Mattia Chiusano, la Repubblica 2/1/2008, 2 gennaio 2008
ROMA - Lenticchie, concerto di Capodanno e salto dal trampolino. L´anno nuovo comincia con gli angeli sciroccati del salto
ROMA - Lenticchie, concerto di Capodanno e salto dal trampolino. L´anno nuovo comincia con gli angeli sciroccati del salto. Per loro, per i migliori di loro, San Silvestro si consuma in un hotel di Garmisch-Partenkirchen, aspettando la gara del giorno dopo: la seconda prova dei Quattro Trampolini, una specie di Grand Slam del salto condensato in otto giorni. Attenti a tavola come top model, stressati dai carboidrati, pieni di precauzioni per il sonno quando a mezzanotte cominciano i botti di Capodanno. Il botto, loro non vogliono farlo poche ore più tardi. Capita, la caduta è possibile, bisogna essere concentrati fino in fondo. Non solo quando si esce dal dente del trampolino a 93 kmh, sotto gli sci da due metri e sessanta si apre l´intera vallata, compresi i quarantamila spettatori incuranti del gelo. Non si rischia solo quando si atterra dopo un volo di centoquaranta metri, agevolato da una tuta che fa entrare fino a quaranta litri d´aria. Il giapponese Ito cade quando ha ormai toccato terra, disposto gli sci nella posizione telemark: pericolo scampato, nessun danno. Gli altri, quelli che assistono alla scena, restano con la testa sgombra. Durante la gara il vento soffia tra gli 0,1 e i 2,3 metri al secondo. Se la raffica si espone in anticipo, il saltatore viene fermato in cima al trampolino. Se la raffica è perfida, sbuca durante il decollo o l´atterraggio, bisogna pregare e lavorare bene di spalle, di mani, per far volare un corpo esposto alle correnti. Spesso il vento è carburante arricchito, bisogna farselo amico. Il salto è un rito per ragazzini o atleti più che esperti. I primi galleggiano sulla propria incoscienza, i secondi sulla grande conoscenza di se stessi. Tra un estremo e l´altro, qualcuno s´è perso, è finito dallo psicologo, vittima dell´anoressia. Nel 1980 il quindicenne Steve Collins vinse una prova di Coppa del mondo a Lahti. Negli anni successivi è toccato ai sedicenni: Toni Nieminen, Janne Ahonen, Thomas Morgenstern. Gli ultimi due si sono ritrovati ieri a Garmisch: Ahonen 31enne, Morgenstern 21enne. Hanno perso entrambi da un 17enne, l´astro nascente del salto, il tirolese «Schlieri». Così chiamano Gregor Schlierenzauer, perché anche nel Tirolo certi cognomi sono lunghi e faticosi. Ma i voli di «Schlieri» sono leggeri come quelli di un´aquila. Efficaci, come quel movimento di spalle che gli permette di battere il record del trampolino di Garmisch. Gara bellissima, ed esemplare. Il vecchio Ahonen in testa, Gregor solo quinto dopo il primo salto. Poi la magia che fa saltare i tecnici austriaci per la gioia. «Schlieri» esce a 92,2 kmh, sembra non atterrare più, lo fa poco dopo la tacca del record, con un telemark esemplare. Il «distance recorder» segnala una distanza di 141 metri, ma è la giuria a decidere la gara: tre giurati danno 19 su 20, viene scartato addirittura un 19,5. Note d´eccellenza assoluta che puniscono il «povero» Ahonen, quattro volte vincitore del torneo. «Schlieri» è magro come un fuscello, ma ha la testa ben ancorata alle spalle. Ha uno zio-manager, Markus Prock, che sfidava (e batteva) Zoeggeler sullo slittino. Con l´altro prodigio austriaco, Morgenstern, divide lo sponsor Red Bull. La sua sveglia suona alle 6,20, nello Skigymnasium di Stams dove alterna lezioni ed allenamento. Ha due ore libere al giorno, che dedica allo studio. Quando l´hanno fatto salire su un aereo per un´esibizione acrobatica, volteggiava a testa in giù con un´espressione vagamente divertita. Come se l´avessero portato, più o meno, ad una mostra di farfalle.