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 2007  dicembre 31 Lunedì calendario

Confido che l’Ecopass a Milano funzionerà e sarà un successo strepitoso che tutto il mondo ci invidierà

Confido che l’Ecopass a Milano funzionerà e sarà un successo strepitoso che tutto il mondo ci invidierà. Al numero verde del Comune sono stati tutti gentilissimi e molto pazienti, davvero. Il primo problema era stabilire se la mia auto fosse un’euro quattro e dunque esente dal ticket oppure no. Basta guardare sul libretto di circolazione. Lì si trova il numero di una normativa europea alla quale corrisponde la classe di appartenenza dell’auto: cioè, non c’è scritto euro tre, due, quattro, uno o quel diavolo che volete. C’è il numero di una normativa europea che naturalmente per me non significava nulla. Quindi ho chiamato il numero verde del Comune: euro quattro, mi hanno detto e dunque me ne frego, ho pensato io. Siccome sono un ansioso ho poi chiamato il concessionario che mi ha venduto l’auto e lui purtroppo mi ha giurato che la mia auto è un euro tre e che di conseguenza necessitava del ticket. Al numero verde però un’altra gentile signorina mi ha confermato euro quattro e benché io abbia cieca fiducia nelle signorine dei numeri verdi l’ho pregata di mandarmi una mail di conferma. Certamente, ha assentito. Ma la mail non è arrivata e così ho richiamato qualche ora dopo e finalmente un signore che dalla voce mi sembrava sapesse il fatto suo, mi ha confermato quel che volevo sentirmi dire: euro tre e quindi devo pagare. Ho letto che lo stato di domiciliato a Milano che è il mio caso, almeno in questa circostanza (non allo stesso modo per quel che riguarda gli asili comunali) è assimilato alla residenza. Così ho comprato per 125 euro un Ecopass annuale e non ci penso più. Però i rilevatori messi a sorvegliare tutte le vie di accesso alla zona proibita fotografano le targhe e le targhe non dicono altro che la residenza del proprietario, se ne fregano cioè se il domicilio è assimilato. Ho richiamato il numero verde. Mi hanno spiegato che nel momento preciso dell’attivazione dell’Ecopass attraverso un altro apposito numero verde mi avrebbero chiarito ogni dubbio. Ho proceduto con l’attivazione. Ho comunicato il pin preventivamente grattato sul cartoncino del mio Ecopass, il mio numero di targa, il telefono e il codice fiscale. Ho poi spiegato di rientrare negli assimilati in quanto domiciliato e tutto il resto. La signorina è stata anche lei molto gentile. Mi ha detto che se ne stava alla mia dichiarazione di domicilio, che avrei a breve ricevuto una mail di avvenuta attivazione dell’Ecopass che al momento non ho ricevuto e che probabilmente il Comune avrebbe fatto dei controlli per vedere se davvero io sia assimilabile. Dei controlli… Migliaia di controlli attraverso le intestazioni delle utenze della luce o del telefono incrociate con i codici fiscali a migliaia di assimilabili o sono forse l’unico assimilabile? Perché se non fossi l’unico ho come la sensazione che non si tratterebbe di un gioco da ragazzi. Aggiungo che il fatto che il criterio di residenza o assimilabile sia così tenacemente adottato nell’epoca della flessibilità del lavoro e dunque dello spostamento delle persone, mi pare una sublime sciocchezza. Ma questa è un’altra storia. E con questo abbiamo sistemato residenti e assimilati. Ma ci sono anche quelli, decine di migliaia al giorno, che a Milano non abitano ma che vengono per mille motivi: tutti dovranno sapere la classe di appartenenza della propria auto, anche gli stranieri si intende. Una volta arrivati dovranno comprare l’Ecopass in una tabaccheria ed entro le ventiquattro ore successive al loro ingresso chiamare il numero verde per comunicare il loro pin a conferma dell’avvenuto acquisto dell’Ecopass e sperare naturalmente che i dati siano stati registrati correttamente. Anche gli stranieri e gli anziani non euro quattro, si ri-intende. Ecco cosa vuol dire disincentivare l’uso dell’auto. Così si fa. Perché se dopo tutto questo uno a Milano ci vuole proprio arrivare in auto, allora significa che i guai se li cerca o che non può farne a meno. E in questo caso sono tutti cavoli suoi. Stampa Articolo