera, tutt’altro che ordinaria, di Léopold, nato nel paesino agricolo alsaziano di Sierentz nel 1833, lo stesso anno in cui l’Olanda riconobbe l’indipendenza del Belgio. L’Alsazia allora era francese e il paese aveva due vantaggi per un giovane intraprendente: era una decina di chilometri a Nord del centro svizzero di Basilea e soprattutto era a poche centinaia di metri dal Reno, tuttora la più importante via d’acqua commerciale dell’Europa centro-settentrionale. Oggi Sierentz è una cittadina rurale moderna del dipartimento dell’Alto Reno e con i suoi 2.500 abitanti non è molto più grande di allora: la chiesa, costruita quando Léopold aveva solo tre anni, è l’edificio di spicco, mentre la sinagoga del 1757 non è più la stessa. Fra un paio di settimane, il 1° gennaio, alle sei di sera, come ogni anno, la municipalità di Sierentz offrirà vin chaud a Place de la Bascule, ma la piazza più imponente, poco distante, si chiama Dreyfus. Il nome è diffuso, nella zona. Nella vicina Mulhouse, una quindicina di chilometri più a nord, 26 anni dopo Léopold, ma senza alcuna parentela accertabile, sarebbe nato Alfred Dreyfus, destinato a un percorso da ufficiale d’artiglieria, stroncato da calunnie che lo avrebbero portato al carcere dell’Isola del Diavolo per alto tradimento e, solo dopo molti anni, alla riabilitazione. Il giovane Léopold era di estrazione più umile del suo sfortunato omonimo. A piedi nudi accudiva i pochi capi di bestiame che il padre Louis, perennemente indebitato, conduceva al mercato. Aveva però le idee chiare e anche un grande amore. La "belle Emilie" di cognome faceva Lang ed era figlia di un ricco signore, che fornì la spinta necessaria per il successo di Léopold: «Ragazzo mio – gli rispose quando egli chiese Emilie in sposa – quando avrai centomila franchi ne riparleremo». Per l’epoca, erano fantastiliardi. Ma il ragazzo prese la sfida molto seriamente. Tanto che un paio di anni dopo tornò con il denaro da Emilie, che l’aveva pazientemente atteso, e si permise di rifiutarne la dote. Per farlo, non aveva inventato nulla di sensazionale o di disonesto. E nemmeno di veramente nuovo: la strada che conduceva alle grandi società del trading agricolo era già stata percorsa, qualche anno prima, da Simon Fribourg, che dalla cittadina belga di Arlon fece fiorire quella che sarebbe divenuta la Continental Grain, mentre ad Amsterdam, alla metà del secolo precedente, erano iniziate le fortune della Bunge. Però il desiderio di rivalsa di Léopold era così forte, così attento a ogni innovazione e a ogni mutamento politico, che incise il Dna dei discendenti, ancor oggi nel pieno controllo di un impero dell’agribusiness, un gruppo che ha fatto della riservatezza il proprio marchio e che da diversi anni non vede scendere il fatturato al di sotto dei venti miliardi di euro. La ragione sociale è Louis-Dreyfus, per il motivo esposto all’inizio. Léopold infatti fu costretto a registrare la sua microscopica società di trading cerealicolo con il nome del padre. Lo aveva fatto a Basilea, piazza da cui spediva il grano prodotto nella zona. Ma a 25 anni era a Berna, perché era più facile trattare da lì le derrate di Ungheria e Romania, che sfamavano i Paesi di incipiente industrializzazione. Nel 1864, trentunenne, diede vita a Zurigo alla trading company capace di comprare cereali dalle più grandi coltivazioni russe e danubiane. una delle prime grandi multinazionali, come annotano Jean-Claude Bourbon e Jacques-Olivier Martin, i biografi di Robert Louis-Dreyfus, esponente di spicco della quarta generazione, nato nel 1946 e soprannominato «il Don Giovanni degli affari». Tornando a Léopold, nel 1872 è obbligato a una scelta dolorosa: il trattato di Francoforte strappa a Napoleone III la corona imperiale e alla Francia, sconfitta, sottrae l’Alsazia. Léopold ha 39 anni e ha coronato il suo sogno: ha già un bimbo di 5 anni, il piccolo Louis, lo stesso nome del nonno. Con fiuto, ma anche con patriottismo, il commerciante internazionale di successo, pur legato alla sua Sierentz, sceglie la Francia. L’azienda si trasferisce a Marsiglia e infine, nel 1875, a Parigi, che ancor oggi è il quartier generale del gruppo Louis-Dreyfus. Vengono gli anni dell’Esposizione Universale e del suo simbolo, la Tour Eiffel. Sono anche gli anni delle grandi Borse merci: la società tratta dal 1883 i futures sul mais attraverso la Liverpool Trade Association. Il secolo breve lo vede ricco e potente, ma tutt’altro che appagato. Ha agenzie in ogni continente e ha deciso di lanciarsi nel trasporto marittimo: il primo vascello è del 1903 e si chiama Carol I, in onore del re di Romania, una delle principali provenienze del frumento commerciato da Dreyfus. Seguire l’espansione del gruppo diventa sempre più difficile. Prima del conflitto mondiale Léopold apre importanti canali per la vendita di grano duro del Minnesota e di cotone del Brasile. Ha anche una sede a Melbourne ed è membro del New York Product Exchange, che tratta cereali in concorrenza al Chicago Board of Trade, la grande Borsa agricola fondata nel 1848. Della guerra, Léopold vede solo le prime inquietanti scaramucce. Nel 1915 muore, a 82 anni. Gli sopravvive, invece, e prospera, il suo impero. Alla guida si pongono i figli Louis, 48 anni, e Charles, 45enne. I nipoti sono ancora giovani: Jean e Pierre sono del 1908, Francois dell’anno successivo, insieme prenderanno le redini solo dopo l’inizio della seconda guerra mondiale, ma lo faranno dall’Argentina, dove parte della famiglia si è temporaneamente trasferita per evitare di essere stritolata dall’antisemitismo del Reich. Il periodo tra le due guerre intanto ha dimostrato che gli insegnamenti e la forza morale del fondatore non si sono dispersi. Dall’America, fin dal 1916, la Louis-Dreyfus partecipa al lucroso affare delle forniture di prodotti alimentari per il Belgio stremato dalla guerra. La forzata fuga dalla Russia, nel 1917, non cancella l’appellativo di "Re del grano" con cui è nota la Louis-Dreyfus. La società allarga le mire fino al Sudafrica. La grande Depressione, cui non è estranea la politica agricola del presidente Herbert Hoover, potrebbe mettere alle corde il gruppo. Invece la sua solidità finanziaria consente percorsi controcorrente: vengono costruite navi da carico, grandi e veloci. Qualche colpo a vuoto si avverte nell’immediato dopoguerra, quando i concorrenti si dedicano con frenesia ai derivati, agli arbitraggi, alle seconde lavorazioni, allargando il loro raggio d’azione. Invece sembra che la francese Louis-Dreyfus si ripieghi sul core business del commercio di cereali. Una fase temporanea. Le tappe successive si sviluppano in molteplici direzioni. Tre sono i filoni principali: commercio, flotta e attività bancarie. Nel trading agricolo la Louis-Dreyfus ha un controllo vicino al 15% del totale mondiale. Fa parte dei Big Four, insieme a Glencore, Cargill e Bunge. Tratta frumento, mais, riso, orzo, sorgo, ma anche soia, colza, girasole, carne, prodotti caseari, cotone, cacao. Dal 1988 è presente nel settore degli agrumi e si calcola che gestisca il 10% del mercato del succo d’arancia concentrato e congelato: la sua capacità annua di trasformazione è di 83 milioni di cassette d’arancia, da cui ottiene 330mila tonnellate di succo. Nel comparto saccarifero è uno dei tre grandi, vende ogni anno 2,5 milioni di tonnellate di coloniale grezzo e raffinato e ha appena iniziato in Ghana la costruzione della sua prima raffineria africana, da 200mila tonnellate. Da pochi giorni la Louis-Dreyfus Commodities, la controllata con sede in Svizzera, è socio del Sicom, la Borsa merci di Singapore che scambia futures su gomma e caffè. La flotta è tra le prime dieci nel campo dei bulk carriers, cargo adatti al trasporto di derrate agricole. Il gruppo è presente anche nelle telecomunicazioni e nelle fibre ottiche, quasi un’eredità dell’attenzione che il fondatore Léopold aveva dedicato alle notizie che giungevano con i primi telegrafi. Dal 1986 un suo dipartimento si occupa di energia: commercio di gas naturale, raffinazione di greggio, oggi anche biocombustibili: alla Dreyfus fa capo il più grande impianto nordamericano per la trasformazione di soia in biodiesel, capace di utilizzare più di 1,3 milioni di tonnellate annue di semi. Con tutte queste attività, si stima che il gruppo nel 2005 abbia fatturato più di 27 miliardi di dollari. presente in 53 Paesi e conta oltre 10mila dipendenti. Paragonato alla svizzera Glencore International, la Louis-Dreyfus è altrettanto riservata, ma un po’ meno internazionale. Però è difficile non incrociarne la strada, magari casualmente. Chi frequenta il Four Seasons di Washington calpesta una parte delle sue vaste proprietà immobiliari. E chi ha visto al cinema "Anna e le sue sorelle" oppure i "Simpson", ha potuto apprezzare Julia Louis-Dreyfus, attrice di successo, nata nel 1961 da Gérard, il bisnipote di Léopold, che oggi è al timone del gruppo. Roberto Capezzuoli