Ennio Caretto, Corriere della Sera 2/1/2008, 2 gennaio 2008
WASHINGTON
Lo scrittore Gay Talese
(foto) attribuisce alla tolleranza zero dell’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani buona parte del merito della diminuzione dei crimini nella Grande Mela. Nonostante gli eccessi, dice, la tolleranza zero ha portato ordine e legalità.
Ma non tutti sono d’accordo.
«Perché hanno dimenticato il contesto in cui nacque. Negli Anni ’90, New York sembrava ingovernabile, non c’era più rispetto per le persone e la proprietà. Giuliani ebbe il coraggio di prendere le misure più impopolari, e fu accusato di essere come Mussolini, di far correre i treni in orario e scordare il resto».
E invece?
«Uno dei suoi primi provvedimenti fu quello adottato a Firenze lo scorso anno, di vietare ai lavavetri di assediare gli automobilisti. New York voleva aiutare i poveri, ma molti lavavetri si comportavano in modo antisociale, a me uno portò via 250 dollari. Noi newyorchesi ci rendemmo conto che bisognava recuperare il costume civico».
Alcuni fautori della tolleranza zero non se ne sono pentiti?
« un dibattito che continua. Ma non dimentichiamo che Giuliani combatté anche la mafia, la droga, la corruzione. Ne godiamo i frutti adesso: di rado New York è stata così multietnica e così in pace».
Qualche altro fattore ha contribuito alla sua trasformazione?
«Paradossalmente, l’attentato delle Torri gemelle. La gente ha la sensazione di essere più protetta, sa che ci sono agenti di polizia, spesso in borghese, un po’ ovunque, e che per i delinquenti è più difficile agire inosservati».
Ennio Caretto