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 2008  gennaio 02 Mercoledì calendario

ROMA – «Leggendo le parole del cardinal Bertone viene in mente un proverbio antico: del senno di poi son piene le fosse »

ROMA – «Leggendo le parole del cardinal Bertone viene in mente un proverbio antico: del senno di poi son piene le fosse ». Marisa Cinciari Rodano, classe 1921, deputata, poi senatrice e parlamentare europea comunista dal 1948 al 1989, ha scritto col marito Franco Rodano gran parte di quel particolarissimo capitolo politico che fu il cattocomunismo. Ovvio che abbia letto con attenzione le parole di Tarcisio Bertone sul laicismo del Pd («La Chiesa italiana era più rispettata ai tempi della Dc e del Pci; Gramsci, Togliatti e Berlinguer non avrebbero mai approvato le derive che si profilano oggi »), le reazioni di Massimo Cacciari e di Armando Cossutta. Cosa le è venuto in mente? «Che a suo tempo la Chiesa non riconobbe il lavoro di Togliatti e di Berlinguer. Ed è stato un peccato. Un esempio. Il Pci votò, alla Costituente, per l’inserimento dell’articolo 7 nella Costituzione ». Si trattava dei Patti Lateranensi e della indipendenza e sovranità di Chiesa e Stato. Ricorda Marisa Rodano: «Fummo attaccati dal Psi e dal Pri. La risposta della Chiesa nella campagna elettorale del 18 aprile 1948 furono i comitati civici di Gedda e le pressioni sui bambini nelle scuole materne perché impedissero ai genitori di votare comunista. ingeneroso cercare di utilizzare una rivisitazione autocritica del passato per attaccare il presente. Verrebbe da dire: ci potevate pensare allora...». Marisa Rodano (al congresso dei Ds votò per la mozione Mussi, quindi non aderisce al Pd) mantiene la raffinata capacità di polemica politica e una memoria di ferro. Non pensa che Bertone abbia le sue ragioni per attaccare le spinte laiciste del Pd? «Siamo in un momento di grande frantumazione politica. Normale che in un partito pluralista, deciso a non avere un unico riferimento ideologico e impegnato a far convivere posizioni ideali differenti, si formino frange laiciste. Ma esistono nel contempo le posizioni filo-Opus Dei della senatrice Binetti». Un appunto a Bertone: «Il cardinale avrebbe dovuto apprezzare l’elaborazione di Bindi e Pollastrini per mediare sulle coppie di fatto tenendo conto delle esigenze di tutti. Quello sforzo si colloca proprio nella tradizione che Bertone mostra di apprezzare... ». Ma com’erano i rapporti tra Chiesa e Pci nel dopoguerra? Proprio a casa vostra si incontrarono spesso Palmiro Togliatti e don Giuseppe De Luca, che godeva in Curia della piena fiducia di prelati come Tardini e Ottaviani. Una bella pagina di Filippo Sacconi, della Sinistra Cristiana, ricostruisce la cena della notte di Natale del 1944: voi Rodano, lei in cucina e suo marito ad allestire il presepe, De Luca, Togliatti con la Montagnana... L’incontro segreto tra gli ambasciatori di due mondi. La voce di Marisa Rodano si addolcisce: «Lo scambio culturale fu intenso, con un completo riferimento al patrimonio culturale del ’900 e ai problemi che si aprivano. Senza presunzioni e senza preclusioni». La scena si ripetè nell’ottobre 1961 quando De Luca, ancora a casa vostra, suggerì a Togliatti di convincere Kruscev a spedire un distensivo messaggio a Giovanni XXIII per i suoi ottant’anni: «Erano alla consapevole ricerca di soluzioni per la grave tensione internazionale. Togliatti lo aveva già detto, la Chiesa poteva avere un gran ruolo nella promozione della pace». Nostalgia di quel livello di rapporti? «L’impressione è che molti settori della gerarchia ecclesiastica abbiano l’idea antica di una società italiana ancella della Chiesa. Invece l’azione pastorale dovrebbe preparare le coscienze all’accettazione di quei principi senza l’ausilio del braccio secolare... Se guardassero meno ai media e più al Paese si accorgerebbero di una realtà ben diversa dalle loro fobie». Un ultimo accenno, attualissimo: «Bertone dovrebbe ricordare che la nostra distinzione tra il principio di una piena libertà d’azione della Chiesa e la laicità dell’istituzione statale è sempre stata chiara: non obbligare nessuno a una scelta, offrire opportunità a chi le desidera». Per esempio? «Non abbiamo mai sostenuto che divorzio e aborto fossero un bene, anzi: si tratta sempre di dolore e di sconfitte. Ma uno Stato laico deve assicurare libertà di risolvere certi problemi secondo la propria coscienza». Paolo Conti