Giornali Vari, 10 dicembre 2007
Anno IV - Centonovantottesima settimanaDal 3 al 10 dicembre 2007Rogo La notte di mercoledì 5 dicembre una palla di fuoco da 800 gradi ha investito un gruppo di operai dell’acciaieria ThyssenKrupp di corso Regina Margherita, in Torino
Anno IV - Centonovantottesima settimana
Dal 3 al 10 dicembre 2007
Rogo La notte di mercoledì 5 dicembre una palla di fuoco da 800 gradi ha investito un gruppo di operai dell’acciaieria ThyssenKrupp di corso Regina Margherita, in Torino. Antonio Schiavone, di 36 anni, sposato con tre figli, bruciato sul cento per cento del corpo, è morto subito. Roberto Scola, di 32 anni, Angelo Laurino, di 43, e Bruno Santino, di 26, ustionati al 95 per cento («erano intatte solo le piante dei piedi») sono spirati il giorno dopo. Polemiche enormi: gli estintori erano mezzi vuoti, il telefono per chiamare i soccorsi non funzionava, gli operai erano al lavoro da almeno dodici ore. Lo stabilimento della tragedia è in chiusura: i tedeschi volevano dismettere Terni - dove lavorano 3.500 persone - e i sindacati li hanno persuasi a tenere in piedi il polo umbro e rinunciare a quello torinese. La cessazione dell’attività è prevista tra febbraio e ottobre 2008, e l’accusa che s’è levata da sindacati, giornali e politici è che la prossima chiusura ha spinto i dirigenti tedeschi a tirar via in tema di sicurezza e condizioni di lavoro. La Thyssen respinge con forza, però, ogni addebito: gli estintori erano mezzi vuoti perché li avevano adoperati, nei giorni precedenti, gli stessi operai, i quali non s’erano curati - come previsto dal regolamento - di portarli al centro dove si provvede alla ricarica. Il telefono per i soccorsi era addosso a una delle vittime ed è andato distrutto. I dati sulla sicurezza esibiti dall’azienda (190 mila addetti distribuiti in 70 paesi, 3,3 miliardi di utili prima delle tasse, +27 per cento rispetto all’anno scorso su un fatturato di 55 miliardi in crescita dell’8%) sarebbero rassicuranti: nel complesso del loro impero «l’indice di frequenza di infortuni indennizzati passa da un valore 53 del 1995 a un valore 19 del 2003». Secondo altri, la linea 5 - quella dove si è prodotta la palla di fuoco - avrebbe dovuto essere fermata prima di tentare la riparazione del flessibile da cui fuoriusciva olio. Ma fermare le macchine in uno stabilimento che lavora a ciclo continuo significava per gli operai andare in cassa integrazione e a Schiavone, il primo morto, era appena nato il terzo figlio, e aveva bisogno di soldi. Prodi, che ha problemi con la sua sinistra, ha gridato da Lisbona che la colpa è delle imprese, il ministro Ferrero (Rifondazione) vuole inserire in Finanziaria nuove norme sulla sicurezza, ma molti esperti hanno fatto osservare che le norme sulla sicurezza esistono e sono buone, il problema casomai è farle osservare, soprattutto nelle fabbriche e nei cantieri più piccoli. Cremaschi, il leader della sinistra Cgil, ha detto che bisogna slegare il salario dalla produttività, posizione che ricorda la vecchia teoria di Lama (anni Settanta), secondo cui «il salario deve essere una variabile indipendente dal profitto».
Camion I camionisti scioperano perché in Finanziaria non ci sono provvedimenti che li aiutino di fronte all’aumento del prezzo del gasolio e all’indebitamento delle imprese del settore, giunto mediamente ai 200.000 euro. Hanno intenzione di astenersi fino a venerdì 14 e, mentre scriviamo, si segnalano già forti disagi sulla tangenziale di Mestre, alle barriere di Roma Nord e Firenze Certosa, sulla Napoli-Palermo, ecc. Lo sciopero dei camionisti ha sempre messo paura al Paese per il ricordo di ciò che accadde in Cile più di 30 anni fa: la tragica caduta del presidente Allende cominciò proprio col blocco dell’autotrasporto.
Guerra civile 1 Le ultime notizie sulle due guerre civili in corso nella politica italiana sono queste. Nel centro-destra Fini ha definito «una comica finale» la pretesa di Berlusconi che tutti entrino nel suo Partito del Popolo, una «legge-truffa» il sistema elettorale su cui si stanno mettendo d’accordo il Cavaliere e Veltroni, «si sfiora il ridicolo quando Berlusconi dice ”bisogna essere uniti”», ecc. Berlusconi ha definito Casini «uno perso per il centro-destra», uno che ormai vuole andare a sinistra. Fini e Casini sono poi andati a pranzo con Montezemolo. Non si sa che cosa si siano detti, ma gli osservatori sono sicuri che quello è il primo passo verso la formazione della cosiddetta Cosa Bianca, cioè una Nuova Dc in cui poi confluiranno altri cattolici, tipo l’ex segretario della Cisl Pezzotta.
Guerra civile 2 Nel centro-sinistra, Bertinotti ha dato un’intervista a Repubblica in cui Prodi vien fatto simile a Vincenzo Cardarelli, che Flaiano, vedendolo arrivare tutte le mattine al caffè di via Veneto incappottato, curvo e tossicchiante, aveva spiritosamente definito «il più grande poeta morente». Il presidente della Camera, capo spirituale di Rifondazione e della futura Sinistra-Arcobaleno (quella che dovrebbe riunire in una Federazione la stessa Rifondazione, Pdci, Sinistra Democratica e Verdi, come da assise celebrate sabato e domenica scorsi), ha usato contro il governo espressioni tremende, tipo: «il progetto del governo e del centro-sinistra è fallito». Ha poi propugnato il sistema elettorale che vogliono anche Veltroni e il Cavaliere, («Il sistema proporzionale, con clausola di sbarramento e senza premio di maggioranza, è una soluzione ragionevole»), ha alla fine persino elogiato Berlusconi: «Qui bisognerà decidere se il Cavaliere è un protagonista della politica italiana, oppure no. Io [...] penso che lo sia. Penso che sia un animale politico, che muove da processi reali di una parte della società, che incorpora l’antipolitica ma dentro una soggettività politica, chiaramente di destra. E [...] considero attendibile che cerchi un accordo per rinnovare il quadro politico-istituzionale». Sembrava un benservito, ma alla fine della settimana i giornali hanno riferito che il Parolaio rosso - come lo chiama Pansa - aveva cambiato posizione, sgombrato ogni equivoco nel colloquio con Prodi e forse concesso al governo di durare fino a febbraio o anche di più. Il dibattito se un presidente della Camera, teoricamente super partes, possa prender posizione a questo modo contro l’esecutivo, e dar luogo quindi a un conflitto istituzionale molto serio, è ancora in corso. Persino Ingrao (sinistra del vecchio Pci) ha ricordato che lui, da quella poltrona, non s’era mai permesso strappi simili.
Kosovo Il Kosovo potrebbe dichiararsi indipendente autonomamente, cioè senza badare a un accordo (non raggiunto) con i serbi. Questo rischia di portare di nuovo alle stelle la tensione in quell’area. L’Onu ha deciso di lasciare sul posto i suoi 16 mila soldati, la Russia ha fatto sapere che dichiarazioni autonone di indipendenza non saranno ammesse, dato che, se fossero ammesse, potrebbe a sua volta trovarsi in difficoltà con una dichiarazione d’indipendenza resa in autonomia, per esempio, dalla Cecenia. La preoccupazione internazionale è palpabile.
Studenti Gli studenti italiani non sono troppo bravi ad applicare quel tanto di conoscenze scientifiche che possiedono. Uno studio dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ci assegna come voto 475, su una media di 57 Paesi pari a 500. Meglio di noi anche Estonia, Slovacchia, Macao, Taipei, Croazia e Polonia. La migliore di tutti è la Finlandia. L’analisi del dato mostra poi che le Regioni del Nord superano la media Ocse, quelle del Centro la pareggiano e quelle di Sud e Isole la fanno precipitare. Idem nelle tipologie di scuole: bene i licei, male i tecnici, malissimo i professionali.